Electronic Frontier Foundation (EFF), organizzazione internazionale senza scopo di lucro che si occupa della tutela dei diritti digitali e della libertà di parola nell'”era digitale”, ha criticato la decisione di Google di integrare nel suo browser web una tecnologia per comporre un profilo dell’utente che sta navigando sul Web.
Il nuovo meccanismo si chiama FLoC (Federated Learning of Cohorts) e l’obiettivo è quello di integrarlo in futuro in tutte le installazioni di Chrome, sia su desktop che sui dispositivi mobili.
Di per sé FLoC non permette di risalire direttamente all’identità dei singoli utenti: utilizzando l’algoritmo chiamato SimHash (supportato dal browser), Chrome raccoglie la lista dei domini che si sono visitati negli ultimi 7 giorni e calcola un ID FLoC.
Tale identificativo permette di posizionare automaticamente l’utente in uno dei circa 33.000 “gruppi comportamentali” che sono stati predisposti.
In altre parole, sulla base del comportamento tenuto online dall’utente nella settimana precedente, l’ID FLoC consentirà di stabilire immediatamente quali sono i suoi interessi e le sue preferenze. Non servono quindi più cookie di terze parti condivisi su centinaia di siti web: con FLoC è Google che fa da intermediario per tutti i soggetti interessati.
La società di Mountain View spiega, da parte sua, che in questo modo la privacy degli utenti sarebbe maggiormente tutelata perché l’ID FLoC non contiene di per sé informazioni utili a risalire né al dispositivo usato dall’utente né tanto meno alla sua identità. L’identificativo viene inoltre aggiornato (rigenerato da zero) ogni settimana.
EFF osserva comunque che Google avrebbe costruito uno strumento efficace per disporre di una panoramica molto dettagliata sulle preferenze di ogni soggetto, seppur condensata in un unico ID.
Dal momento che in alcuni Paesi (al momento nell’elenco non c’è l’Italia) sono stati avviati i test sull’utilizzo di FLoC, EFF contesta a Google il fatto di non aver adeguatamente informato gli utenti circa la novità e offre un pulsante per verificare se la propria installazione di Chrome utilizzasse già l’identificativo.
Per effettuare la verifica basta visitare il sito Am I FLoCed? e cliccare sul pulsante rosso Check for FLoC ID.
Google ha rivelato che al momento circa lo 0,5% degli utenti di Chrome sono interessati dall’esperimento (si parla comunque di milioni di installazioni del browser) e che se tutto andrà bene entro luglio 2021 l’utilizzo di FLoC potrebbe essere esteso al 5% del totale.
Nell’articolo di supporto pubblicato qui Google spiega invece come i gestori di siti web possono partecipare alla sperimentazione di FLoC o viceversa negare l’utilizzo dei dati di visita per comporre l’identificativo.