Quante volte avete trovato una canzone su Spotify e volevate condividerla con un amico che usa un altro servizio di streaming? Sappiate che è possibile farlo in modo semplice ed efficace. Basta copiare un URL dal servizio di streaming preferito, incollarlo nella barra di ricerca e, voilà! Verranno mostrati i link alla stessa traccia su tutte le piattaforme supportate. La “magia” è compiuta dagli adattatori (adapters, in inglese), componenti software che permettono la comunicazione tra diversi sistemi o piattaforme.
Uno sviluppatore indipendente, con il suo innovativo progetto I don’t have Spotify, pubblicato su GitHub, spiega com’è possibile sfruttare gli adattatori per collegare e convertire i link musicali tra diversi servizi di streaming. Un adattatore permette di prendere un link di una traccia musicale proveniente da un servizio (ad esempio Spotify) e convertirlo in un formato che può essere riconosciuto e utilizzato da un altro servizio di streaming (come YouTube Music, Apple Music, Deezer e così via).
Come funziona I don’t have Spotify, per convertire i link delle tracce da una piattaforma all’altra
Ogni adattatore supporta una piattaforma specifica. Il progetto I don’t have Spotify ha come obiettivo proprio quello di garantire che l’URL o link tratto da una piattaforma di streaming sia automaticamente trasformato, in modo che l’utente possa accedere allo stesso brano, ma su un altro servizio di streaming.
Gli adattatori possono includere anche funzionalità aggiuntive, come la ricerca inversa, che permette di trovare un brano su una piattaforma a partire dal link di un’altra, e la verifica dei link per garantire che il brano sia effettivamente quello corretto.
La tabella che segue mostra le potenzialità di ciascun adattatore:
Adapter | Ricerca inversa | API ufficiale | Link verificati |
---|---|---|---|
Spotify | Sì | Sì | Sì |
YouTube Music | Sì | No | Sì |
Apple Music | Sì | No | Sì |
Deezer | Sì | Sì | Sì |
SoundCloud | Sì | No | Sì |
Tidal | No | No (in arrivo) | No |
In sintesi, gli adattatori sono il “ponte” che rende possibile il trasferimento e l’utilizzo di contenuti tra piattaforme diverse senza la necessità di cercare manualmente ogni traccia su ciascun servizio.
Provare la conversione dei link, anche Spotify, da una piattaforma all’altra
Ma bando alle ciance! Portatevi sul sito ufficiale di I dont’have Spotify e incollate un link proveniente da qualsiasi piattaforma supportata. Nel caso di Spotify, basta cliccare sui puntini a destra del brano musicale prescelto quindi scegliere Condividi, Copia link brano.
Incollando l’URL nella casella di ricerca e premendo Invio (o facendo clic sull’icona della lente d’ingrandimento) ecco compiersi quello che sembrava impossibile. L’applicazione Web restituisce i link per accedere alla medesima canzone su tutte le altre piattaforme.
Usare I don’t have Spotify come applicazione locale
Nulla vieta di limitarsi a usare I dont’have Spotify dal sito ufficiale. Tuttavia, utilizzando il materiale pubblicato su GitHub, chi vuole può eseguire l’applicazione in ambito locale e studiarne da vicino il funzionamento.
I don’t have Spotify è fornita come container Docker. Per configurare l’ambiente locale, è possibile fare riferimento al file .env.example
. I valori per SPOTIFY_CLIENT_ID
e SPOTIFY_CLIENT_SECRET
sono disponibili facendo riferimento alla Web API Spotify. Gli altri valori relativi ai cookie indispensabili per il funzionamento del meccanismo, possono essere estratti direttamente dal browser.
I passaggi per avviare l’applicazione in locale, previa installazione delle necessarie dipendenze, sono brevemente descritti in questa nota.
A proposito del servizio di streaming guidato da Daniel Ek, suggeriamo la lettura dell’articolo in cui spieghiamo come funzionano le app che promettono di scaricare MP3 da Spotify.