Firefox sta cambiando. Mozilla ha confermato che a breve verranno portate al debutto le piastrelle pubblicitarie o suggested tiles, piccole miniature che saranno usate per presentare prodotti e servizi di possibile interesse per gli utenti.
La novità, inizialmente, non è andata a genio alla maggior parte degli utenti di Firefox ma, evidentemente, è necessaria per continuare a sovvenzionare le attività della fondazione.
Le piastrelle sponsorizzate di Firefox
A febbraio 2014, Mozilla manifestò pubblicamente l’intenzione di voler inserire nel suo browser web Firefox le cosiddette piastrelle sponsorizzate o suggested tiles. Si tratta di piccoli annunci pubblicitari, di forma rettangolare, che appaiono nella finestra Home, aperta ogniqualvolta si decidesse di richiamare una nuova scheda.
Gli annunci vengono inseriti nella stessa finestra che mostra le “miniature” dei siti web visitati con maggior frequenza.
L’idea non era andata granché a genio agli utenti di Firefox ma Mozilla sembra avere necessità di trovare nuove forme di monetizzazione per continuare ad innovare e a fungere da sprone per una sempre più vasta diffusione degli standard aperti per il web.
Già a maggio scorso, Mozilla confermava che l’inserimento delle piastrelle sponsorizzate in Firefox rappresentavano un po´ un passaggio obbligato: Firefox utilizzerà le piastrelle sponsorizzate: cosa sono. Ed aveva voluto gettare acqua sul fuoco (vedere questa infografica) chiarendo che per esporre piastrelle pubblicitarie con dei contenuti interessanti per gli utenti, il Firefox avrebbe utilizzato solo un ridotto numero di informazioni inadeguate per l’identificazione personale dell’utente.
Oggi, ancora una volta, Mozilla conferma che l’aspetto privacy viene posto in prima posizione: “non si raccolgono dati personali degli utenti, le informazioni non vengono comunque condivise e non viene svolta alcuna forma di tracciamento delle attività dell’utente“.
Le suggested tabs dovrebbero comunque poter essere liberamente disattivabili accedendo alle impostazioni del browser (pulsante raffigurante un piccolo ingranaggio).
Entro la fine dell’anno debutterà la struttura multiprocesso
Fino ad ora utilizzata solo a livello marginale, entro la fine dell’anno Firefox abbraccerà una architettura multiprocesso. Il processo core così come ogni singola scheda aperta nel browser saranno caricati e gestiti all’interno di una sandbox.
Ogni sito web od applicazione web aperta in Firefox sarà quindi completamente indipendente dalle altre e dal sistema operativo impedendo qualunque genere di commistione.
I vantaggi di questa soluzioni, adoperata fin dalla prima versione in Google Chrome, ha evidenti vantaggi dal punto di vista della sicurezza e della stabilità dell’intero browser.
Problemi ingenerati da una pagina o da un’applicazione non potranno più riverberarsi sul browser in toto (provocando, ad esempio, crash di Firefox) mentre eventuale codice nocivo (a meno di vulnerabilità insite nella sandbox, che verranno via a via risolte con la proverbiale solerzia che contraddistingue Mozilla) non potrà far danni.
Entro la fine dell’anno quindi, dovrebbe essere finalmente portato al debutto quello che fino a qualche tempo veniva chiamato progetto Electrolysis (separazione tra le schede ed uso della sandbox).
Allo stato attuale, infatti, Firefox usa semplicemente un container ossia un processo contenitore per alcuni plugin come Flash. Se, però, si dispone di un sistema dotato di una CPU octa-core e, ad esempio, si caricano otto pagine web, queste non utilizzeranno i vari core suddividendo il carico di lavoro ma ne impiegheranno soltanto uno.
Entro la fine dell’anno, l’adozione di un’architettura multiprocesso, dovrebbe rivoluzionare il browser di Mozilla.
Estensioni: Firefox guarda a Chrome
Il framework attualmente usato da Firefox per la gestione delle estensioni verrà probabilmente presto mandato in pensione.
Il nuovo framework, presentato qualche tempo fa (vedere Firefox rivoluziona le sue estensioni e guarda a Chrome), si chiama WebExtensions ed è molto simile a quello usato da Chrome ed Opera. Anche Microsoft, con Edge, ha deciso di guardare nella stessa direzione.
L’utilizzo di un’unica soluzione tecnica nei vari browser è senza dubbio un passaggio importante perché rende più semplice portare le stesse estensioni sui vari browser e consente ai programmatori di garantire pieno funzionamento su tutte le piattaforme con un ridottissimo numero di modifiche.
Il punto è un altro: le estensioni oggi disponibili per Firefox sono capaci di fare praticamente tutto, potenzialmente introducendo nel browser anche qualche problematica di sicurezza o problemi legati all’instabilità. Il quadro è destinato a cambiare perché WebExtensions introdurrà in Firefox un modello più chiuso e, quindi, molto più stringente. Starà a Mozilla offrire agli sviluppatori dei meccanismi per interagire con Firefox in maniera simile a quanto possibile sino ad oggi.