Quando furono presentati i primi cellulari il loro unico scopo era quello di permetterci di tenerci in contatto e rimanere connessi in mobilità. I vecchi telefoni cellulari (ancora oggi commercializzati con funzionalità di base: vengono chiamati feature phone) si sono col tempo trasformati negli smartphone tecnologicamente avanzati che tutti conosciamo e abbiamo sempre con noi.
Al giorno d’oggi gli smartphone fanno molto di più che tenerci connessi. La ricchezza di applicazioni e servizi utilizzabili dallo smartphone fa sì che molti tendano ad estraniarsi dal mondo reale interagendo freneticamente con il display del dispositivo mobile.
Avete mai sentito parlare del termine nomofobia? Esso si riferisce all’ansia, al senso di disagio e allo stress che molti provano quando non hanno a portata di mano il loro smartphone o non si ricordano dove l’hanno lasciato. Il termine nomofobia è usato per descrivere una condizione psicologica in cui si trovano le persone che hanno paura di distaccarsi dal loro smartphone e dalla connettività che esso offre. Il peso di questo problema è ormai in aumento a livello globale.
Avete sentito una vibrazione o sentito uno squillo quando il vostro telefono è in tasca ma quando avete afferrato lo smartphone e lo avete sbloccato vi siete resi conto che nessuno ha effettivamente cercato di mettersi in contatto con voi? Ad esempio perché quella notifica non era affatto importante ed era una delle tante che vengono prodotte dalle app per attirare la vostra attenzione e indurvi a svolgere determinate attività? Ecco questa condizione viene oggi chiamata sindrome da vibrazione fantasma.
In generale comunque, viene chiamata smartphone checking syndrome, l’atteggiamento che porta a controllare compulsivamente il dispositivo mobile anche quando non ve ne fosse davvero il motivo.
È sempre più evidente come modi e abitudini scorretti nell’utilizzo dello smartphone tendano a condizionare sempre di più il nostro cervello e in definitiva il nostro vivere.
Come capire se si sta sviluppando una forte dipendenza da cellulare
Se vi riconoscete nei comportamenti descritti in precedenza e volete provare a correggerli per tornare a stabilire una connessione con il vostro “io” e con ciò che vi sta attorno, sappiate che alcuni strumenti, semplici accortezze e buone abitudini possono aiutare molto.
Secondo noi il problema non sono tanto gli smartphone in sé quanto le applicazioni che utilizziamo ogni giorno. La maggior parte degli studi che esaminano la dipendenza da smartphone in realtà, come ci si accorge immediatamente, si concentrano sulla dipendenza dai social media. Le applicazioni per il social networking, quelle di messaggistica istantanea, le app di gioco tendono ad occupare la maggior parte del tempo nel caso di una buona fetta di utenti che usano compulsivamente i loro dispositivi mobili.
Sui dispositivi Android cercando Benessere digitale nelle impostazioni del dispositivo mobile si troverà un’app di Google (disponibile anche sul Play Store) che tiene traccia dell’utilizzo del telefono, giorno dopo giorno.
Con Benessere digitale è possibile capire quanto ci si immerge sullo smartphone sottraendo concentrazione e tempo prezioso ad altre attività.
Benessere digitale indica le app più utilizzate nel corso della giornata, per quanto tempo si è adoperato lo smartphone, il numero di sblocchi effettuati e delle notifiche ricevute.
Toccando l’area centrale del cerchio mostrato nella schermata principale di Benessere digitale si accede a una disamina più dettagliata sull’uso dello smartphone con il tempo di utilizzo del telefono, il numero di notifiche ricevute da ciascuna app e il numero di avvii di ogni singola applicazione. Spostando orizzontalmente l’istogramma si può verificare l’utilizzo dello smartphone per ogni singolo giorno della settimana.
Per ciascuna app è possibile impostare un timer che impedisce successivi utilizzi una volta esaurito il tempo indicato (il timer viene automaticamente reimpostato a mezzanotte).
Da parte nostra suggeriamo dapprima di concentrarsi sulla riduzione delle notifiche prodotte sullo smartphone.
Questo si può fare anche dalla schermata principale di Benessere digitale toccando la voce Gestisci le notifiche.
Si può anche cogliere l’occasione per attivare l’opzione Mostra icona nell’elenco di app in modo che Benessere digitale compaia nella lista di applicazioni installate e la sua icona possa essere ad esempio trascinata nella schermata Home.
Nella sezione Notifiche suggeriamo di disattivare le notifiche prodotte dalle app non essenziali: ogni notifica generalmente produce la vibrazione del telefono e contribuisce a distogliere l’attenzione da ciò che si sta facendo.
Alcune app, come accennato in precedenza, mostrano notifiche anche soltanto per informare gli utenti sulle novità, su sconti e promozioni. Ecco, questo genere di notifiche sono le prime che suggeriamo di disattivare.
Nell’articolo in cui spieghiamo come rendere più semplice Android ci siamo soffermati anche sull’importante aspetto relativo alla gestione delle notifiche.
L’app Gmail e gli altri client di posta permettono anche di specificare per quali account di posta devono essere prodotte le notifiche, se consentire la vibrazione, la riproduzione di suoni e l’utilizzo del LED.
Un prezioso aiuto arriva inoltre dalla modalità Non disturbare che consente di evitare la visualizzazione di notifiche e gli squilli (tranne eventualmente quelli ripetuti nell’arco di 15 minuti).
Già il mettere un freno alle notifiche lasciando attive solo quelle indispensabili contribuirà a ridurre la dipendenza dal cellulare.
Quando si va a dormire, inoltre, è possibile usare la modalità aereo oppure, se non si volesse completamente disconnettere il telefono, attivare la modalità riposo. In questo modo lo smartphone attiverà automaticamente la “modalità non disturbare” e lo schermo cambierà colore in scala di grigi.
App simili a Benessere digitale sono QualityTime e Phone Usage Monitor: esse forniscono anche una valutazione complessiva sull’uso dello smartphone misurando la dipendenza dal telefono di ogni utente.
Un’app come Google Fit aiuta a impostare degli obiettivi quotidiani per migliorare il proprio stato di salute mantenendosi in forma e riducendo la dipendenza dallo smartphone.
Fit è una delle migliori app contapassi e può essere utilizzato per essere informati circa stili di vita troppo sedentari.
L’importante è sottrarre Fit e app simili dall’applicazione delle policy più stringenti per il risparmio energetico: diversamente le applicazioni non potranno funzionare in background e non potranno raccogliere dati in tempo reale sulle abitudini dell’utente (attività fisica e sedentarietà). Ne parliamo nell’articolo in cui spieghiamo come le funzionalità di risparmio energetico impediscano alle app di funzionare.
Forest è un’app che aiuta a restare concentrati su ciò che si sta facendo, sui momenti personali con la famiglia e con gli amici, evitando di controllare ripetutamente lo smartphone.
Più si distoglierà la propria attenzione dall’uso del telefono, più il seme che si è gettato crescerà, diventerà dapprima un singolo albero e poi una foresta. Se non si resisterà alla tentazione di usare lo smartphone l’albero appassirà e non riuscirà a svilupparsi.