All’inizio di settembre Google ha presentato una novità per quanto riguarda il suo motore di ricerca. La funzionalità presentata agli utenti di tutto il mondo si chiama “Instant” ed introduce un'”inedita” modalità per la ricerca delle informazioni in Rete. L’innovazione si pone in stretta correlazione con il lavoro già compiuto in precedenta con “Google Suggest“.
“Suggest“, infatti, si occupa di completare le interrogazioni degli utenti via a via che vengono digitati dei caratteri nella casella di ricerca di Google.
L’algoritmo impostato da Google prevede e visualizza le query di ricerca sulla base delle attività degli altri utenti. Il motore di ricerca attinge ai server del colosso di Mountain View per stabilire quali interrogazioni sono state effettuate con maggior frequenza e che contengono i caratteri digitati dall’utente.
“Instant” aggiunge un tassello in più. Disponibile solamente per gli utenti che hanno registrato un account personale su Google e hanno effettuato il login, “Instant” mostra addirittura i risultati di una ricerca via a via che vengono digitati dei caratteri.
Continuando ad inserire delle lettere nella casella di ricerca di Google, i risultati vengono aggiornati dinamicamente.
Digitando una porzione di query che non restituisce risultati, Google aggiunge – in calce alla sequenza di caratteri digitati – una linea rossa ondulata (simile a quella dei controllori ortografici integrati in un qualunque word processor).
Secondo i tecnici di Google si tratta di un approccio del tutto innovativo per misurarsi con il quantitativo di dati complessivamente disponibile sul web. Jonathan Effrat ha affermato che la misura dei contenuti digitali da trattare si è oramai avvicinata ad 1 zettabyte (basti pensare che un singolo megabyte è pari a 106 bytes; un gigabyte a 109 bytes; un terabyte a 1012 bytes mentre uno zettabyte a 1021 bytes). Tra terabytes e zettabytes ci sono petabytes ed exabytes. Effrat ha aggiunto che le informazioni reperibili sul web sono pari a circa un milione di volte quelle contenute in tutte le biblioteche degli Stati Uniti.
Chi preferisse utilizzare la modalità di ricerca classica e non fosse interessato all’impiego della funzionalità “Instant“, può disattivarne l’utilizzo cliccando sul link Impostazioni (in alto a destra nella home page di Google od in qualunque altra pagina del motore di ricerca) quindi selezionando Impostazioni di ricerca.
Quasi in calce alla pagina si dovrà quindi selezionare l’opzione Non utilizzare Google Instant ed infine cliccare sul pulsante Salva preferenze. Le impostazioni scelte verranno conservate, sotto forma di file cookie, nel sistema dell’utente.
Se si è loggati con il proprio account Google, il motore di ricerca non permette però – almeno sino ad oggi – di disabilitare anche la funzionalità “Suggest“, ossia il completamento automatico delle interrogazioni (a meno di non disattivare completamente l’esecuzione del codice JavaScript).
“Suggest” è disattivabile solo quando non si è loggati utilizzando il proprio account Google: in tal caso è sufficiente cliccare su Impostazioni di ricerca, scorrere la pagina ed optare per Non proporre previsioni nella casella di ricerca.
Per evitare che “Suggest” venga attivata quando si è loggati con il proprio account Google, si può usare un semplice espediente che consiste nel fare riferimento all’indirizzo http://www.google.it/webhp?complete=0
come home page del motore di ricerca.
In questo modo si fruirà della modalità di ricerca classica, senza “Suggest” e senza “Instant“.
La pagina http://www.google.it/webhp?complete=0
può essere memorizzata, ad esempio, sotto forma di segnalibro all’interno del browser web.