Lo abbiamo ricordato più volte: quando anche solo un dispositivo client collegato alla rete locale effettua un pesante upload di dati online, la connessione può diventare immediatamente lenta. E non soltanto in upload ma anche in download.
Una connessione lenta, quindi, spesso non è imputabile soltanto al fornitore della connettività (leggasi, provider) ma agli utenti collegati in rete locale.
Trasferimenti intensivi che tendono a saturare la banda disponibile in upstream possono ripercuotersi anche sulle prestazioni dell’intera rete, anche in download.
Sintomo del problema è la “navigazione” sul web che si fa molto faticosa e tempi di latenza che schizzano verso l’alto a valori generalmente superiori a 200-400 millisecondi e talvolta superiori anche al secondo (1000 ms).
È possibile verificarlo aprendo il prompt dei comandi (in Windows, Windows+R
, cmd
) quindi digitando ping
seguito dall’indirizzo IP del primo sistema che si incontra in uscita.
Nel caso delle connessioni a banda larga e ultralarga di TIM si tratta degli IP 192.168.100.1
per gli abbonamenti residenziali e 192.168.200.1
per le utenze business.
Il comando da impartire, quindi, è ping 192.168.100.1
oppure ping 192.168.200.1
.
In ogni caso, digitando il comando tracert www.google.it
si dovrà annotare e successivamente utilizzare insieme con il comando ping
il primo IP “dopo” quello del modem-router locale:
A meno di problemi legati al fornitore della connettività (vedere anche Connessione lenta, come capire qual è il problema), valori di latenza elevati sono spesso dovuti a trasferimenti pesanti, di solito in upload.
Nell’articolo L’upload influisce sul download? Come velocizzare la connessione mentre si caricano file pesanti abbiamo spiegato la natura del problema. In breve, quando si scaricano informazioni dalla rete su protocollo TCP/IP (ad esempio durante la normale navigazione web), il client deve sempre inviare al server remoto un pacchetto dati ACK (acknowledge) per attestare di aver correttamente ricevuto i dati. Quando la banda in upstream è abbondantemente impegnata (ad esempio da altri client collegati alla rete locali), gli ACK partono in ritardo o comunque vengono spediti molto lentamente facendo crollare le prestazioni della connessione.
Connessione lenta: pochi lo sanno ma spesso è responsabilità del backup di Google Foto e di Windows 10, come di altre applicazioni che impegnano molto la banda in upstream
Come abbiamo visto nell’introduzione se anche un solo dispositivo connesso in rete locale occupa totalmente o quasi la banda in upstream, le prestazioni – anche in download – dell’intera rete decadono subito.
Se si utilizzano funzionalità, su Android o iOS, per il backup di grandi quantitativi di dati, basta anche un solo dispositivo mobile connesso alla rete via WiFi perché le prestazioni vengano letteralmente “affossate”.
Google Foto, ad esempio, è un’app che permette di risolvere brillantemente il problema del backup delle immagini (vedere Google Foto, le funzionalità che potreste non conoscere).
Attivando il backup delle foto sui server di Google, tuttavia, soprattutto quando si opta per il backup con la qualità originale (stesse foto scattate con il device mobile), la rete potrebbe diventare poco performante, per lunghi periodi, mentre l’applicazione effettua l’upload dei dati.
I sistemi Windows 10 collegati in rete locale, invece, possono trasferire gli aggiornamenti Microsoft verso terzi. L’idea è quella di velocizzare il download degli aggiornamenti senza passare sempre attraverso i server dell’azienda di Redmond.
Per evitare che la connessione di rete venga impegnata intensivamente in upload per questo tipo di attività, è sufficiente digitare Verifica disponibilità aggiornamenti nella casella di ricerca di Windows 10 quindi selezionare Opzioni avanzate e, infine, Scegli come recapitare gli aggiornamenti.
A questo punto si dovrà verificare di non aver selezionato l’opzione PC nella rete locale e su Internet.
Per maggiori informazioni, suggeriamo la lettura dell’articolo Come limitare il consumo dati in Windows 10.
Nell’articolo Connessione lenta, come limitare la banda ai dispositivi collegati abbiamo visto che la chiave per risolvere il problema consiste nell’attivazione di regole QoS (Quality of Service).
Agendo sulla sezione Bandwidth Control o QoS del pannello di configurazione del router, si potrebbe allora fare in modo che i client ai quali viene assegnato manualmente un indirizzo IP privato statico non siano soggetti ad alcuna limitazione; dispositivi che invece ricevono un IP privato via DHCP non possano occupare oltre un certo quantitativo di banda in upload.
Una possibile soluzione? Fare in modo (come nell’esempio in figura) che tutti i dispositivi collegati alla rete locale, nel loro complesso, non possano occupare tutta la banda disponibile in upstream (così facendo sarà più facile gestire gli ACK).
Per secondo, si può fare in modo che l’insieme di IP assegnabili dal router via DHCP ai client locali non possano impegnare oltre un certo quantitativo di banda in upstream (nell’esempio, 250 kbps).
Come si vede in figura, dopo l’applicazione della regola QoS sul router, ripetendo il comando ping
, i valori di latenza dovrebbero abbassarsi notevolmente e, ad esempio, la navigazione sul web, la visione di video su YouTube, il download di file via FTP e così via dovrebbero tornare “scattanti” e adeguate alle aspettative.