Qualche tempo fa l’azienda di Mountain View ha deciso che le Google Apps possono essere scaricate, installate e utilizzate solamente sui dispositivi Android certificati.
Google un tempo applicava una politica molto permissiva mentre da alcuni anni ha preferito concedere il permesso di usare le sue applicazioni solamente sui dispositivi Android che rispondono a determinati requisiti.
In particolare, come riportava XDA Developers, per preinstallare le Google Apps i produttori devono attenersi alle indicazioni riportate nel Documento di definizione della compatibilità Android e superare un test di compatibilità.
Un tempo era possibile utilizzare le Google Apps anche sui dispositivi Android non certificati ma dal 2018 si è deciso per il “giro di vite”: il sistema operativo mostra un avviso nel momento in cui si sta configurando un dispositivo non certificato.
Nel caso in cui un dispositivo Android non fosse certificato, non è possibile accedere nemmeno al proprio account Google né sincronizzare le varie app.
Fino ad oggi Google ha continuato comunque a permettere l’utilizzo delle sue applicazioni all’interno delle ROM personalizzate: nella maggior parte dei casi basta infatti registrare manualmente il proprio dispositivo Android.
D’ora in avanti, però, qualcosa potrebbe iniziare a cambiare: da marzo 2021 si sa già che Google Messaggi non funzionerà più sui dispositivi Android non certificati.
Il motivo è semplice: Messaggi vuole essere un’app sicura per l’invio e la ricezione di comunicazioni tra gli utenti (vedere Google Messaggi abbraccia la crittografia end-to-end con il protocollo RCS) e gli smartphone non certificati non sono considerati sicuri da Google.
Google si riserva inoltre il diritto di bloccare il funzionamento delle altre sue app sui dispositivi Android non certificati.
Come verificare se il proprio dispositivo Android fosse certificato o meno
Controllare se il proprio dispositivo Android fosse certificato e avesse quindi già titolo per utilizzare le Google Apps è molto semplice: basta infatti avviare l’app Play Store, selezionare Impostazioni dal menu principale quindi scorrere la schermata fino in fondo sino a individuare la voce Certificazione Play Protect.
Se si utilizzasse un dispositivo Android con la ROM originale del produttore, bisognerà rivolgersi a quest’ultimo per chiedere lumi sulla certificazione.
Se invece si fosse installata una ROM personalizzata (Aggiornamento Android, come effettuarlo quando sembra impossibile) ci si dovrà portare in questa pagina e digitare l’identificativo del dispositivo non certificato.
In un primo tempo Google aveva fatto confusione indicando agli utenti di inserire l’Android ID dei loro dispositivi ma non accettandone poi di fatto la digitazione all’interno della pagina web.
Nel campo ID Android Google Services Framework deve essere invece un identificativo in formato esadecimale che è legato alla specifica installazione di Android nel dispositivo mobile (GSF).
GSF può essere recuperato rapidamente installando ed eseguendo l’app Android Device ID.
In alternativa tale dato può essere trovato collegando il device al PC via cavo USB e utilizzando la procedura illustrata nell’articolo Root Android: a cosa serve e come si fa fermandosi al comando adb devices
.
Impartendo i comandi adb root
e adb shell 'sqlite3 /data/data/com.google.android.gsf/databases/gservices.db "select * from main where name = \"android_id\";"'
si estrapolerà la stringa GSF che potrà quindi essere inserita nel form online di Google.
Va evidenziato che il parametro GSF cambierà ogniqualvolta si effettuerà una reinstallazione da zero di Android o si cambierà ROM installata nel dispositivo mobile.
In questa pagina la lista dei partner di Google che producono e commercializzano dispositivi Android certificati.