L’Avv. Tiziano Solignani, responsabile di blog.solignani.it fa luce su una tematica molto comune in Italia: “addebiti indebiti” in bolletta telefonica collegati alla fruizione di servizi a valore aggiunto su numerazioni 899, 892 e satellitari.
(Giovanni, via mail)
In questa vicenda ci sono diversi profili da valutare. Innanzitutto sarebbe bene capire il motivo tecnico, e quindi fattuale, di queste chiamate: perché avvengono? Con ogni probabilità si tratta di un dialer o di un meccanismo simile. La prima cosa da fare quindi è verificare lo stato del computer utilizzato, per vedere se c’è un virus, o comunque un malware, che può aver installato un dialer o un meccanismo del genere. Naturalmente, prima di toccare il computer, è indispensabile fare, alla presenza di almeno un paio di testimoni, un backup completo dello stesso allo stato attuale, dal momento che in seguito potrà esserne necessario disporne per poter dimostrare la presenza del malware. Il consiglio è quello di usare un hard disk esterno, da ricopiare poi magari per ridondanza anche su un altro disco, creando una immagine con software come Acronis TrueImage o simili, senza usare dischi ottici che come tali non garantiscono sufficiente affidabilità.
Un secondo aspetto da valutare è poi quello della responsabilità del call center. Purtroppo, inevitabilmente accade sempre che quello che viene sostenuto dai call center viene smentito in sede di fatturazione o comunque dalla compagnia telefonica. Nel Regno Unito, dove hanno pochissime leggi, ne hanno fatta una apposta per prevedere che quello che sostengono i vari operatori faccia testo, anche se poi sbagliato, una volta che viene comunicato al cliente. Da noi naturalmente non è così e i call center sono solo una presa in giro, utile solo per perdere tempo proprio quando si ha un problema e non si avrebbe tempo da perdere. In ogni caso, nel nostro paese, finchè non si scrive una raccomandata con tutti i crismi è come non aver fatto nulla. Quindi, il primo consiglio potrebbe essere quello di scrivere una raccomandata con a/r alla sede legale di Telecom – non usare mai i centri consumatori, centri reclami e altre baggianate del genere, scrivere sempre quantomeno anche alla sede legale – in cui contestare queste spese, chiedendo, visto che il servizio nel frattempo è stato sospeso, la sua immediata riattivazione, sotto pena, in difetto, del risarcimento del danno, allegando naturalmente tutti i pagamenti effettuati ed indicando la motivazione della loro riduzione rispetto alla somma portata in fattura.
In ogni caso, poi, quand’anche la responsabilità delle chiamate a numeri satellitari fosse di un dialer, Telecom Italia non se ne può lavare le mani. Numerose sentenze hanno stabilito che il dovere di buona fede che grava su tutte le parti di un contratto impone a Telecom di avvertire il proprio cliente quando si verifica un uso anomalo della propria connessione telefonica. Sulla base di questo principio, numerosi utenti, che si erano visti recapitare bollette esagerate per l’uso dei dialer, hanno ottenuto il rimborso o l’accertamento da parte del Giudice che non doveva pagare nulla a Telecom. In questo caso, lascio ai lettori valutare la buona fede praticata da Telecom, che, prima, tramite il suo call center, dice al cliente di non pagare e, poi, dalla sede centrale, gli interrompe addirittura la linea telefonica.
Per quanto riguarda, infine, la legittimità dell’interruzione del servizio, c’è appunto da dubitarne. Innanzitutto il lettore ha fatto affidamento su quanto riferitogli da un funzionari della stessa Telecom tramite il call center, anche se questo, come abbiamo visto prima, sarà difficile da dimostrare. In ogni caso, il suo inadempimento è stato parziale e il distacco non è stato preceduto da una formale messa in mora, inviata con lettera raccomandata a/r separata dalla fattura. Direi che il distacco sia dunque illegittimo e che ci siano anche i presupposti per il risarcimento del danno.
Tiziano Solignani, Avvocato in Modena
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