Attualmente, si stima che ci siano oltre 300 distribuzioni Linux attivamente sviluppate. Questo numero include una vasta gamma di varianti, ognuna progettata per soddisfare esigenze specifiche e per operare su differenti configurazioni hardware. In passato abbiamo presentato le migliori distro Linux per i PC più vecchi, orientandoci su quelle più leggere ma, allo stesso tempo, in grado di assicurare un buon numero di funzionalità integrate. Vi siete mai chiesti quali possano essere le distribuzioni Linux che occupano meno memoria RAM? In questo articolo proviamo a rispondere anche se le conclusioni sono plasmate dopo aver provato le distro di utilizzo più comune. È di fatto pressoché impossibile esprimere giudizi complessivi sull’intera offerta di distro Linux potenzialmente installabili.
In ogni caso, un fattore cruciale nella scelta di una distribuzione è proprio il consumo di RAM, una risorsa preziosa, soprattutto su hardware datato e sulle configurazioni cloud.
Occupazione di memoria RAM: le differenze in base al tipo di distribuzione
Quando si parla di tipi di distribuzione, va osservato che l’utilizzo di container consente di fruire di ambienti particolarmente leggeri. Basti pensare che Alpine Linux, quando caricata in un container, utilizza appena 3 MB di RAM. Tuttavia, è importante considerare che il sistema host che esegue i container deve ovviamente sostenere un consumo di RAM aggiuntivo.
Ci sono poi le versioni a riga di comando. Ideali per server remoti, impegnano meno RAM rispetto alle versioni desktop. Alpine Linux e Azure Linux (altrimenti noto come Microsoft Linux) si attestano intorno ai 100-120 MB. Altre distribuzioni come Ubuntu Server e Rocky richiedono tra 160 MB e 300 MB. C’è poi Tiny Core, una distribuzione estremamente leggera, che utilizza soltanto 64 MB di memoria RAM.
Le versioni desktop, con interfacce grafiche e funzionalità avanzate, consumano ovviamente più RAM rispetto alle altre tipologie. La scelta del desktop environment influenza notevolmente il consumo: GNOME, un ambiente desktop molto diffuso e preinstallato con un ampio numero di distro, tende a utilizzare molta RAM (circa 1 GB), mentre ambienti leggeri come Xfce, LXQt e Trinity consentono di risparmiare risorse.
Va tenuto in debita considerazione che, anche con una distribuzione leggera e un desktop environment efficiente, le applicazioni utilizzate giocano un ruolo fondamentale sul piano del consumo di RAM. I browser Web moderni, ad esempio, sono noti per essere “affamati” di RAM. Anche con una sola scheda aperta su un sito qualsiasi, il consumo di RAM può crescere significativamente, superando i 700 MB anche su distribuzioni leggere come Puppy Linux e Q4OS.
Quali distribuzioni Linux usano meno RAM all’avvio?
Abbiamo già citato distribuzioni a riga di comando come Alpine Linux e Azure Linux, entrambe capaci di limitare al massimo il quantitativo di memoria RAM occupato in avvio. A batterle c’è Tiny Core che si attesta su appena 64 MB.
Si tratta di distribuzioni particolarmente adatte per l’utilizzo su server, dove le risorse grafiche non sono necessarie e l’efficienza è fondamentale.
La distribuzione desktop Linux che utilizza meno RAM all’avvio, almeno tra quelle più note, è certamente Puppy Linux, con un consumo di soli 390 MB circa. Altre distribuzioni desktop che si distinguono per il basso impatto sulla RAM sono Q4OS, con 430 MB, e Rocky con ambiente desktop Xfce che non supera i 630 MB.
Come sottolineato in precedenza, è importante tenere presente che i valori citati si riferiscono all’utilizzo di RAM immediatamente dopo l’avvio del sistema, senza l’esecuzione di altre applicazioni.
Perché il consumo di RAM delle distro Linux come container è così ridotto rispetto agli altri casi?
Il consumo di RAM delle distro Linux eseguite come container è significativamente ridotto rispetto alle altre tipologie di installazione (come le versioni a riga di comando o desktop) per un motivo fondamentale: i container condividono il kernel del sistema operativo host.
A differenza delle macchine virtuali, nel caso dei container non è necessario caricare un kernel separato per ciascuno di essi con un conseguente risparmio di risorse, tra cui la RAM.
Inoltre, i container sono progettati per essere minimalisti e focalizzati su una singola applicazione o servizio. Ciò si traduce in un minor numero di processi e servizi in esecuzione all’interno del container, contribuendo ulteriormente alla riduzione del consumo di RAM.
I container possono condividere librerie e dipendenze grazie all’uso di file system overlay (come AUFS o OverlayFS). L’obiettivo consiste nell’evitare duplicazioni in memoria e fare in modo che più container separati possano utilizzare le stesse risorse senza caricarle più volte.
Questo schema rende evidentemente i container una soluzione ideale per quegli ambienti in cui l’efficienza e la leggerezza sono fattori cruciali, ad esempio i sistemi di cloud computing.
Note finali e conclusioni
La dimensione del file ISO di una distribuzione Linux può influenzare la scelta, soprattutto se si prevede di installarla su più macchine o se si dispone di una connessione Internet lenta.
Ad esempio, Debian offre un’immagine netinstall di soli 0,7 GB, che scarica la maggior parte dei pacchetti durante l’installazione, mentre Rocky offre un’immagine ISO completa che pesa qualcosa come 10,2 GB.
Netinstall si riferisce a un tipo di installazione del sistema operativo che è molto più piccola di un’immagine ISO completa. Questo perché netinstall scarica la maggior parte dei pacchetti software necessari da Internet durante il processo di installazione, invece di includerli nell’immagine stessa. Ovviamente è indispensabile disporre di una connessione Internet attiva, stabile e veloce.
In generale, la scelta della distribuzione Linux ideale, in termini di consumo della memoria RAM, è un processo che richiede un’attenta valutazione delle proprie esigenze e delle risorse a disposizione. Non esiste una soluzione universale: la decisione migliore dipenderà dal tipo di utilizzo, dalle applicazioni che si intendono eseguire e dalla quantità di RAM disponibile sul sistema.