Il portatile non si spegne più: questa è davvero innovazione?

Negli ultimi anni, i notebook hanno modificato radicalmente i loro schemi di consumo energetico, passando dalla tradizionale modalità di sospensione S3 a Modern Standby, che include gli stati S0 e S0ix. Questi cambiamenti mirano a consentire la ricezione di notifiche e aggiornamenti anche quando non si usa il portatile. Una transizione che ha introdotto, in alcuni casi, problematiche come surriscaldamento e un consumo batteria più elevato. Come districarsi nelle giungla degli stati energetici.

I notebook e gli altri dispositivi portatili guardano da tempo al risparmio energetico. La batteria deve poter durare a lungo, almeno per un’intera giornata di lavoro, senza obbligare gli utenti che operano spesso lontani dall’ufficio a cercare una presa elettrica a muro o una fonte di alimentazione alternativa. I vari stati in cui un computer può trovarsi sono parte della gestione dell’energia e sono comunemente definiti dalla specifica ACPI (Advanced Configuration and Power Interface). Ultimamente, però, il portatile non si spegne più: quando si chiude il notebook, questo resta connesso alla rete, riceve email e addirittura scarica e installa gli aggiornamenti.

Perché il portatile non si spegne più: Modern Standby (stato S0)

Un laptop dovrebbe consentire di lavorare in movimento e, chiudendo lo schermo sulla tastiera, entrare in modalità standby per un uso successivo. Riaprendo “il coperchio” o premendo un tasto, il portatile dovrebbe consentire di riprendere lavoro esattamente da dove lo si era interrotto. Raggiungere questo obiettivo, apparentemente semplice, è diventato sempre più complicato negli ultimi tempi. E pure inspiegabilmente.

La stragrande maggioranza dei sistemi portatili, fino a qualche tempo fa supportava e abilitava per impostazione predefinita la modalità di standby S3. S3 è uno stato di “riposo” (sleep) in cui tutti i componenti sono spenti tranne la RAM e la cache della CPU, il che rappresenta un buon compromesso tra consumo energetico e tempo di ripresa del lavoro.

Nel 2012, Microsoft ha iniziato a implementare il concetto di Modern Standby, con l’obiettivo di sostituire S3. Obiettivo era appunto quello di permettere la ricezione di aggiornamenti e notifiche anche durante lo standby del portatile. Nel tempo, sembra che la società di Redmond abbia di fatto imposto la migrazione dalla modalità di standby S3 a quella S0, per migliorare l’efficienza energetica e le funzionalità.

Differenza tra stato S0 e S0ix

Modern Standby può essere classificato in due stati principali: S0 e S0ix. Sebbene possano sembrare simili, presentano differenze significative in termini di funzionamento e utilizzo delle risorse.

S0 rappresenta lo stato di “operatività attiva”, in cui il sistema è completamente operativo e in grado di eseguire tutte le sue funzioni. A differenza dello stato tradizionale S3, in cui il sistema riduce drasticamente il consumo energetico e interrompe la maggior parte delle attività, S0 consente ai dispositivi di rimanere attivi, permettendo operazioni come la ricezione di notifiche, la sincronizzazione dei dati e l’esecuzione di attività in background.

Nello stato S0, come osservato brevemente in precedenza, il sistema mantiene un certo livello di attività, consentendo di ricevere segnali anche dai moduli WiFi e Bluetooth. L’idea è quella di mettere i moderni portatili nelle condizioni di rispondere rapidamente agli input degli utenti o a eventi di rete, come email o messaggi in arrivo.

Definizione di S0ix

Come spiega anche Intel, S0ix raccoglie una serie di stati di risparmio energetico all’interno della categoria S0, progettati per ottimizzare ulteriormente il consumo energetico in Modern Standby. I diversi stati S0ix (come S0i3, S0i5, ecc.) sono caratterizzati da diversi livelli di consumo energetico e funzionalità. Questi stati consentono al sistema di ridurre il consumo energetico al minimo necessario mentre rimane in grado di eseguire operazioni essenziali.

Quando un dispositivo entra in uno stato S0ix, può ridurre la potenza utilizzata dalla CPU e dalle periferiche, disattivando temporaneamente alcune funzioni non necessarie. Tuttavia, è in grado di riprendere rapidamente le normali operazioni senza un riavvio completo, il che lo rende molto più reattivo rispetto agli stati di sospensione tradizionali.

I problemi dei portatili che non si spengono più

L’orientamento è ormai segnato: Modern Standby è una realtà radicata nella stragrande maggioranza dei sistemi portatili avanzati che si trovano in commercio.

L’introduzione della modalità S0ix ha portato a problemi significativi, come il surriscaldamento dei laptop e un consumo più incisivo della batteria. Esattamente ciò che si voleva evitare. Nonostante Microsoft e Intel affermino che S0ix dovrebbe funzionare e portare benefici concreti, le problematiche persistono in diversi modelli di notebook.

Sebbene S3 sia ancora supportata da alcune CPU e produttori di laptop, la migrazione verso S0ix sta progressivamente conducendo a un allontanamento dallo storico stato S3. I produttori smettono di correggere bug relativamente al supporto S3 e cessano di mantenere la funzionalità. Una situazione che di fatto ha creato laptop che non sono più portatili, con una modalità S0ix non funzionante e uno stato S3 rimosso o non utilizzabile praticamente.

Sui sistemi Windows accade che la modalità S0 sia ormai attiva per default e risulti peraltro complesso modificarla. Date un’occhiata alla gestione del risparmio energetico in Windows.

Su Linux, in aggiunta, gli utenti devono fare i conti con il supporto dello stato energetico S0 che spesso non è ottimale in quanto non esistono driver pienamente compatibili.

Perché la modalità S3 rimane utile

Come abbiamo detto in precedenza, la modalità S3, comunemente nota come “Sleep” o “Suspend to RAM“, è una delle modalità di risparmio energetico storicamente più apprezzata.

In modalità S3, infatti, il sistema si mette in uno stato di bassa potenza: alcune componenti sono spente, mentre altre rimangono attive. CPU, unità di memorizzazione dati (i.e. hard disk e SSD), scheda video e periferiche non necessarie, sono automaticamente disattivate.

La RAM, invece, resta alimentata come alcune porte USB che possono rimanere attive per consentire la ricarica di dispositivi esterni, come smartphone o tablet. Alcuni componenti del chipset posto sulla scheda madre, come il controller di gestione dell’energia, restano attivi per gestire gli eventi di risveglio e monitorare lo stato delle periferiche. Lo stesso circuito Wake-on-LAN consente di riattivare il computer tramite la rete.

Cosa fare e come ripristinare S3

Se considerate S0 un’inutile imposizione, perché un laptop dovrebbe essere un laptop e non restare sempre parzialmente sveglio in attesa di aggiornamenti, email e notifiche (si possono certamente gestirli una volta ripreso il lavoro), il consiglio è di accertarsi prima dell’acquisto che il portatile di proprio interesse supporti pienamente la modalità S3. Lo stato S3 è infatti ancora supportato da CPU e da alcuni produttori, che lasciano gli utenti nelle condizioni di decidere che cosa utilizzare.

In ambiente Linux si può usare il comando cat /sys/power/mem_sleep per visualizzare le modalità di sospensione disponibili e utilizzabili (nella risposta, tra parentesi quadre, c’è quella correntemente in uso).

In Windows suggeriamo di aprire una finestra del terminale premendo Windows+X quindi scegliendo Terminale oppure Windows PowerShell (a seconda che si utilizzi, rispettivamente, Windows 11 o Windows 10). Digitando powercfg /a si ottiene la lista delle modalità disponibili e quelle in uso.

Se premendo Windows+R quindi digitando powercfg.cpl si trovasse un solo profilo energetico disponibile, senza la possibilità di sceglierne altri, neppure usando i diritti di amministratore, allora potete provare ad applicare un semplice trucco.

Windows: attivare tutte le modalità e i profili energetici possibili

In Windows 11 (com’è possibile fare anche con Windows 10), si può digitare cmd nella casella di ricerca del sistema operativo, scegliere Esegui come amministratore quindi incollare ciò che segue:

reg add HKLM\SYSTEM\CurrentControlSet\Control\Power /v PlatformAoAcOverride /t REG_DWORD /d 0 /f

Dopo aver riavviato il sistema, la finestra Opzioni risparmio energia permette di selezionare altri profili e di attivare, ove possibile, la modalità S3 anziché Modern Standby. Per annullare le modifiche e tornare a Modern Standby, si può usare il seguente comando:

reg delete HKLM\SYSTEM\CurrentControlSet\Control\Power /v PlatformAoAcOverride /f

L’imposizione di S0 arriva a valle di una serie di cambiamenti che si sono susseguiti nel corso degli anni, tutti volti a rendere i sistemi portatili utilizzabili il più velocemente possibile, recuperando lo stato precedente nel più breve tempo. Eppure a noi piace ancora lo stato S4 di ibernazione che da tempo Microsoft ha nascosto nelle “pieghe” di Windows.

La cara vecchia ibernazione (S4)

In questo vortice infinito che ha portato a realizzare portatili in grado di permettere la ripresa del lavoro in tempo zero, l’ibernazione (S4) resta sempre il miglior modo per spegnere completamente un PC, con la possibilità di ripartire da dove si era rimasti.

A differenza della modalità S3, che mantiene alimentata la RAM, la modalità di ibernazione salva lo stato del sistema sull’unità di memorizzazione locale e toglie del tutto l’alimentazione al PC, con ovvi benefici in termini di autonomia della batteria. Certo, leggere dal file hiberfil.sys il precedente stato del computer e riportarlo in memoria RAM ha un costo che comunque resta accettabile, in termini prestazionali, con le unità SSD di oggi.

Per chi non avesse fretta e preferisse azzerare i consumi, in un altro articolo abbiamo visto come aggiungere l’ibernazione in Windows.

Credit immagine in apertura: iStock.com – batuhan toker

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