Molti di noi hanno l’abitudine di collegare lo smartphone alla presa elettrica a muro subito prima di andare a letto lasciando poi sotto carica il dispositivo per l’intera nottata.
Si tratta di una pratica corretta oppure sarebbe meglio comportarsi diversamente? Lasciare la batteria sempre alimentata per tante ore, anche quando ha raggiunto un’autonomia pari al 100%, non rappresenta un potenziale problema?
Diciamo subito che il numero di cicli di carica e scarica è limitato: questo parametro accomuna tutte le batterie agli ioni di litio (Li-Ion) ed è un numero finito.
Tutti i produttori di smartphone affermano che le batterie dei loro dispositivi permettono da 300 a 500 cicli di ricarica trascorsi i quali la durata della batteria si ridurrà, anche significativamente.
Kyle Wiens, co-fondatore di iFixIt, conferma che i cicli di ricarica attesi per una batteria degli smartphone è in media pari a 400.
In termini di graduale decadimento delle prestazioni della batteria ciò che va compreso è che le batterie si trovano sottoposte a una continua usura. “Tenere lo smartphone collegato alla presa elettrica durante la notte non influenzerà (o almeno non in maniera significativa, n.d.r.) la durata della batteria“, ha dichiarato Wiens.
Va considerato che se si consuma della metà l’autonomia della batteria dello smartphone, quando si andrà a ricaricarla si ridurrà la sua durata complessiva di metà ciclo. Lasciare in carica lo smartphone durante la notte non influisce sul numero di cicli di ricarica perché essi si riducono unicamente quando il telefono viene effettivamente utilizzato.
Apple spiega bene come vada correttamente inteso un ciclo di ricarica della batteria:
Secondo Wiens 400 cicli di ricarica si raggiungono in circa un anno e mezzo dal primo utilizzo di uno smartphone e non sarebbero certo le ricariche notturne a ridurre la vita delle batterie (ormai scomode perché integrate nel corpo del telefono senza possibilità di una semplice sostituzione).
Il noto produttore di dispositivi per la ricarica Anker ha aggiunto che ogni smartphone, da anni, dispone ormai di un apposito chip integrato che impedisce la ricarica una volta raggiunta una capacità del 100%. A condizione che il telefono sia acquistato da un rivenditore verificato e legittimo non ci sono problemi a lasciare lo smartphone in carica per tutta la notte.
Acerrimo nemico per la durata delle batterie è però la temperatura: se si prevede di lasciare lo smartphone in carica per tutta la notte è bene posizionarlo su di una superficie fresca e che comunque non renda difficoltosa la dissipazione del calore.
Va quindi evitato assolutamente di lasciare il telefono in carica sopra le coperte, sotto un cuscino o in un cassetto.
La temperatura della batteria non dovrebbe superare i 35-38 °C per non avere problemi e non provocare una riduzione della vita della batteria. Sui telefoni Android si può verificarlo semplicemente installando Droid Info quindi selezionando la scheda Batteria in alto.
Tanti produttori, soprattutto coloro che offrono sistemi di ricarica rapida, hanno sviluppato tecnologie che permettono di evitare surriscaldamenti a livello di batteria (il calore si svilupperà al limite solo a livello di caricatore a muro).
Apple indica proprio che oltre i 35°C possono verificarsi problemi sulle batterie: è lecito attendersi un comportamento simile non solo per gli iPhone ma anche per gli smartphone degli altri produttori.
Allo stesso modo, come spiega Battery University, anche il freddo può essere nocivo: effettuare ripetutamente la ricarica di uno smartphone a temperature molto rigide può portare alla generazione di una placcatura metallica sull’anodo della batteria che rimane presente in modo permanente rendendola inutilizzabile nel breve termine.
Wiens ha inoltre osservato che le lamentele più comuni riguardanti la durata della batteria dello smartphone sono quelle relative al fenomeno con cui lo smartphone non si carica oltre un certo valore di capacità o si spegne da sé a una percentuale di carica residua ancora superiore allo 0-2%.
In questi casi è necessario valutare la sostituzione della batteria anche se si può provare ad effettuare la cosiddetta calibrazione: la procedura consiste nello scaricare il dispositivo fino allo 0% per poi caricarlo completamente.
Nell’articolo Caricare la batteria del cellulare: gli errori da evitare per farla durare di più abbiamo raccolto i principali suggerimenti per mantenere pimpante la batteria dello smartphone.
Un ottimo consiglio per evitare problemi in ottica futura consiste comunque nel non portare allo 0%, almeno come abitudine, la batteria dello smartphone. Il consiglio è quello di attivarsi per ricaricare la batteria dello smartphone non appena l’autonomia residua scendesse intorno al 15%.
Solo per effettuare un’eventuale calibrazione si dovrebbe lasciare spegnersi lo smartphone con la batteria allo 0%.
Un ottimo consiglio per ricaricare lo smartphone di notte è semmai quello di non utilizzare le tecnologie di ricarica rapida ma lasciare che la batteria si ricarichi più lentamente. In questo modo il caricabatterie e di conseguenza la batteria lavoreranno con tensioni più basse: Carica batteria veloce: cosa cambia con i vari dispositivi.
In conclusione, con le batterie Li-Ion non c’entra l'”effetto memoria” che accomunava le vecchie batterie al nichel (NiMH e NiCd). Le batterie al litio durano di meno quando invecchiano per via della capacità: esse si degradano a tal punto che un telefono ormai “datato” non raggiunge una ricarica completa (come al momento dei primi utilizzi) ma si ferma all’80% o anche meno. BatteryUniversity la chiama “sindrome del vecchio”.