L’utilizzo di un account dotato di privilegi utente limitati consente di ridurre, in modo drastico, il pericolo di vedere il proprio sistema infetto da malware.
Molti dei componenti dannosi in circolazione possono compiere le loro nefandezze sul sistema “infettato”, solo perché l’account utente configurato ha i privilegi amministrativi. Si pensi ad un malware che crei file nocivi all’interno della cartella di sistema (SYSTEM32) di Windows, “uccida” vari processi, disabiliti il Windows Firewall (nel caso, ad esempio, di Windows XP SP2), copi diversi file nelle cartelle di Windows, cancelli chiavi e valori nel registro di sistema. Tutte queste operazioni non sarebbero possibili se client di posta elettronica e browser operassero in modalità “non amministrativa” e quindi fossero eseguiti da un account utente con privilegi ridotti.
Utilizzando un account limitato, i malware non trovano “appigli” per installarsi sul sistema ed avviare azioni pericolose.
Se più utenti utilizzano uno stesso personal computer, è bene obbligarli all’utilizzo di un account limitato. Ma per quanto riguarda l’amministratore? Un account con diritti utente limitati non offre la possibilità di effettuare semplici interventi di routine come, ad esempio, la modifica dell’orario di sistema, il collegamento di chiavi USB, l’avvio di una procedura di deframmentazione, l’aggiornamento dei software installati. Alcune applicazioni, inoltre, quali gran parte dei prodotti di sicurezza non funzioneranno correttamente.
Alcune di queste problematiche sono risolvibili, per esempio, passando all’utilizzo – nel momento in cui se ne dovesse verificare la necessità – ad un account di tipo amministrativo.
Va comunque sottolineato che Windows integra un comando denominato RunAs
che può essere impiegato per eseguire un’applicazione con i diritti ammistrativi, semplicemente inserendo la password di un account amministratore.
Esiste comunque un software freeware, chiamato SuDown che ricalcando il funzionamento del comando “RunAs”, si però rivela più semplice da utilizzare offrendo un più ampio spettro di possibilità.
SuDown, ad esempio, permette di acquisire diritti amministrativi senza dover abbandonare l’account limitato in uso. In questo modo, l’utente resta sempre il proprietario dei file installati, delle chiavi di registro e così via che lo riguardano. A differenza di RunAs, inoltre, tutte le icone presenti sul desktop restano visibili nella loro posizione.
Il nome “Sudo” deriva dall’omonimo comando Linux (acronimo di “super user do”), utilizzato sul sistema “del pinguino” per avviare applicazioni così come se si fosse “loggati” con l’account “root”.
Una volta installato SuDown (l’operazione deve essere effettuata da un account amministratore), per iniziare ad utilizzare il software è sufficiente compiere alcune azioni fondamentali:
– cliccare su Start, Esegui… quindi digitare il comando compmgmt.msc
: in questo modo verrà mostrata a video la finestra “Gestione computer”
– fare doppio clic sulla voce Utenti e gruppi locali quindi aggiungere un nuovo gruppo denominandolo Sudoers
– cliccando sul pulsante Aggiungi… si dovrà provvedere a specificare l’elenco degli account utente, configurati sul sistema in uso, ai quali potrà essere consentito l’impiego di SuDown
Ogni utente aggiunto al gruppo dei “Sudoers”, dovrà necessariamente provvedere al logout e ad un successivo login prima di poter utilizare SuDown: questa operazione è indispensabile perché Windows provvede a caricare le informazioni riguardanti il gruppo di appartenenza ed il profilo utente soltanto allorquando viene effettuato il login.
A questo punto, ogni account inserito nel gruppo dei “sudoers” potrà temporaneamente acquisire, al bisogno, funzionalità amministrative.
L’autore di SuDown ha preparato due semplici dimostrazioni filmate che dimostrano come l’utilizzo di account utente dotati di privilegi ristretti possano aiutare a lenire le conseguenze derivanti da infezioni malware. Cliccando qui si può verificare come un trojan, mascheratosi da codec video benigno, effettui modifiche ad aspetti chiave collegati con la configurazione del sistema operativo. L’autore di SuDown, per esempio, mostra come avviando l’applicazione maligna da un account amministratore, questa sia in grado di modificare senza problemi i server DNS impostati. Visionando invece questo filmato, si può verificare come – utilizzando un account limitato – non vengano effettuate modifiche pericolose al “cuore” del sistema operativo.
Proviamo ad effettuare il login da account limitato, precedentemente aggiunto al gruppo dei “sudoers”:
A questo punto, cliccando con il tasto destro del mouse su una qualsiasi applicazione, quindi scegliendo la voce * sudo...
potremo eseguirla con i diritti di amministratore previo inserimento della password collegata all’account.
Non solo, se proviamo ad effettuare una modifica da Pannello di controllo di Windows – solitamente impossibile da un account sprovvisto dei diritti amministrativi – qual è la modifica della data/ora di sistema, otterremo il messaggio Non si ha il livello di privilegio richiesto per modificare l’ora di sistema.
Cliccando su un’area libera del desktop quindi selezionando la voce * sudo Control Panel
, avremo la possibilità di accedere al Pannello di controllo con i privilegi di amministratore, anche qui previo inserimento della password associata all’account.
Il comando sudo
è utilizzabile anche dalla finestra dei comandi.
SuDown è un programma decisamente più semplice da usare rispetto a SudoWin (ved. il sito web ufficiale), software opensource cui si ispira, sebbene consenta di fruire di una gamma più limitata di possibilità.
Un interessantissimo documento (ved. questa pagina), a beneficio di tutti gli amministratori di sistema, che mostra le differenze tra il comando “RunAs” di Windows e SudoWin, è stato redatto dal SANS (SysAdmin, Audit, Networking and Security), istituto universalmente apprezzato che dal 1989 forma esperti in materia di sicurezza, effettua certificazioni professionali e pubblica materiale di approfondimento.
Come chiariscono anche gli autori di SudoWin, il comando “RunAs” di Windows non permette di acquisire privilegi più elevati ma consente ad un utente di assumere, in modo più o meno temporaneo, un’altra identità ossia quella di un utente amministratore. Ciò è possibile soltanto conoscendo la password di un account amministrativo.