Certificazione professionale Accredia: il quadro normativo per la qualifica delle proprie competenze

Anche e soprattutto nel settore ICT è sempre più pressante l'esigenza di certificare le proprie competenze in modo da presentarsi con maggiore efficacia e credibilità ai potenziali clienti. Il quadro normativo attuale (legge n. 4 del 2013) riconosce e disciplina il mercato dei professionisti non iscritti agli albi, che attraverso la certificazione rilasciata da Organismi accreditati possono qualificarsi, anche a livello europeo, indipendentemente dal titolo di studio.

Nell’articolo Come certificare la propria professione e le competenze con Accredia abbiamo visto quant’è importante certificare la propria professionalità per meglio posizionarsi nel mondo del lavoro.

Se fino agli anni ’90 l’unico modo per proteggere i cittadini dai professionisti non competenti e privi della formazione necessaria era affidarsi agli ordini professionali – entità in grado di garantire formazione e attestare la competenza dei propri iscritti attraverso il superamento dell’esame di Stato -, con la necessità di liberalizzare il mercato professionale, la certificazione accreditata è stata riconosciuta come uno strumento efficace per verificare e attestare le competenze del professionista prima in ambito nazionale e poi europeo.

La legge n. 4 del 2013 (Disposizioni in materia di professioni non organizzate) disciplina nel nostro Paese le professioni non regolamentate.


Il quadro normativo è fondamentale perché ben mette in evidenza come la competenza non è attestata solamente attraverso un titolo di studio o l’appartenenza ad associazioni, albi, ordini ed elenchi professionali (benché attraverso queste strutture sia possibile accedere a diverse attività di formazione e di aggiornamento professionale) ma anche mediante altri strumenti.

Il mondo delle professioni è in continuo mutamento: basti pensare che in Italia ci sono circa 3 milioni di professionisti non regolamentati.
La legge n. 4 del 2013 contiene appunto importanti disposizioni relativamente alle professioni non organizzate in ordini o collegi, quindi le attività economiche volte alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitate abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale o comunque con il concorso di questo, con esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi, delle professioni sanitarie e delle attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative.

Posto che l’esercizio della professione è libero e fondato sull’autonomia, sulle competenze e sull’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnico, nel rispetto dei principi di buona fede, dell’affidamento del pubblico e della clientela, della correttezza, dell’ampliamento e della specializzazione dell’offerta dei servizi, della responsabilità del professionista, la legge vigente promuove l’autoregolamentazione volontaria e la qualificazione delle attività sulla base della normativa tecnica UNI.

Oggi quindi un sistema diffuso di attestazione delle competenze, in cui la certificazione accreditata sia un fattore chiave, può contribuire alla rimozione di quegli ostacoli che rallentano, per carenza di informazione e indicatori, la fruizione di prestazioni professionali qualificate.
Proprio per questo motivo, la migliore porta di accesso per l’ottenimento di una certificazione professionale riconosciuta a livello nazionale è Accredia, l’ente italiano di accreditamento designato dallo Stato per accreditare gli Organismi di certificazione a cui il professionista può rivolgersi per qualificarsi sul mercato.

Come appare evidente nello schema pubblicato in precedenza, il professionista che intenda certificare le proprie competenze e godere di un “valore aggiunto” nel presentarsi all’utenza, può mettersi direttamente in contatto con l’Organismo competente a rilasciare la certificazione specifica per la propria professione.

A questo indirizzo è possibile accedere alla banca dati Accredia degli Organismi di certificazione delle figure professionali: 48 operatori che hanno già certificato oltre 200.000 professionisti in 175 diverse categorie.

La “stella polare” per verificare il possesso dei requisiti da parte del professionista sono le norme tecniche UNI, a loro volta frutto del lavoro delle associazioni e delle varie forme aggregative; di tutti quei soggetti che, attraverso un processo democratico e volontario, definiscono in maniera consensuale e trasparente degli standard condivisi, a vantaggio di tutte le filiere economiche e sociali.

Sono proprio gli Organismi accreditati a certificare la conformità ai requisiti professionali fissati dalle norme UNI di quell’articolato esercito di soggetti che svolgono attività legate alla consulenza (grafici, designer, pubblicitari,…), e-reputation manager e copywriter digitali ma anche massaggiatori, naturopati, chinesiologi e maestri di yoga passando per i responsabili della sicurezza sui luoghi di lavoro, per tributaristi e traduttori, fino ad arrivare ai wedding planner, agli amministratori condominiali e ai valutatori immobiliari.


Il grafico presenta il numero dei professionisti che nei vari settori hanno al momento ottenuto una certificazione dagli Organismi accreditati da Accredia.

Confrontando i dati con il numero di professionisti italiani non regolamentati, appare evidente quanto lavoro ci sia ancora da fare sul piano della sensibilizzazione. La chiave di volta consiste nello spronare il professionista ad acquisire un documento riconosciuto con cui comprovare le proprie abilità a terzi.

In un contesto come questo, dove avanzano con rapidità nuove e articolate professioni, soprattutto nel settore ICT, l’attività di accreditamento di Accredia nell’ottica di una sempre maggiore qualità dei servizi e della tutela dei consumatori, è quanto di più necessario si possa auspicare.

La certificazione accreditata delle professioni e il riconoscimento della sua validità è d’altronde già nell’agenda dell’Unione europea. La Commissione ha infatti individuato nell’accreditamento un criterio per inserire le professioni private nel Database UE delle professioni. Questo significa che chi vorrà vedere la propria certificazione privata nel database della Commissione europea (cioè valida ai fini del mutuo riconoscimento delle competenze nell’Unione europea, per la mobilità delle persone) dovrà conseguirla attraverso un Organismo accreditato.

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