In tante situazioni potrebbe risultare utile ottenere un nuovo indirizzo IP diverso rispetto a quello utilizzato in precedenza.
Cambiare indirizzo IP può essere utile per superare eventuali limitazioni geografiche, per verificare come si comporta un sito o un’applicazione web con un indirizzo diverso da quello che si sta utilizzando, per scavalcare restrizioni attivate sul Web o comunque sui server remoti.
Un indirizzo IP pubblico può essere infatti utilizzato per identificare univocamente l’utente che era collegato in un determinato momento.
Ogni operatore di telecomunicazioni assegna automaticamente un IP al router di ciascun cliente annotando in un apposito registro l’indirizzo IP pubblico attribuito all’utente insieme con gli orari di connessione e disconnessione.
Negli articoli Indirizzo IP: cos’è e come trovarlo e Il mio IP: come trovarlo e a che cosa serve abbiamo spiegato cosa sono gli indirizzi IP, qual è la differenza tra IP pubblici e privati, come possono essere assegnati in modo statico o dinamico.
A meno che l’operatore di telecomunicazioni non assegni sempre lo stesso indirizzo IP pubblico al router (IP statico), di solito esso cambia a ogni nuova connessione.
Di solito basta quindi disconnettere il modem router dalla rete, attendere qualche minuto quindi ricollegarsi per verificare l’avvenuta assegnazione di un nuovo indirizzo IP.
Basta collegarsi con questa pagina da browser web per leggere il proprio IP prima della disconnessione del router e dopo la nuova connessione.
Nel caso delle connessioni TIM, se si utilizzasse un IP statico, basterà temporaneamente rimuovere le credenziali @alicebiz.routed
dal pannello di configurazione del router e riavviare il dispositivo per cambiare indirizzo IP e riceverne uno in modo dinamico. L’intervento vale soltanto per gli utenti TIM che utilizzano un modem router diverso da quello fornito dall’operatore.
Cambiare indirizzo IP con una VPN
Uno dei modi più semplici e pratici per cambiare indirizzo IP pubblico consiste nell’installare e utilizzare una soluzione VPN (Virtual Private Network).
Ne esistono sia di gratuite che a pagamento: ovviamente le seconde offrono migliori garanzie in termini di prestazioni, affidabilità e protezione dei dati (ne abbiamo parlato nell’articolo VPN cos’è e quali sono i migliori servizi).
Per effettuare qualche prova si può però utilizzare ProtonVPN che offre client installabili su tutti i principali sistemi operativi: Windows, macOS, Linux, Android e iOS.
Installando un client VPN come ProtonVPN e collegandosi alla rete, tutto il traffico inviato e ricevuto (da e verso il dispositivo in uso) transiterà attraverso un tunnel crittografato. Ciò significa che neppure l’operatore di telecomunicazioni scelto dall’utente avrà visibilità sui dati in transito e ci si presenterà ai server remoti usando un indirizzo IP pubblico completamente diverso da quello assegnato dal provider, eventualmente riferibile a un altro Paese anziché all’Italia.
Un client VPN, una volta attivato, si occupa di veicolare tutto il traffico proveniente e diretto da/verso il dispositivo in uso. In altre parole non si limita a solo browser web ma agisce a livello di tutte le applicazioni installate, sistema operativo compreso.
In altre parole il tunnel cifrato e il nuovo indirizzo IP pubblico vengono utilizzati per qualunque comunicazione di rete. La tecnica dello split tunneling, quando supportata, permette di specificare le applicazioni il cui traffico non deve transitare attraverso la rete VPN.
Alcune soluzioni VPN possono anche essere configurate a livello di router: in questo modo tutto il traffico da e verso la rete LAN transiterà attraverso il tunnel cifrato senza la necessità di configurare il client VPN su ogni singolo dispositivo.
L’effettivo supporto di questa funzionalità, che potrà essere attivata e disattivata sul router a seconda delle effettive necessità, deve essere verificato nella documentazione del servizio VPN. È inoltre indispensabile controllare che il router integri anche un client VPN.
Nel caso di ProtonVPN le istruzioni sono pubblicate in queste pagine.
È comunque importante verificare, ad esempio effettuando i leak test disponibili qui, che non vengano esposti indirizzo IP reale e server DNS utilizzati dopo la connessione alla VPN (cliccare su Test di esposizione del DNS e Test esposizione WebRTC).
Cambiare l’indirizzo IP con Tor Browser
Se l’intento fosse semplicemente quello di cambiare l’indirizzo IP col quale ci si presenta a un server web, si può installare e usare Tor Browser. In questo caso, però, ci si dovranno attendere prestazioni spesso molto inferiori rispetto alla normale navigazione dall’IP del provider prescelto o con un servizio VPN a pagamento.
La rete Tor nasce infatti come uno strumento per proteggere l’identità dei suoi utenti puntando quindi sul concetto di anonimato. L’installazione e l’utilizzo del programma, di contro, sono veramente molto semplici: non è richiesta l’aggiunta di alcuna interfaccia di rete virtuale a livello di sistema operativo e sin dal primo avvio di Tor Browser è possibile visitare qualunque sito web con un indirizzo IP diverso da quello assegnato dall’operatore di telecomunicazioni.
Nell’articolo Tor Browser, cos’è e come funziona la nuova versione del programma abbiamo presentato le principali caratteristiche del programma e descritto alcuni trucchi più avanzati. È ad esempio possibile impostare Tor Browser in modo tale da presentarsi sempre con un indirizzo IP pubblico appartenente a uno stesso Paese.
Usare un proxy per cambiare indirizzo IP
Per cambiare indirizzo IP è inoltre possibile usare un proxy ovvero un sistema che si frappone tra il client e il server remoto che si desidera raggiungere. In termini di sicurezza e versatilità un server proxy è decisamente più limitato rispetto all’utilizzo, ad esempio, di una VPN.
A differenza delle VPN, infatti, i proxy spesso mancano del supporto per la crittografia, possono essere configurati soltanto per alcune applicazioni e possono rivelare il reale indirizzo IP dell’utente.
- Proxy HTTP/HTTPS. Di solito si presentano come estensioni del browser o siti web speciali che funzionano come un browser all’interno del browser. Modificano l’indirizzo IP solo sui dati inviati da e verso il browser dell’utente ma non influiscono sulle altre applicazioni o sul traffico DNS.
- Proxy SOCKS. Server proxy generici che possono essere configurati per applicazioni specifiche tra cui la maggior parte dei browser web. SOCKS5 include il supporto per la crittografia.
- Proxy SSH. Sono proxy che inoltrano il traffico Internet da applicazioni come il browser web attraverso una connessione SSH verso un server remoto. L’indirizzo IP reale assegnato dall’operatore di telecomunicazioni viene sostituito con quello del server proxy. Anche se è previsto l’uso della crittografia, SSH non è un protocollo particolarmente veloce.
A settembre 2019 Cloudflare ha lanciato il suo WARP. Scaricabile cliccando qui e disponibile nelle versioni per Windows, macOS, Android e iOS si tratta di uno strumento che nel funzionamento somiglia più a un proxy che a una VPN.
Una volta attivato Cloudflare WARP, infatti, l’indirizzo IP pubblico cambierà ma in alcuni casi il server remoto potrebbe essere in grado di risalire al vero indirizzo assegnato dall’operatore di telecomunicazioni. WARP nasce infatti più per proteggere i dati in transito che per rendere anonima la connessione: ne parlavamo nell’articolo Cloudflare WARP da oggi per tutti: cos’è e come funziona. Ma non è una VPN.
Dopo aver installato e attivato WARP, provate infatti a verificare l’IP con questo servizio e, contemporaneamente, anche con Maxmind GeoIP2.