Si parla quasi di abbandono dei supporti Blu-Ray, ancora largamente utilizzati, ad esempio, dall’industria cinematografica, che desta meraviglia tornare a focalizzarsi sui floppy disk ai giorni nostri. I primi floppy disk nacquero nel 1967 quando IBM provò a utilizzare questo tipo di supporti come memoria di massa.
Nel corso degli anni furono ideati e si diffusero molti modelli di floppy disk: tra i nostri lettori, molto probabilmente, i più si ricorderanno della storica versione da 3 pollici e mezzo che da metà degli anni ’80 consentì lo stoccaggio di 1,44 MB di dati (nel formato HD, High Density). Precedentemente, noi stessi usammo i floppy da 5 ¼ pollici ideati nel 1976.
Come sottolineò a suo tempo l’ingegnere e designer Donald Norman nel testo The Design of Everyday Things, il floppy da 3,5 pollici è tra i dispositivi meglio congegnati dell’intera storia dell’informatica: “un piccolo cerchio di materiale magnetico racchiuso in plastica rigida. I precedenti tipi di floppy non avevano il contenitore di plastica a protezione del materiale magnetico. Una calotta metallica a scorrimento protegge la delicata superficie magnetica quando il dischetto non è usato e automaticamente si apre quando esso viene inserito nel computer. (…) Un design eccellente“.
Floppy disk: utilizzati ancora oggi. Ma il Giappone li mette da parte
Sappiamo quanto, soprattutto nelle Pubbliche Amministrazioni, tendano a essere utilizzate configurazioni hardware e software divenute ormai largamente obsolete. Ebbene, il ministro giapponese Taro Kono nel 2022 rivelava come nel suo Paese 1.900 procedure governative richiedessero l’utilizzo dei floppy disk. Così, in un tweet dichiarò guerra non soltanto ai floppy disk ma anche ai MiniDisc e ai CD.
In passato, diversi problemi legali e burocratici hanno impedito l’adeguamento dei sistemi di storage dei dati. Così, gli enti pubblici giapponesi hanno continuato ad usare CD, MiniDisc o floppy disk per scambiare dati con aziende e utenti. Il quotidiano Mainichi riportava che a dicembre 2021 la polizia di Tokyo ha perso due floppy disk contenenti informazioni su alcune decine di soggetti richiedenti alloggi pubblici.
Sony ha smesso di produrre floppy nel 2011 e nella sua conferenza stampa di qualche tempo fa lo stesso Taro ha voluto scherzare uscendosene con una battuta: “sapete dove si compra un floppy disk di questi tempi?” In realtà floppy disk e lettori, che nel frattempo sono stati realizzati con interfaccia USB (un tempo erano collegati via cavo al controller dedicato sulla scheda madre), si trovano ancora oggi su Amazon Italia.
L’accantonamento nel Paese del Sol Levante
A corollario di uno sforzo durato almeno un biennio, Kono ha celebrato a inizio luglio 2024 la fine dei floppy disk. Almeno per ciò che riguarda l’utilizzo nelle Pubbliche Amministrazioni del suo Paese. “Abbiamo vinto la guerra contro i floppy disk il 28 giugno“, ha dichiarato il ministro. Delle 1.900 permaste fino a qualche tempo fa, adesso soltanto una norma ufficiale richiede che i dati siano salvati su un floppy disk.
Le compagnie aeree usano ancora i floppy
Tom Persky, fondatore di floppydisk.com e dell’azienda che vi è dietro, non è d’accordo con l’idea che i floppy disk siano “inutili” od ormai “estinti”. La sua società ripara, ricicla e vende regolarmente floppy disk a chiunque voglia mettere le mani sulla vecchia tecnologia. Il suo sito, pur utilizzando un moderno certificato HTTPS, si presenta con quel look retrò che era prevalente nei siti Web di fine anni ’90.
Persky rivela di vendere un numero imponente di floppy a importanti realtà industriali tra cui tante compagnie aeree. Egli scrive: “immaginate di essere nel 1990 e che state costruendo una grande macchina industriale. La progettate perché duri 50 anni e vorreste utilizzare la migliore tecnologia disponibile. (…) Probabilmente metà della flotta aerea nel mondo oggi ha più di 20 anni e utilizza ancora i floppy disk. Sono enormi consumatori (di questo tipo di supporti di memorizzazione, n.d.r.)”.
Perché l’unità principale in Windows si chiama C:? Ennesima eredità dell’era floppy disk
Che l’era dei floppy disk abbia lasciato un segno indelebile è palese. Qual è il motivo della lettera identificativa C: assegnata per impostazione predefinita all’hard disk o all’unità SSD contenente l’installazione del sistema operativo?
Un tempo i primi computer non avevano un disco rigido: disponevano soltanto di un’unità floppy: così a quei drive furono assegnate le lettere A: e B:. Nel passaggio dal formato da 5 ¼ ai 3 ½ non era infrequente disporre di un sistema dotato di entrambe le unità: così all’una veniva assegnata lettera identificativa A:, all’altra B:. E la lettera C: è stata di conseguenza attribuita al disco fisso, poi conservata nella successiva era delle unità a stato solido.