Synology da sempre considera un NAS non soltanto come un semplice dispositivo per lo storage dei dati e il backup dei dati ma come una macchina intelligente in grado di venire incontro alle necessità del professionista e dell’azienda, indipendentemente dalle sue dimensioni.
Ecco perché alla base dei NAS Synology c’è un vero e proprio sistema operativo, DiskStation Manager (DSM) che un po’ come una distribuzione Linux introduce un gestore di pacchetti per l’installazione e l’aggiornamento di pacchetti software di ogni genere. Il NAS può così diventare un sistema versatile e flessibile, capace di coniugare le esigenze legate alla memorizzazione sicura dei dati con la possibilità di installare un ampio ventaglio di pacchetti dotati di funzionalità server, utili per l’accesso da remoto, la collaborazione in team, la produttività, la condivisione di foto e contenuti multimediali, il backup e sincronizzazione dei dati in-site e offsite, gestione di sistemi avanzati per la videosorveglianza (anche basati sull’intelligenza artificiale), di macchine virtuali, server di posta, strumenti di autenticazione, server RADIUS, WebDAV, CardDAV, server web e molto altro ancora.
Con il rilascio di DiskStation Manager 7.0 i tecnici di Synology hanno fatto compiere ai dispositivi dell’azienda un enorme passo in avanti.
E non avrebbe potuto essere diversamente perché DSM 7 è stato oggetto di sviluppo e di continui miglioramenti per più di 3 anni così da consegnare nelle mani degli utenti finali un prodotto che è praticamente perfetto sotto ogni punto di vista.
La lista dei modelli di NAS Synology compatibili con DSM 7 è ricca e l’aggiornamento all’ultima versione del sistema operativo è rapido e indolore.
Le novità introdotte con DSM 7 sono davvero moltissime per presentarle tutte: di seguito ci soffermiamo su quelle che secondo noi sono quelle più rilevanti per professionisti e utenti aziendali.
1) Interfaccia molto più reattiva che in passato
Quando si è collegati a distanza al NAS Synology utilizzando un server VPN (funzionalità che tra l’altro è direttamente supportata nei dispositivi del produttore taiwanese) è fondamentale poter contare su un’interfaccia scattante.
Con DSM 7 l’intero sistema è molto più reattivo che in passato e le prestazioni nettamente migliorate si mettono subito in evidenza anche in ambito locale.
Il Controllo risorse offre diverse informazioni in più con la possibilità di accedere a un più ampio ventaglio di dati storici. È un cambiamento che si accoglie con favore per avere più informazioni sulla salute del sistema e sull’occupazione delle risorse hardware sempre a portata di mano.
2) Storage manager migliorato: sostituzione unità, cache e deduplicazione
Accedendo al nuovo Storage manager di DSM 7 si trova uno strumento evoluto per gestire tutte le unità collegate con il NAS, siano esse hard disk o SSD. Grazie al file system Btrfs tutti i metadati possono essere memorizzati nelle unità SSD che assumono la funzione di cache per velocizzare le ricerche e l’accesso ai file.
Con DSM 7 è inoltre possibile sostituire un’unità quando raggiunge lo stato critico o si verifica un guasto: si può passare a una nuova unità dopo aver sostituito fisicamente quella vecchia senza mai degradare il pool di archiviazione.
Le informazioni su ogni unità restituite dallo Storage manager di DSM 7 includono i dati sullo stato di salute, i parametri SMART, la temperatura, lo stato di inizializzazione, identificativo e numero seriale, il gruppo RAID e molto altro.
Utilizzando unità Seagate IronWolf si ha la possibilità, come in passato, di accedere allo strumento avanzato Health Management.
La deduplicazione dei dati ha il potenziale di ridurre significativamente l’uso dello storage in molteplici scenari di utilizzo. Con DSM 7 quest’attività viene eseguita per volume e può essere configurata per essere eseguita manualmente o sulla base di una pianificazione.
Con le configurazioni RAID c’è anche la possibilità di ricostruire solamente le aree dei dischi che contengono i dati azzerando tutto il resto: in questo modo il ripristino di un’unità avviene ancora più velocemente rispetto a una normale ricostruzione RAID che interviene su ogni singolo blocco, quindi anche su quelli vuoti.
3) Autenticazione a due fattori e login passwordless
La gestione dei NAS Synology può essere rafforzata grazie al supporto per l’autenticazione a due fattori su tutti gli account utente creati attraverso l’interfaccia web del dispositivo.
Anziché richiedere soltanto l’inserimento delle credenziali corrette, è possibile proteggere i dati memorizzati nel NAS chiedendo a ciascun utente di confermare il login con un tocco sull’app Synology Secure SignIn, con un codice di verifica visualizzato sullo smartphone, con l’utilizzo di una chiavetta hardware (U2F FIDO2).
Grazie a DSM 7 è addirittura possibile attivare il login senza password: basterà servirsi degli strumenti di autenticazione citati in precedenza.
4) Monitoraggio in tempo reale con Active Insight
Synology propone un’utile piattaforma cloud chiamata Active Insight che raccoglie i dati diagnostici e di performance provenienti dai singoli NAS installati presso i vari uffici e le filiali d’azienda. Si possono così ottenere riepiloghi aggiornati in tempo reale relativi allo stato di ciascun dispositivo e alle sue prestazioni.
Grazie ad Active Insight i report sono accessibili da web previo login con il proprio account utente Synology. Lo stesso account utente deve essere utilizzato per l’autenticazione nella sezione Pannello di controllo, Synology Account del dispositivo da controllare in modalità remota.
5) Condivisione di file e cartelle tra più uffici e sedi remote con Hybrid Share
Synology mette a disposizione dei suoi utenti il servizio di storage cloud C2: con Hybrid Share, funzionalità ufficialmente portata al debutto con DSM 7, è possibile fare in modo che più NAS installati ad esempio in uffici diversi possano utilizzare e aggiornare il contenuto della medesima cartella sul cloud.
Come abbiamo visto nell’articolo dedicato al funzionamento di Synology C2 e Hybrid Share i vantaggi di questo schema sono innumerevoli: è possibile creare cartelle condivise tra più sedi che vengono sincronizzate e restano costantemente accessibili dagli utenti dotati degli opportuni privilegi.
I dati più utilizzati dagli utenti vengono conservati in una cache locale che ne velocizza l’accesso e ne permette anche l’utilizzo in modalità offline, in mancanza della connessione di rete.
Hybrid Share è quindi un po’ il fil rouge che lega la gestione dei dati on-premise con la piattaforma cloud di Synology (C2) che funge da intermediario tra i dispositivi dislocati in luoghi distanti centinaia o migliaia di chilometri l’uno dall’altro.
6) Gestione e condivisione di album fotografici attraverso un’unica interfaccia con Synology Photos
Synology Photos è la nuova applicazione, anch’essa installabile dal gestore pacchetti di DSM 7, che raccoglie l’eredità di Photo Station e Moments.
Se siete stanchi di utilizzare soluzioni di terze parti (come quelle fornite da Google, Amazon, Microsoft e da altre aziende) per gestire i vostri archivi fotografici e desiderate una soluzione versatile, senza limiti di spazio, amministrabile in totale autonomia e soprattutto completamente gratuita (fatta eccezione per l’acquisto del NAS), Photos è la risposta concreta a questa esigenze.
L’interfaccia di Photos permette caricamento semplificato e gestione intuitiva degli album fotografici, consente di accedere a una visualizzazione cronologica o per file, abilita l’utilizzo di strumenti di collaborazione professionale. Inoltre, offre strumenti avanti per la ricerca delle foto che interessano.
Grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e al sistema di riconoscimento facciale, infatti, Photos rileva automaticamente i soggetti raffigurati in ciascuna immagine e rende le ricerche ancora più semplici.
Come accade per le altre impostazioni di condivisione di DSM 7 che adesso offre la possibilità di definire configurazioni granulari per i permessi assegnati a ciascun utente, Photos mette a disposizione gli strumenti per stabilire se una singola foto, una selezione di immagini o un intero album debbano essere accessibili pubblicamente (eventualmente inserendo una password e stabilendo una scadenza dell’URL di condivisione) oppure solo da parte degli utenti invitati.
Il link per la condivisione dei file dipende dalla modalità con cui si è entrati in Photos e soprattutto se il NAS sia accessibile dall’esterno mediante IP statico, DDNS o QuickConnect (fare riferimento alla sezione Accessi esterni del Pannello di controllo).
Synology ha già messo a disposizione anche le app per Android e iOS: consentono di interfacciarsi con gli archivi fotografici memorizzati sul NAS.
La visualizzazione delle foto può essere richiesta in varie modalità ed è possibile servirsi della timeline per verificare sulla linea temporale quando ciascuno scatto è stato acquisito.
Photos è inoltre compatibile con Chromecast e con la tecnologia Google Casting in generale oltre che con Apple AirPlay: in questo modo le immagini possono essere proiettate istantaneamente su uno schermo televisivo.
7) Peta Volumes: aumenta di cinque volte il volume di dati gestibile
Con DSM 7 Synology manda in frantumi le precedenti limitazioni legate al volume di dati complessivamente gestibile.
Per quelle realtà aziendali che effettuano regolarmente backup di moli di dati imponenti e, ad esempio, gestiscono la creazione e il deployment di pesanti macchine virtuali la restrizione pari a 200 Terabyte che vigeva in precedenza poteva essere un fattore limitante.
Con DSM 7, su un numero sempre più ampio di NAS, è possibile combinare più unità di memorizzazione per arrivare addirittura a 1 Petabyte ovvero 1.000 Terabyte di dati con il file system Btrfs.
Per maggiori informazioni suggeriamo di fare riferimento alla home page di Synology DSM 7.0.
Per l’acquisto dei NAS Synology si può fare riferimento ad Amazon Italia e ai rivenditori indicati da Synology.