HbbTV: cos'è, come funziona e quale sarà il suo successore

Quando nasce HbbTV e quali sono le sue prospettive future: vediamo da vicino qual è il funzionamento dello standard industriale per la TV interattiva. DVB-I potrà in futuro sostituirlo?
HbbTV: cos'è, come funziona e quale sarà il suo successore

Un tempo la televisione era uno strumento che utilizzava essenzialmente uno schema unidirezionale. I contenuti on demand non esistevano ed era unicamente possibile fruire del palinsesto dei vari canali. Da tempo HbbTV ha contribuito a rivoluzionare questo approccio: le smart TV, capaci di collegarsi al router locale (via Ethernet o WiFi) e quindi alla rete Internet, diventano così non soltanto in grado di ricevere i flussi multimediali ma anche inviare dati.

Quando un utente sta visionando un canale TV che supporta HbbTV, la smart TV rileva la presenza dell’applicazione HbbTV e visualizza quella che è chiamata una “call-to-action“. Un messaggio, un logo, un piccolo banner informano l’utente che è possibile premere un tasto per attivare la funzione HbbTV (di solito il tasto blu o la freccia su sul telecomando del televisore).

Cos’è e come funziona HbbTV

Iniziamo dal significato. HbbTV sta per Hybrid Broadcast Broadband TV: si tratta di uno standard industriale che consente l’integrazione di servizi televisivi tradizionali con contenuti e servizi interattivi accessibili via Internet.

Logo HbbTV

Nell’immagine, il logo di HbbTV.

Come accennato nell’introduzione, la tecnologia permette agli utenti di accedere a una vasta gamma di funzionalità aggiuntive direttamente dal proprio televisore: contenuti on-demand (su richiesta), informazioni supplementari sui programmi, possibilità di partecipare a sondaggi, quiz e altre attività interattive. È spesso possibile “riavviare” il programma trasmesso sul canale del network televisivo (catch-up TV).

HbbTV aggiunge insomma l’interattività combinando il broadcasting tradizionale con le potenzialità offerte dal collegamento Internet.

La storia di HbbTV

HbbTV è nato a novembre 2009 da un progetto congiunto francese (H4TV) e tedesco (HTML profil). Il consorzio HbbTV, diventato poi un’associazione, ha invitato a partecipare altri soggetti che sono diventati membri a pieno titolo (era il 2011). Unendo le forze con Open IPTV Forum, le due associazioni hanno potuto cooperare per integrare e allineare varie tecnologie televisive sui diversi mercati.

Blocchi costitutivi HbbTV

In figura, i blocchi costitutivi di HbbTV (tratto da “Overview about HbbTV architecture“).

Uno strumento come HbbTV vuole fungere da cappello unico per IPTV ossia per i servizi televisivi forniti attraverso una connessione Internet a banda larga; OTT (Over-The-Top, servizi video e contenuti forniti direttamente agli utenti attraverso la rete Internet, senza il coinvolgimento di un operatore televisivo tradizionale); trasmissioni ibride (combinazione di servizi televisivi tradizionali con contenuti e servizi interattivi accessibili da una rete dati); TV a banda larga.

Il funzionamento nel dettaglio

I contenuti accessibili mediante HbbTV altro non sono che pagine Web: sono infatti applicazioni realizzate utilizzando HTML, CSS e JavaScript.

Quando il televisore dell’utente si sintonizza su di un canale televisivo, il segnale broadcast può contenere un “trigger” che indica al televisore di connettersi a un server Internet per scaricare e visualizzare contenuti aggiuntivi. L’informazione è trasmessa sotto forma di metadato e il TV prova a connettersi con il server remoto, ovviamente, quando risulta disponibile una connessione di rete attiva e funzionante.

  • Segnalazione: Il segnale broadcast contiene metadati che indicano la disponibilità di contenuti HbbTV.
  • Attivazione: L’utente attiva i servizi HbbTV tramite il telecomando.
  • Caricamento: Il dispositivo HbbTV carica l’applicazione dal server broadband.
  • Esecuzione: L’applicazione HbbTV viene eseguita nel browser integrato del dispositivo.
  • Interazione: L’utente interagisce con l’applicazione, accedendo a contenuti aggiuntivi, servizi interattivi e così via.

Il server remoto, collegato alla rete Internet, può essere gestito dai broadcaster (network televisivi) o da terze parti: è utilizzato per trasferire agli utenti – sui loro TV – i contenuti richiesti. Il software integrato nel dispositivo client (detto anche middleware) gestisce la ricezione dei segnali broadcast, la connessione Internet e l’esecuzione delle applicazioni HbbTV. Il browser integrato nel televisore è quindi utilizzato per caricare e visualizzare le pagine HbbTV. È inoltre compatibile con i principali sistemi DRM (Digital Rights Management), utilizzati per proteggere i flussi in streaming e proteggere il diritto d’autore.

I network televisivi hanno il vantaggio di poter profilare gli utenti (previa acquisizione del consenso informato), mostrando contenuti e pubblicità mirata sui dati di visualizzazione e sulle preferenze di ciascun utente.

Evoluzione e successori dell’HbbTV

Sebbene HbbTV sia nato ormai diversi anni fa e molti di noi lo utilizzino da telecomando da tempo immemorabile (si pensi a Rai Play e Rai TV+, a Mediaset Infinity, a Discovery+, all’app disponibile su La7/La7d), lo standard industriale è continuamente in aggiornamento. Lo si deve anche sul sito ufficiale del progetto.

HbbTV 2.0, ad esempio, ha introdotto numerose migliorie, tra cui contenuti video di qualità e ad alta definizione (supporto UHD e HDR), protezione DRM estesa, ulteriori funzioni interattive.

Sempre HbbTV 2.0 ha aggiunto il supporto completo per HTML5 oltre che per le tecnologie Web moderne, l’integrazione con dispositivi secondari (smartphone, tablet) e il cosiddetto Push VOD ovvero la possibilità di “spingere” contenuti on-demand sul dispositivo dell’utente.

Con il futuro lancio di HbbTV 3.0, lo standard potrebbe integrare il supporto di sistemi come 5G Broadcast così da poter ricevere contenuti di qualità ancora più elevata, con una latenza bassissima.

HbbTV potrebbe essere soppiantato da DVB-I ?

Con la diffusione delle smart TV, c’è uno standard accettato a livello internazionale che potrebbe soppiantare, in ottica futura, HbbTV. Si chiama DVB-I e permetterà di trasferire contenuti multimediali via Internet, direttamente sui TV degli utenti, senza più bisogno di un canale tradizionale a supporto. In altre parole, non c’è più bisogno che il televisore riceva dal broadcaster il metadato contenente il riferimento al server remoto a cui collegarsi. Di fatto, sulla smart TV il cavo antenna potrebbe essere del tutto scollegato per ricevere i contenuti DVB-I.

DVB, acronimo di Digital Video Broadcasting, è un insieme di standard internazionalmente accettati per la televisione digitale. Sviluppato dal DVB Project, un consorzio industriale con oltre 200 membri, DVB definisce le specifiche per la trasmissione e la ricezione di contenuti televisivi digitali in tutto il mondo. In un certo senso, DVB-I ha quindi un respiro più internazionale rispetto ad HbbTV che è rimasta un’iniziativa fondamentalmente europea, seppur riconosciuta anche al di fuori dei confini del vecchio continente.

In seno al DVB Project sono nati standard ben noti e affermati come DVB S2 per la TV satellitare e DVB T2, seconda generazione del digitale terrestre che in Italia dovrebbe cominciare a prendere il via, dopo anni di rinvii, dal 28 agosto 2024 (con Rai in prima fila).

Suggeriamo, però, in fase di acquisto di una nuova smart TV, di selezionare prodotti compatibili DVB-I. All’orizzonte c’è infatti un nuovo bollino di certificazione per i TV con supporto DVB-I.

DVB-I: vantaggi e differenze rispetto a HbbTV

Abbiamo già detto che DVB-I non richiede un’infrastruttura di broadcasting tradizionale, permettendo una distribuzione più flessibile dei contenuti. Offre un’esperienza coerente su tutti i dispositivi; essendo basata interamente su IP, DVB-I può scalare più facilmente per soddisfare la crescente domanda di streaming video; elimina la necessità di mantenere infrastrutture broadcast separate, potenzialmente riducendo i costi operativi.

Almeno nella prima fase, DVB-I non è destinato a sostituire completamente HbbTV, ma piuttosto a completarlo. Basti pensare che lo standard DVB-I include disposizioni per l’esecuzione di applicazioni HbbTV in un ambiente puramente IP (HbbTV over DVB-I), le emittenti possono adottare DVB-I mantenendo la compatibilità con i servizi HbbTV esistenti e infine DVB-I può estendere i servizi interattivi HbbTV a un pubblico più ampio, non limitato ai dispositivi TV tradizionali.

Mentre HbbTV ha gettato le basi per l’integrazione tra broadcast e broadband, DVB-I fa un ulteriore passo avanti verso un ecosistema TV completamente basato su IP (Internet Protocol). È ragionevole prevedere che HbbTV e DVB-I coesisteranno per un periodo piuttosto lungo, con DVB-I che gradualmente assumerà un ruolo più prominente man mano che l’industria si sposterà verso soluzioni costruite su IP.

Il futuro della televisione sembra comunque orientarsi verso una convergenza tra i vari standard, offrendo agli spettatori un’esperienza sempre più ricca, interattiva e personalizzata, indipendentemente dalla rete e dal dispositivo utilizzati.

Credit immagine in apertura: iStock.com – simpson33

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