Come prolungare il cavo HDMI

Qualche suggerimento per allungare il cavo HDMI usato per connettere sorgente audio-video e riproduttore del segnale multimediale.

Non capita di rado che il cavo HDMI utilizzato per interconnettere la sorgente del segnale e il dispositivo che deve poi gestire il flusso multimediale in ingresso (visualizza il video e riproduce l’audio) siano piuttosto distanti l’uno dall’altro.

Prolungare il cavo HDMI per coprire una distanza maggiore è certamente possibile ma è comunque bene tenere a mente alcuni aspetti importanti.
In commercio esistono diverse tipologie di cavi: abbiamo già visto le differenze tra cavi HDMI. Se la distanza da coprire non è eccessiva, è banalmente possibile sostituire il cavo HDMI in uso con uno più lungo: ne esistono di diverse lunghezze in commercio.

Qual è la lunghezza massima di un cavo HDMI?

Non esiste una lunghezza massima definita per un cavo HDMI: i cavi HDMI che supportano risoluzioni fino a 1080p (Full HD) possono arrivare fino a 15 metri; per quelli che veicolano segnali video 4K è preferibile non superare i 5 metri di lunghezza.

A conferma che la lunghezza massima di un cavo HDMI può dipendere da vari fattori, tra cui la versione HDMI, il tipo di cavo e l’ambiente di utilizzo, basti pensare che i cavi HDMI in rame passivi possono raggiungere anche i 7,5 metri nel caso degli esemplari di qualità e di recente fattura (con risoluzioni pari o vicine al 4K); i cavi HDMI in fibra ottica possono arrivare molto più lontano spingendo il segnale addirittura fino a 60 metri.

Le limitazioni introdotte con l’uso di un cavo HDMI troppo lungo sono palesi quando si deve trasferire il segnale audio-video codificato HDCP (High-bandwidth Digital Content Protection). Sviluppato da Intel, HDCP è un sistema di protezione che impedisce la copia non autorizzata di contenuti digitali in alta definizione.
Quando si utilizzano cavi HDMI di lunghezza superiore a quella massima consigliata per la specifica versione di HDMI, il segnale può degradarsi e perdere la sua integrità. Questo fenomeno causa problemi con la codifica HDCP tanto che il monitor o il TV potrebbero non riprodurre i contenuti protetti con lo schermo che comincia a lampeggiare.

La codifica HDCP presuppone che il segnale HDMI venga trasmesso in modo sicuro tra la sorgente e il display che riproduce: nel corso degli anni HDCP è stata bersaglio di vari tentativi di cracking. Al momento solo alcune versioni specifiche sono state effettivamente violate.

Cavi HDMI passivi e attivi

In commercio esistono cavi HDMI passivi e attivi, alcuni dei quali realizzati in fibra ottica. Diversamente rispetto ai tradizionali cavi HDMI passivi, i cavi HDMI attivi integrano un componente attivo, come un amplificatore, che aumenta la potenza del segnale trasmesso lungo il cavo.

L’assenza di qualunque componente attivo nei cavi HDMI passivi limita la lunghezza massima del cavo tanto che il segnale può degradarsi e diventare instabile quando la distanza di trasmissione diventa troppo elevata.

Cavi HDMI attivi possono essere sfruttati per superare i problemi di degradazione del segnale amplificando il segnale stesso e mantenendo la qualità dell’immagine e del suono su distanze più lunghe. Ovviamente sono cavi più costosi che possono richiedere una fonte di alimentazione esterna per funzionare correttamente. Inoltre, per via della presenza del componente attivo integrato, questi cavi possono essere più spessi e meno flessibili rispetto ai classici cavi HDMI.

Prolungare il cavo HDMI

Per allungare il cavo HDMI e raggiungere distanze più impegnative, è possibile sfruttare diverse soluzioni.

Uno splitter amplificatore HDMI molto basico consente non soltanto di collegare due spezzoni di cavo HDMI sulle porte input/output per estendere la distanza raggiungibile ma anche di beneficiare di funzioni accessorie come la possibilità di “sdoppiare” il segnale (inviandolo su due display contemporaneamente) e di effettuare lo scaling dell’immagine.
Lo scaling permette di adattare il segnale video HDMI alle specifiche del display di destinazione. Il flusso video viene così “scalato” a seconda della risoluzione supportata dal dispositivo di riproduzione senza compromettere la qualità.

Gli extender Ethernet usano un trucco intelligente per estendere la portata del segnale HDMI. Abbiamo visto quali distanze permettono di coprire i cavi Ethernet: ecco, le possibilità di questi ultimi vengono sfruttate con una coppia di dispositivi (trasmettitore o TX, ricevitore o RX) che da un lato ospitano un connettore RJ-45 per il collegamento di un cavo di rete, dall’altro una porta HDMI input/output.
Basta acquistare un extender HDMI Ethernet, collegare i cavi di rete ai dispositivi connessi alla distanza desiderata quindi il cavo HDMI (che può essere corto) al dispositivo sorgente e destinatario. In questo caso il cavo Ethernet viene utilizzato come mezzo di comunicazione.

I KVM extender HDMI permettono agli utenti di controllare più computer usando una singola combinazione di tastiera, mouse e monitor.
KVM sta per Keyboard, Video, Mouse: extender di questo tipo sono utili nelle situazioni in cui è necessario accedere e controllare una sorgente video HDMI da una posizione remota, ad esempio in ambienti industriali, di controllo del traffico, di trasmissione di video in tempo reale e nell’ambito di altre applicazioni professionali.

Va tenuto presente che di solito i moduli, TX e RX, necessitano di alimentazione (in molti casi va collegato a una presa elettrica sono il modulo TX).

Gli extender che supportano cavi Ethernet Cat 6 o superiori consentono di trasferire il segnale audio-video HDMI fino a distanze pari a 150 metri.

Infine, gli extender HDMI in fibra ottica offrono la migliore qualità del segnale possibile ma sono decisamente più costosi e ovviamente prevedono l’utilizzo di un cavo in fibra tra il modulo TX e RX.
Chi conosce le proprietà della fibra ottica sa già che l’attenuazione del segnale è praticamente inesistente (il segnale ottico non viene disperso) quindi è possibile potenzialmente distribuire il segnale HDMI anche a chilometri di distanza adoperando questi extender.

Come nel caso degli extender Ethernet, anche quelli in fibra generalmente devono essere alimentati. In alcuni casi, soprattutto per le versioni più compatte, ciò non è necessario.

In generale, è invece sconsigliabile usare extender HDMI WiFi: anch’essi disponibili sul mercato in vari modelli sono poco adatti a trasferire segnali audio-video in alta definizione e sono influenzati da interferenze esterne, come ad esempio altre reti wireless, elettrodomestici, muri e altri ostacoli. Gli extender WiFi possono avere un impatto negativo sulla velocità e sulla stabilità della rete in quanto utilizzano una parte della banda disponibile per estendere la portata del segnale. Ciò può causare una riduzione della velocità di download e upload, nonché problemi di latenza e di stabilità della connessione.
In conclusione, è preferibile optare sempre per un collegamento HDMI cablato.

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