Un tempo imparare i rudimenti della programmazione era quasi indispensabile. Per sfruttare il potenziale di un elaboratore informatico e adattarne il funzionamento alle proprie necessità era necessario scrivere codice.
Come racconta Steve Wozniak, cofondatore di un tempo, i sistemi di maggior successo di una volta erano così attraenti perché sollecitavano subito l’interesse dell’utente che era portato a sviluppare i suoi programmi con la possibilità di comunicare direttamente con l’hardware.
Oggi sono disponibili strumenti e servizi che vengono incontro ad ogni possibile esigenza: essi solevano gli utenti dalla necessità di scrivere codice. Esistono anche nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale che permettono di generare codice funzionante nei vari linguaggi di programmazione scrivendo semplicemente il nome di una funzione o descrivendo ciò che si vuole ottenere: GitHub Copilot e Amazon CodeWhisperer.
Non c’è nulla di male: questi strumenti aiutano a concludere più velocemente lo sviluppo di un progetto dispensando il programmatore dallo scrivere codice di base o comunque che si ripete di frequente nei vari progetti.
Sviluppare è un’attività stimolante che richiede una dose di logica e di creatività. E non è una cosa da “guru dell’informatica” o da soli tecnici: Steve Jobs diceva che tutti dovrebbero imparare a programmare perché è qualcosa che insegna come pensare.
Chiunque utilizzi un computer dovrebbe quindi conoscere almeno i rudimenti della programmazione perché essi si riveleranno utili in molteplici occasioni, molte di più rispetto a quanto si possa immagine.
App per il coding: quali usare per migliorare le proprie competenze
Una volta l’aspirante sviluppatore doveva studiarsi pesanti manuali anche soltanto per avvicinarsi alla programmazione in un determinato linguaggio.
Al giorno d’oggi sono invece disponibili diverse app per il coding installabili su smartphone e tablet che prendono per mano l’utente e lo guidano alla scoperta di uno specifico linguaggio di programmazione.
L’approccio è generalmente “per esempi”: le app per scrivere codice mostrano in concreto come si utilizza un linguaggio e vi fanno interagire subito l’utente. “Sporcandosi le mani” è possibile acquisire velocemente le competenze di base per poi progredire nello studio.
Buona parte delle app per il coding offrono la possibilità di imparare diversi linguaggi di programmazione anche se la maggior parte di esse offre piani di insegnamento a pagamento. Se si volesse dare un’occhiata alle potenzialità di un linguaggio senza spendere nulla, almeno in prima battuta, basta installare le varie app e toccare la “X” in alto a destra (oppure “Skip“) quando viene proposto un programma di studio a pagamento. In alcuni casi è necessario premere il tasto Indietro per evitare i profili di abbonamento Premium o Pro a pagamento. In questo modo è possibile concentrarsi sull’offerta free.
Tutte le app per il coding più evolute propongono un’interfaccia in lingua inglese: la conoscenza dell’inglese è quindi requisito fondamentale. All’avvio viene quindi proposta una sorta di quiz che permette di bilanciare il corso sulla base dell’esperienza e delle competenze eventualmente già acquisite.
Nel campo dello sviluppo software tante figure concorrono alla realizzazione del prodotto finale: lo abbiamo spiegato presentando la filosofia DevOps. Le app per il coding sono quindi un valido aiuto per migliorare le proprie competenze e, con il tempo, acquisire abilità professionali spendibili in ambito lavorativo.
– SoloLearn Al primo avvio presenta un breve questionario che aiuta l’utente nella scelta del linguaggio più adatto alle sue aspettative (Help me choose a course).
Selezionando invece I know what course I want è possibile scegliere sin da subito il linguaggio di programmazione che si vorrebbe imparare. Per accedere a SoloLearn è necessario usare un account Google, Facebook o registrarne uno.
Con Code Playground è possibile verificare immediatamente che cosa viene restituito in seguito all’esecuzione del codice che si è sviluppato.
Per imparare a programmare, SoloLearn chiede di trascinare sulla finestra contenente il codice di programmazione i vari elementi che compongono la sintassi. Soltanto non commettendo alcun errore si può proseguire.
Toccando sul linguaggio scelto quindi su Discover new courses ci si accorge di quanto ampia sia l’offerta di SoloLearn. Ci sono i corsi per apprendere gli strumenti utili a diventare un data scientist ed estrarre informazioni dati dati, quelli per svolgere il ruolo di Web Developer e Full Stack Developer.
Nella parte finale della schermata tutti i singoli linguaggi di programmazione: Python, C++, Java, C#, JavaScript, Kotlin, R, Go, C, PHP, Ruby, Swift.
– Mimo utilizza un approccio un po’ diverso: le sessioni di apprendimento di qualunque linguaggio di programmazione sono strutturate come quiz interattivi che prevedono la scelta di una o più opzioni tra quelle proposte dall’app.
La prima parte di ciascuna lezione spiega un aspetto specifico quindi vengono proposte delle domande finali per verificare se l’utente ha compreso quanto illustrato in precedenza.
Rispetto a SoloLearn, Mimo si concentra sul Web Development guidando l’utente alla scoperta di HTML, JavaScript e CSS, su Python e SQL.
– Encode è uno strumento per l’apprendimento molto valido perché consente all’utente di scegliere quale argomento affrontare in ciascun corso: si può iniziare dall’inizio oppure approfondire alcune caratteristiche del linguaggio di programmazione prescelto, a seconda delle proprie lacune.
La maggior parte dei moduli presentati in ciascuna lezione sono gratuiti: quelli opzionali sono indicati come Optional Pro.
L’indice di ciascun modulo mostra un elenco degli argomenti che saranno oggetto di trattazione. In ogni caso l’app propone all’utente sempre ed esclusivamente del codice sul quale lavorare: a partire da quello vengono fornite indicazioni che permettono di ampliare il proprio bagaglio di conoscenze.
Fin da subito l’utente è invitato a modificare il codice quindi a eseguirlo per verificare la presenza di eventuali errori.
L’unico neo di Encode è che l'”offerta” è piuttosto limitata: al momento in cui scriviamo l’app permette di imparare HTML e CSS, JavaScript e Python.
– Codemurai è un’app per il coding davvero stimolante: essa basa il suo funzionamento su un sistema di crediti, riconoscimenti che vengono assegnati quando l’utente conclude una lezione senza errori o commettendone pochi.
Se si vuole proseguire rapidamente è necessario accumulare crediti sufficienti altrimenti, per continuare senza pagare nulla, si deve attendere un po’ di tempo e accedere ogni giorno all’applicazione.
Codemurai è piuttosto ricco in termini di offerta: lo sviluppo Web è incentrato su HTML, CSS, JavaScript, Node, MongoDB, ReactJS, TypeScript e Angular; quello di app iOS su Swift; lo sviluppo Android su Java; la creazione di videogiochi su Unity, C# e Phaser; c’è poi la parte
– Programming Hub è una buona alternativa anche se per i linguaggi di programmazione più usati il numero delle lezioni gratuite è ridotto ai minimi termini. Per accedere all’intera offerta è richiesta l’attivazione di un abbonamento.