Si era partiti a spron battuto con la decisione di migrare a DVB-T2 entro giugno 2022. In realtà, con una decisione assunta a fine luglio 2021 dal Ministero dello Sviluppo Economico, il passaggio a DVB-T2 con codifica HEVC è stato posticipato a data da destinarsi. Il Ministero fa infatti genericamente riferimento al 2023 ma ad oggi non esiste un calendario aggiornato.
HEVC (High Efficiency Video Coding), noto anche come H.265, è uno standard di compressione video che va a braccetto con DVB T2 e che avrebbe davvero contribuito a migliorare la qualità delle trasmissioni sul digitale terrestre.
Mentre con lo switch off per il satellite si è stati molto più solerti e l’introduzione di DVB-S2 ha permesso di introdurre la possibilità di gestire senza problemi anche canali 4K, il digitale terrestre resta non solo ancorato al Full HD ma la qualità delle trasmissioni (all’infuori dei canali principali) resta piuttosto scarsa.
Così, mentre già si parla della TV via Internet supportata dallo standard DVB-I, in Italia ci si riduce a parlare dello switch off di MPEG-2.
Cosa significa il passaggio da MPEG-2 a MPEG-4 dal 21 dicembre 2022
MPEG-4 H.264 AVC (Advanced Video Codec) è un formato standard di compressione lossy (con perdita di informazioni) che viene utilizzato per trasferire flussi multimediali più semplici da gestire rispetto a MPEG-2.
MPEG-2 è uno standard che fu presentato nel 1994 mentre MPEG-4 divenne il suo sostituito già nel 1998. Ciò che sta accadendo è che dal 21 dicembre 2022 tutte le emittenti televisive italiane trasmetteranno i loro canali usando solo flussi MPEG-4.
Una prima migrazione del digitale terrestre era stata portata a termine l’8 marzo 2022: dal 21 dicembre 2022 vengono “spenti” tutti i canali MPEG-2 e tutte le trasmissioni saranno esclusivamente in MPEG-4.
Come abbiamo già messo in evidenza a suo tempo, il passaggio a MPEG-4 non implica necessariamente un miglioramento della qualità dei flussi trasmessi dai broadcaster. Le emittenti possono usare MPEG-4 ma trasmettere a risoluzioni contenute con l’intento di risparmiare banda e tagliare i costi.
Grazie differenze tra AVC (H.264) e HEVC (H.265) con il passaggio a DVB-T2 si sarebbe invece potuto sperimentare un deciso balzo in avanti in termini di qualità e di servizio offerto. Come detto in apertura, però, tutto è stato posticipato.
Per la stragrande maggioranza dei possessori di TV compatibili MPEG-4 AVC, quindi anche quelli molto vecchi, dal 21 dicembre 2022 non esistono problemi di ricezione: basta eventualmente risintonizzare il televisore per accedere a tutti i canali sulle frequenze corrette. Anche perché alcune reti, almeno per i canali più importanti, trasmetteranno i flussi MPEG-4 su diverse frequenze così da ottimizzare la ricezione nelle aree del Paese in cui essa si è rivelata più difficoltosa.
In ogni caso, se il TV o il decoder in uso già permettevano e permettono di sintonizzare i canali con la dizione “HD” nell’etichetta, significa che si è pronti allo switch off del 21 dicembre 2022.
La mancata ricezione dei canali del digitale terrestre dal 21 dicembre 2022 è ascrivibile alla mancata compatibilità del TV o del decoder con MPEG-4 AVC (H.264) oppure a problemi di ricezione (i.e. corretto puntamento dell’antenna). In quest’ultimo caso si potrebbero correttamente sintonizzare i canali diffusi dai MUX (Multiplex) di un operatore mentre non ricevere quelli utilizzati da altre emittenti.
Il MUX si chiama così più canali televisivi, radiofonici e dati possono essere diffusi assieme sulla medesima banda di frequenze grazie all’uso combinato di tecniche di compressione dei dati e multiplazione.
Invece la verifica circa la ricezione dei canali 100 e 200 del digitale terrestre in questo caso non ha alcuna importanza perché quei due flussi servono solo per accertare la compatibilità del TV con DVB T2 HEVC a 10 bit: nulla a che vedere con il passaggio di tutti i canali a MPEG-4.