FTTH (Fiber-to-the-Home) è la “vera fibra” perché il cavo in fibra ottica arriva fino al router dell’utente finale e non si ferma, ad esempio, all’armadio stradale.
Abbiamo visto le differenze tra FTTx e in che misura le connessioni FTTH possono offrire prestazioni nettamente migliori grazie all’assenza del problema della diafonia e all’attenuazione praticamente irrilevante rispetto al rame.
Basti pensare che l’attenuazione di segnale che si rileva su un collegamento in rame alla distanza di 2-3 chilometri è la stessa che si può misurare su un collegamento in fibra lungo ben 150 chilometri o più.
Con il termine fibra misto rame si fa riferimento a uno schema di collegamento che tipicamente utilizza la fibra ottica fino all’armadio stradale. A partire dall’armadio stradale fino all’utenza dell’abbonato (rete secondaria) il collegamento prosegue con il tradizionale doppino telefonico in rame.
Nel caso delle connessioni fibra misto rame FTTC (Fiber-to-the-Cabinet) il cavo fibra arriva fino all’armadio in strada (“cabinet“) mentre nello schema FTTE (Fiber-to-the-Exchange) la tratta in rame è ancora più lunga. In questo caso, infatti, gli apparati DSLAM sono installati in centrale, come avveniva con ADSL, e non “delocalizzati” in strada in una posizione fisicamente più vicina all’unità immobiliare dell’abbonato.
Le connessioni FTTC e FTTE fibra misto rame vengono contrassegnate in fase pre-contrattuale e al momento della sottoscrizione di un abbonamento con il bollino giallo “FR”. Nel caso delle offerte fibra FTTH il bollino è verde (“F”).
Si sta spingendo sempre di più sulla copertura del Paese con tecnologia FTTH: il Piano Italia a 1 Giga prevede che entro il 2026 vengano raggiunti in FTTH tutti i numeri civici dove oggi non si arriva a 300 Mbps, nelle aree grigie e nere ovvero dove già c’è concorrenza tra gli operatori di telecomunicazioni.
I bandi per l’adeguamento della rete e la realizzazione, ove necessario, di nuove infrastrutture sono stati vinti da Open Fiber e FiberCop (TIM-Fastweb-KKR).
Le due aziende, anche in vista della potenziale realizzazione di una rete unica, hanno già avviato una collaborazione per velocizzare la copertura FTTH delle aree bianche.
Ciononostante al momento la fibra misto rame è ampiamente la modalità di connessione da postazione vista più utilizzata in Italia.
Lo conferma l’Osservatorio sulle comunicazioni di AGCOM (aprile 2022) che pone la fibra misto rame al 51% circa per numero di utenti che la utlizzano mentre la fibra FTTH si attesta al 13,3%. Valori ancora importanti (27%) per le connessioni in rame (di fatto le vecchie ADSL).
Gli accessi FWA in modalità wireless valgono circa l’8,5% del mercato.
Fonte: AGCOM, Osservatorio sulle comunicazioni, aprile 2022
In mancanza della copertura FTTH e in attesa che essa venga ampliata, le connessioni fibra misto rame consentono comunque di raggiungere velocità di trasferimento dati in alcuni casi molto maggiori di quelle ottenibili con ADSL.
Ciò è possibile grazie alle tecnologie VDSL/VDSL2 (Very-high-bit-rate digital subscriber line) ed EVDSL (Enhanced VDSL).
Soprattutto nel caso delle utenze che distano più di 200 metri dall’armadio stradale viene utilizzato il profilo 17a: esso permette teoricamente di toccare i 100 Mbps in downstream e i 50 in upstream. Commercialmente le connessioni sono venute come 100/20 Mbps (con il secondo valore che si riferisce all’upstream).
Nel caso di linee lunghe viene utilizzato il profilo base 17a e talvolta viene forzato l’aggancio della portante con un valore SNR di 9 dB o addirittura 12 dB (di solito si utilizza un profilo con SNR a 6 dB): questo per evitare che la diafonia e altre interferenze presenti sul cavo rame possano portare a improvvise disconnessioni.
L’utilizzo di profilo piuttosto che di un altro è facilmente accertabile accedendo al pannello di amministrazione del modem router quindi portandosi nella sezione contenente i dati statistici di linea.
Utilizzando EVDSL con profilo 35b è addirittura possibile arrivare fino a 400 Mbps in downstream per le utenze molto vicine all’armadio stradale. Gli operatori di telecomunicazioni che offrono il servizio FTTC mettono comunque a disposizione fino a 200 Mbps o in alcuni casi 300 Mbps in downstream.
Con VDSL/EVDSL la larghezza di banda crolla letteralmente già a partire da 300-400 metri di distanza dall’armadio stradale. Ecco perché una vecchia ADSL, nel caso di linee lunghe potrebbe in qualche caso mostrarsi addirittura più stabile rispetto a uno schema fibra misto rame.
Per ridurre i problemi derivanti dalla diafonia ovvero dalle interferenze determinate dalle coppie in rame vicine a quella che si sta utilizzando, da metà 2020 AGCOM ha aperto all’utilizzo del vectoring da parte degli operatori.
Il vectoring è una tecnica che necessita del coinvolgimento dei vari operatori ma che permette di ridurre in maniera significativa il problema della diafonia.
Qual è il limite della fibra misto rame? Abbiamo presentato una serie di considerazioni in tema di velocità della fibra.
Nel documento sull’offerta di riferimento 2022 del Gruppo Telecom Italia si trovano una serie di espliciti riferimenti all’uso del VDSL bonding per “spremere” al massimo le potenzialità di una connessione fibra misto rame.
Il VDSL bonding consiste nell’accoppiamento (affasciamento, come scrive TIM) di due collegamenti FTTx (fino al profilo 35b) attestati alla stessa ONU (Optical Network Unit, l’apparato installato sull’armadio stradale). All’unità immobiliare del cliente vengono portati due doppini telefonici terminati su una borchia.
Con quest’architettura è possibile arrivare fino a 400 Mbps in downstream e 40 Mbps in upstream; inoltre, il documento spiega che gli utenti più svantaggiati che sono collegati alla ONU con una linea lunga potrebbero beneficiarne in maniera significativa.
Non è dato sapere se il VDSL bonding possa essere riconfermato anche per il 2023: certo è che gli investimenti, anche in vista di un accordo FiberCop-Open Fiber che potrebbe arrivare entro fine ottobre prossimo, sono e saranno più concentrati sull’estensione della copertura FTTH.