Linux è un sistema operativo.
La maggior parte di noi probabilmente non conosce, oltre a Microsoft Windows, disponibile nelle sue varie versioni, altri sistemi operativi. Ciò perché da anni Windows è il più installato ed il più utilizzato negli uffici e fra le mura domestiche.
Microsoft ha preparato, con l’arrivo del nuovo millennio, il nuovo Windows 2000.
Come alternativa a Windows, si stanno tuttavia proponendo con sempre maggior vigore, sistemi operativi come Linux e BeOS, i quali, forti di una serie di veloci aggiornamenti, correzioni ed ottimizzazioni, possono oggi affacciarsi come agguerriti concorrenti sulla scena mondiale.
Pur essendo ancora notevolmente distanti dalla semplicità e dall’immediatezza che contraddistingue Windows, i nuovi sistemi operativi sono tuttavia in grado di offrire caratteristiche di cui Windows non dispone.
Ancora ben lungi da essere una reale alternativa al colosso di casa Microsoft, sistemi operativi quali Linux e BeOS sono certamente una certezza per l’imminente futuro. E’ bene quindi prenderli in considerazione sin d’ora, presendandone le funzionalità dal primo approccio sino al livello più avanzato in modo da poterne costantemente tenere sott’occhio le incessanti evoluzioni.
In questa guida ci proponiamo di spiegare a poco a poco le caratteristiche di Linux cercando di fornire al lettore, per quanto possibile, una panoramica sufficientemente dettagliata ed esauriente sullo stesso.
Inizialmente ci soffermeremo sull’installazione di Linux e sulla configurazione delle periferiche installate, il primo vero scoglio da superare.
Prima di tutto è bene iniziare evitando di sottovalutare il sistema operativo Linux. Esso è oggi infatti molto affidabile, veloce ed inoltre viene distribuito gratuitamente. Certo è che la sua configurazione può risultare, ad un primo impatto, assai complessa ma, dopo le prime esperienze non si tarderà a comprendere le sue potenzialità.
Va tenuto presente altresì che in tutte le distribuzioni si sta facendo un grande lavoro in modo da implementare procedure automatiche per il riconoscimento e la configurazione delle periferiche hardware.
Ci preme sottolinare il significato di sistema operativo.
Il sistema operativo è il programma più importante per un elaboratore (i.e. il vostro personal computer). Esso permette di eseguire tutti i programmi sviluppati in base alle sue specifiche, per esempio il nostro programma di elaborazioni testi preferito o il browser che utilizziamo per visualizzare le pagine web.
Il sistema operativo, inoltre, dialoga direttamente con i vari dispositivi hardware (per esempio, il processore, la scheda video, la scheda sonora, e così via) e coordina tutte le attività che avvengono all’interno del personal computer. Esso consente altresì di &ascoltare& ciò che l’utente desidera permettendo l’inserimento di informazioni tramite tastiera, mouse, od altri dispositivi di input.
Linux fa tutto ciò: è quindi un sistema operativo.
Il sistema operativo
Abbiamo quindi spiegato che Linux è un sistema operativo.
Un sistema operativo è caratterizzato da:
– kernel
– shell
– programmi di utilità
Il kernel deriva da un termine tedesco che significa “nucleo”. Il kernel è infatti il nocciolo del sistema operativo. Compiendo una sorta di astrazione possiamo affermare che è al kernel che i vari programmi si rivolgono per compiere qualunque genere di operazione. Il kernel è il diretto intermediario fra i programmi e i dispositivi hardware che fanno parte dell’elaboratore.
In inglese shell si traduce con il termine “conchiglia”: essa infatti avvolge il kernel ed offre all’utente la possibilità di utilizzare il sistema operativo. La shell si pone infatti, a sua volta, come diretto intermediario fra kernel ed utente, offrendo a quest’ultimo di interagire opportunamente con i programmi installati.
Un esempio che molti ritengono faccia parte della preistoria, è il prompt di MS-Dos, ossia la riga di comando in corrispondenza della quale è possibile digitare comandi e dalla quale si possono avviare programmi.
Esempi più evoluti di shell sono ambienti grafici, generalmente ad icone, come Windows.
Linux “deriva” dagli apporti provenienti da diversi ambienti Unix quindi ne eredita in primo luogo tutte le caratteristiche di flessibilità, versatilità e sicurezza tuttavia risulta indubbiamente assai complicato per i neofiti.
Esso infatti include al suo interno un ambiente grafico X che permette di eseguire operazioni con pochi clic del mouse in modo da agevolare anche gli utenti meno esperti. Gnome e KDE, che conosceremo più avanti, costituiscono gli ultimi sviluppi delle interfacce grafiche per Unix. Essi sono dei veri e propri ambienti grafici integrati che rendono ogni azione maggiormente “user-friendly”.
Grazie alla loro adozione l’utente che proviene da Windows non si trova completamente spaesato avendo a disposizione ancora mouse, finestre ridimensionabili con bordi e contorno ed un pulsante speciale che fa pensare al “super-cliccato” Start/Avvio di Windows 9x.
“Sotto” l’ambiente grafico è presente un “motore” Unix basato su riga di comando. Insomma,… in un certo senso quello che era il DOS per Windows 3.1x qualche tempo fa…
Il lettore avrà quindi immediatamente compreso come anche in Linux si abbia uno “spoglio” prompt dei comandi e un gioioso e colorato ambiente grafico. In realtà in Linux non esiste un solo ambiente grafico ma l’offerta è molto ampia. Parleremo ampiamente di questo tema più avanti.
I programmi di utilità sono invece tutte le applicazioni che permettono la gestione del sistema.
Prima dell’installazione
Linux, come ogni altro sistema operativo, per poter funzionare correttamente necessita di una partizione ossia di un’apposita area, all’interno del disco fisso nella quale possa risiedere.
Le partizioni utilizzate da Windows 95 e Windows 98 sono denominate FAT16 e FAT32, Windows NT utilizza partizioni NTFS mentre Windows 2000 è in grado di supportare sia partizioni preparate secondo le specifiche FAT16 sia FAT32 sia NTFS.
Linux utilizza partizioni completamente differenti (EXT2). Si tenga comunque presente che in uno stesso disco fisso possono essere presenti partizioni di tipo diverso: ciò permette di installare ed usare più sistemi operativi.
L’installazione di Linux non impedirà quindi l’utilizzo di Windows.
Dopo aver creato una partizione dedicata a Linux sarà necessario creare un disco di avvio appositamente per Linux. Così come Windows prevede la possibilità di creare un disco di avvio, anche Linux prevede questa opportunità: esso diverrà di importanza essenziale per l’installazione, a meno che non si disponga del CD ROM ufficiale di Linux che permetta di avviare l’installazione in modo automatico direttamente in fase di boot del personal computer.
Avviata l’installazione che differisce da distribuzione a distribuzione, si dovranno essenzialmente configurare alcuni dispositivi di input/output ed impostare una password per l’utente “amministratore” (root).
Vedremo nei prossimi articoli, in dettaglio, le operazioni che precedono l’installazione (preparazione del disco d’avvio e delle partizioni Linux) nonché la procedura di setup vera e propria.