Meglio Windows 10 o 11? I motivi per aggiornare a Windows 11 e quelli per non farlo

Quali sono i motivi che inducono a restare con Windows 10 e quali le ragioni per passare a Windows 11, ultima versione del sistema operativo Microsoft.

Microsoft sta puntando molto su Windows 11 e ha descritto il nuovo sistema operativo come sufficientemente maturo per essere distribuito all’intera platea di utenti di Windows 10 o almeno a tutti coloro che utilizzano un dispositivo compatibile. Ma è meglio Windows 10 o 11? In quali situazioni vale la pena passare al sistema operativo più recente, e in quali altre è preferibile restare ancorati a Windows 10?

Va detto che Microsoft non obbliga al passaggio a Windows 11: nella schermata principale di Windows Update, sui sistemi Windows 10, compare sempre più spesso il messaggio che esorta ad aggiornare. In alcune circostanze si potrebbe veder apparire un avviso a schermo intero che invita a migrare a Windows 11.

Sappiate che se si volesse prendere tempo e restare con Windows 10, evitando qualsiasi messaggio, basta impostare la versione target da usare. Specificando la volontà di continuare a usare solo ed esclusivamente Windows 10 22H2 (ultima versione disponibile fino al ritiro del sistema operativo, fissato per metà ottobre 2025), si eviterà qualunque esortazione a passare a Windows 11.

Perché restare con Windows 10 ed evitare l’aggiornamento a Windows 11

Chiedersi se sia meglio Windows 10 o 11 ha perfettamente senso, considerato anche che la data di fine supporto di Windows 10 è sempre più vicina (14 ottobre 2025). La scelta tra Windows 10 e Windows 11 dipende comunque da vari fattori, tra cui prestazioni, interfaccia utente, compatibilità e sicurezza.

Windows 11 è davvero un cantiere aperto?

Rilasciato in versione finale il 5 ottobre 2021, Windows 11 non è più un sistema operativo al debutto. In particolare, dopo il rilascio di un nuovo feature update, si registrano segnalazioni di incompatibilità e problemi di varia natura.

Microsoft ha più volte rimarcato di aver investito molto sul miglioramento delle prestazioni di Windows 11 rispetto al sistema operativo predecessore. Se con alcune configurazioni ciò è sicuramente vero, soprattutto in alcuni casi Windows 11 è ancora un “cantiere aperto”.

Il consiglio è quello di installare Windows 11 24H2, che migliora significativamente le prestazioni anche con le vecchie CPU. Magari, sui sistemi utilizzati per scopi produttivi, si può aspettare l’inizio del 2025 per iniziare a programmare il passaggio a Windows 11 24H2 e lasciare che Microsoft risolva tutte le problematiche residue.

Suggeriamo anche di dare un’occhiata alla pagina Known issues and notifications: qui l’azienda di Redmond riassume i problemi che restano da sistemare in Windows 11 24H2.

Windows 10 è supportato fino a ottobre 2025

Windows 10 resta supportato – con il rilascio degli aggiornamenti di sicurezza – fino al 14 ottobre 2025 in tutte le edizioni, comprese Enterprise ed Education.

Ciò significa che fino a quella data tutte le installazioni di Windows 10 potranno continuare a essere messe in sicurezza mediante l’applicazione degli aggiornamenti periodici ufficialmente distribuiti da Microsoft attraverso Windows Update.

Dopo metà ottobre 2025 aziende e professionisti possono attivare l’opzionale programma a pagamento ESU (Extended Security Updates) per continuare a ricevere (fino a 3 anni con costi crescenti) gli aggiornamenti di sicurezza da parte di Microsoft. Lo stesso programma è esteso per un anno agli utenti privati che possono quindi ricevere le patch di sicurezza per Windows 10 fino a ottobre 2026, al costo di 30 dollari per macchina.

Se vi siete chiesti cosa succederà a ottobre 2025 dopo la fine del supporto di Windows 10, la risposta è: semplicemente nulla. Le installazioni di Windows 10 continueranno a funzionare regolarmente così come avvenuto in precedenza. In ottica futura, tuttavia, bisognerà progressivamente tenere conto nell’indisponibilità di nuovi aggiornamenti di sicurezza. È comunque probabile che Microsoft distribuisca comunque patch correttive per le problematiche più critiche, anche dopo il 14 ottobre 2025.

C’è poi l’alternativa 0patch che offre aggiornamenti Windows 10, per tutti gli utenti interessati, almeno fino al 2030.

Windows 10 resta compatibile con la stragrande maggioranza dei sistemi

Con il lancio di Windows 11 Microsoft ha reso più stringenti i requisiti per l’installazione del sistema operativo. Lo abbiamo visto nell’articolo in cui parliamo di come prepare il PC per l’installazione di Windows 11.

Windows 10 non richiede l’utilizzo del chip TPM, assicura massima compatibilità anche con le macchine più vecchie ed è disponibile anche nelle versioni a 32 bit installabili su sistemi ormai datati che non risultano compatibili con l’architettura x86-64. Di contro, Windows 11 è distribuito solo nelle versioni a 64 bit.

Se volete Windows 11, avrete bisogno di un processore Intel Core di ottava generazione o successivo oppure un processore AMD Ryzen 2000 o più recente. Questo requisito taglia fuori un ampio ventaglio di PC che con Windows 10 offrono ottime prestazioni e che non si capisce perché non siano dichiarati compatibili anche con Windows 11.

Ci sono diversi modi per installare Windows 11 sui PC non compatibili scavalcando tutti i requisiti di sistema ma Microsoft ha più volte rimarcato che attraverso Windows Update potrebbero non arrivare più gli aggiornamenti su questi sistemi, compresi quelli legati a problematiche di sicurezza. Per adesso non è mai successo nulla di simile.

Anzi, abbiamo scoperto come usare Assistente aggiornamento Windows 11 per passare alla versione più recente della piattaforma Microsoft.

Mancata compatibilità con alcuni programmi e driver

Passare da una major release all’altra di un sistema operativo è sempre un cambiamento importante. Alcune applicazioni potrebbero non risultare pienamente compatibili con Windows 11 e presentare qualche problema di funzionamento.

Fastidi del genere possono evidenziarsi anche con alcuni driver, anche se messaggi come Impossibile caricare driver su questo dispositivo Windows 11 possono essere facilmente superati.

In caso di problemi si può tornare a Windows 10 perché tutti i file che consentono di effettuare un eventuale ripristino del sistema vengono salvati nella cartella Windows.old.

Dopo un aggiornamento a Windows 11 il nostro suggerimento è comunque quello di aumentare il numero di giorni per tornare a Windows 10: in questo modo il contenuto della cartella Windows.old non sarà cancellato a stretto giro (di default dopo 10 giorni dall’avvenuto aggiornamento a Windows 11).

Assenza della Timeline in Windows 11, Esplora file rivisto e design più essenziale

L’interfaccia di Windows 11 appare decisamente più essenziale rispetto a quella di Windows 10: la struttura di Esplora file è ampiamente rivista con la rimozione di tanti menu e pulsanti.

Premendo il tasto destro, inoltre, appare un menu contestuale molto “asciutto” che non consente di accedere a tutti i comandi disponibili nelle precedenti versioni di Windows. Microsoft sembra aver voluto “comprimere” il menu contestuale presentandone uno nuovo a due livelli anche, forse, per nascondere le voci aggiuntive inserite dai programmi di terze parti.

A nostro avviso, tuttavia, non è nascondendo alcuni elementi che si rende più pulito il sistema operativo: semmai dovrebbe essere reso più semplice pulire il menu contestuale.

La maggior parte delle scelte fatte in Windows 11 in termini di interfaccia utente sono modificabili agendo sul registro di sistema. Ne abbiamo parlato nell’articolo su come velocizzare e ottimizzare Windows 11: ma perché obbligare l’utente a un lavoro aggiuntivo per ripristinare ciò che c’era già in Windows 10?

La barra delle applicazioni, inoltre, non è ancora personalizzabile come avviene in Windows 10 e non può essere liberamente riposizionata.

La gestione delle icone nella traybar è al momento insufficiente e chi vuole mostrarle tutte deve necessariamente attivarle una per una digitando Impostazioni della barra delle applicazioni nella casella di ricerca e cliccare su Altre icone della barra delle applicazioni.

Se la Timeline di Windows 10 vi è sempre piaciuta e ritenete utili le indicazioni sugli ultimi documenti e file sui quali si è lavorato, sappiate che in Windows 11 essa non esiste più.

I motivi per aggiornare a Windows 11 e abbandonare Windows 10

Migliorare le prestazioni con i sistemi più recenti

Gli sviluppatori di Microsoft hanno lavorato su molteplici aspetti per migliorare le prestazioni di Windows 11 rispetto a Windows 10: secondo l’azienda di Redmond Windows 11 è più veloce di Windows 10 a parità di hardware. Da questo punto di vista, come accennato in precedenza, Windows 11 24H2 ha permesso di compiere un netto balzo in avanti: paradossalmente, l’aggiornamento al feature update rilasciato a inizio ottobre 2024 mette in evidenza performance migliorate anche con i processori che Windows 11 non supporta in via ufficiale.

Windows 11 utilizza un nuovo meccanismo per la gestione della memoria RAM riducendo l’impatto che hanno i vari programmi contemporaneamente aperti sul sistema. Le risorse disponibili sono messe a disposizione di tutte le applicazioni ma quelle in esecuzione in primo piano hanno sempre maggiore priorità. Con alcuni accorgimenti, Microsoft ha quindi potuto ridurre significativamente l’occupazione della memoria RAM.

Microsoft ha dimostrato che anche quando la CPU è sotto stress (ad esempio con un carico di lavoro pari al 90%) le app di Office si aprono velocemente in Windows 11, a dispetto quindi di un workload importante.

Rispetto a Windows 10, inoltre, la RAM può rimanere alimentata quando il PC è in modalità di sospensione: in modo modo il sistema può risvegliarsi fino al 25% più velocemente.

In Windows 11 Microsoft ha inoltre esteso l’uso delle tecnologie di compressione: per le applicazioni meno importanti i binari vengono estratti su richiesta riducendo il quantitativo di dati occupati da una stessa applicazione sul disco.

A partire da Windows 11 24H2, inoltre, gli aggiornamenti sono fino al 50% più veloci da scaricare e installare.

Interfaccia più pulita con l’abbandono delle live tile

Se è dai tempi di Windows 8 che non sopportate le live tile ovvero le “piastrelle” che nel menu Start mostrano dinamicamente informazioni utili (?), sappiate che in Windows 11 sono scomparse del tutto. In questo senso, il menu Start diventa da un lato più statico, pur sacrificando alcune possibilità di personalizzazione.

Le informazioni sull’attualità e sugli argomenti potenzialmente d’interesse per gli utenti sono raccolte nel pulsante Widget. Se vi desse fastidio, sappiate che è possibile rimuoverlo, come spiegato in uno degli articoli citati in precedenza, con un semplice intervento sul registro di sistema. Basta digitare quanto segue dal prompt dei comandi aperto con i diritti di amministratore:

reg add HKLM\SOFTWARE\Policies\Microsoft\Dsh /v AllowNewsAndInterests /t REG_DWORD /d 0 /f

Gestione dei desktop virtuali migliorata

Al posto della Timeline, nella barra degli strumenti di Windows 11 campeggia l’icona per lavorare con i desktop virtuali. Grazie a questa funzionalità si possono ad esempio separare le applicazioni che si usano per la produttività da quelle adoperate per uso personale, per lo svago e l’intrattenimento.

Cliccando con il tasto destro su un desktop virtuale è possibile rinominarlo, spostarlo e scegliere uno sfondo personalizzato.

Addio a Cortana

Windows 11 segna l’addio definitivo a Cortana: l’assistente digitale un tempo strettamente integrato con Windows 10, è dapprima diventato un’applicazione a sé stante da usare solo per migliorare la produttività. Per poi essere definitivamente abbandonato.

Per chi non ne ha mai sopportato la presenza, l’assenza di Cortana da Windows 11 è certamente una buona notizia.

Il posto di Cortana è però assunto dalle funzionalità legate a Copilot: il grosso di esse è fruibile dai PC Copilot+ ovvero dai sistemi che, dotati di NPU e prestazioni sufficienti (almeno 40 TOPS), riescono a sostenere l’elaborazione in locale di workload correlati con l’intelligenza artificiale.

Per tutti gli altri c’è comunque la possibilità di dialogare con l’assistente digitale Copilot per tramite del browser Edge, ad esempio per ottenere risposte in tempo reale o generare immagini su richiesta.

Snap Layout e supporto migliorato per le configurazioni multimonitor

Lasciando il puntatore del mouse sull’icona della barra del titolo mostrata in qualunque finestra di Windows 11, compare la griglia di Snap Layout, una funzione che non verrà portata anche in Windows 10 e che permette di disporre le varie finestre aperte secondo uno schema ben preciso. È utile per tenere d’occhio cosa accade in un programma mentre si sta lavorando su altre applicazioni.

In Windows 10 si può usare il PowerToy chiamato FancyZones oppure usare altri espedienti per affiancare le finestre sul desktop e gestire lo spazio disponibile sullo schermo.

A proposito di schermi, Windows 11 migliora significativamente il supporto multimonitor: quando si collega un display aggiuntivo il sistema operativo ricorda come l’utente aveva disposto le varie finestre, ne salva la posizione per ripristinarle automaticamente a un nuovo collegamento dello stesso monitor.

Niente più modalità tablet

La decisione di accantonare la modalità tablet di Windows 10 è per noi più un pregio che un difetto. Quando si passa alla modalità tablet, Windows 10 mostra un menu Start a tutto schermo che richiama alla mente la devastante esperienza di Windows 8.

Con Windows 11 i dispositivi si comportano un po’ come gli Apple iPad: quando si passa da una modalità all’altra gli elementi dell’interfaccia diventano semplicemente un po’ più semplici da “toccare”.

Microsoft ha anche aggiunto delle gesture per aprire e chiudere le finestre, passare da un desktop all’altro, nuove opzioni in Windows Ink Workspace e un’ombreggiatura che compare al tocco.

Possibilità di eseguire applicazioni Android in modo “nativo”

Passateci il termine “nativo”: con Windows 11 Microsoft ha abbracciato le app Android permettendo di installarle a livello di sistema operativo, con la possibilità di visualizzarne l’icona nella barra delle applicazioni, nel menu Start, sul desktop e nelle altre aree del sistema. Un po’ come permette di fare BlueStacks.

La virtualizzazione nativa utilizzata da Windows Subsystem for Android (WSA), disponibile solo in Windows 11 e non in Windows 10, isola il sistema ospite (in questo caso la macchina virtuale Android) dall’hardware fisico ma tramite l’hypervisor di Hyper-V è possibile sfruttarne al massimo le prestazioni.

La brutta notizia è che, salvo cambi di programma, WSA non sarà più supportato in Windows 11 già a partire dal 5 marzo 2025. Microsoft ha scelto di abbandonare WSA per via della fredda accoglienza da parte degli utenti. In realtà, il problema è a monte: l’azienda di Redmond ha scelto di legarsi all’Amazon App Store, senza spiegare agli utenti che avrebbero potuto invece eseguire app Android provenienti da altre fonti.

In un altro articolo abbiamo fatto un confronto tra BlueStacks e WSA e spiegato che con il sideloading è anche possibile installare Google Play Store in Windows.

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