Diversi utenti ci hanno segnalato che utilizzando il nuovo Chrome 66 (Chrome download dell’ultima versione e novità della release 66) l’utilizzo del processore è cominciato a schizzare a livelli mai visti prima, visitando molte pagine web.
Anche noi abbiamo rilevato il problema che sembra direttamente correlato con l’introduzione della funzionalità Site isolation in Chrome.
La cosiddetta same origin policy, approccio utilizzato in tutti i browser web, prevede che una qualunque pagina web non debba mai essere in grado di accedere al contenuto di altre pagine contemporaneamente aperte e spiare i dati gestiti in altre schede o in altri processi del browser, password manager compreso.
Alcuni bug nel browser, nel sistema operativo o a livello hardware (si pensi alla vulnerabilità Spectre scoperta nei processori) possono complicare le cose e rendere possibile, da parte di codice malevolo, il superamento delle misure di sicurezza previste dalla same origin policy.
La funzionalità Site isolation introdotta in Chrome con il rilascio della versione 66 del browser introduce un livello di sicurezza aggiuntivo mitigando così la nota falla Spectre (Verificare se il processore in uso è vulnerabile a Meltdown e Spectre) e bug (anche quelli al momento sconosciuti) eventualmente presenti a vari livelli.
La Site isolation fa sì che le pagine appartenenti a siti web diversi vengano sempre caricati in processi diversi, ciascuno all’interno di una sua sandbox così da limitarne la “libertà d’azione.
Si tratta di un approccio certamente efficace che però porta con sé alcuni svantaggi: Chrome utilizza più memoria (circa il 10-12% in più con diverse schede aperte).
Sembra però che anche l’impatto sulla CPU sia tutt’altro che trascurabile: dopo aver installato Chrome 66 o comunque aggiornato a quest’ultima versione del browser di Google, molti utenti hanno cominciato a segnare un utilizzo del processore spesso vicino al 100%.
Per risolvere il problema, nell’attesa che i tecnici di Google ottimizzino ulteriormente la funzionalità Site isolation, è possibile applicare i seguenti passaggi:
– Digitare chrome://flags/#site-isolation-trial-opt-out
nella barra degli indirizzi.
– Scegliere Opt-out dal menu corrispondente quindi acconsentire al completo riavvio di Chrome.
In questo modo il problema legato all’utilizzo al 100% della CPU in Chrome dovrebbe essere risolto anche se il consiglio – dopo i prossimi aggiornamenti – è quello di riprovare a riattivare la funzionalità (che ha evidenti benefici in termini di sicurezza).
Ricordiamo che per verificare quali processi o schede di Chrome impegnano maggiormente la CPU, basta premere la combinazione di tasti MAIUSC+ESC
quindi fare clic sulla colonna CPU in modo che per primi vengano mostrati gli elementi che occupano di più il processore.
Un altro processo che spesso blocca l’utilizzo della CPU al 100% è Software Reporter Tool: nell’articolo Come bloccare il processo Software Reporter Tool abbiamo visto come risolvere il problema.