FBI smantella botnet senza precedenti da 19 milioni di indirizzi IP

FBI smantella la famigerata botnet 911 S5: sequestrati immobili e vetture di lusso al gestore che ora rischia fino a 65 anni di carcere.

Con un annuncio ufficiale il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti lo smantellamento della famigerata botnet 911 S5, un network di dimensioni senza precedenti in quanto coinvolgeva ben 19 milioni di indirizzi IP. A portare a termine l’operazione è stata l’FBI in collaborazione con diverse agenzie investigative straniere.

A quanto pare, grazie a un blitz, è stato possibile anche arrestando l’amministratore a Singapore, ovvero Wang YunHe. L’arresto è stato accompagnato dal sequestro dei beni dell’hacker, tra cui figurano 12 conti bancari di diverse nazioni, più di 24 wallet crittografici, 20 domini, 21 proprietà immobiliari tra Stati Uniti e Singapore. A questi si aggiungono poi diversi beni di lusso, come una Ferrari F8 Spider, una Rolls Royce e almeno un altro paio di vetture.

Sebbene non sia la prima volta che l’FBI va a smantellare botnet, questo caso specifico rappresenta un vero e proprio record viste le dimensioni della struttura creata da YunHe.

Dalle Ferrari a immobili in USA e Singapore: ecco cosa è stato confiscato all’hacker che gestiva la botnet

Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, l’hacker singaporiano aveva avviato le proprie attività illecite nel 2011, abusando di alcune VPN con funzioni proxy backdoor utilizzate per installare malware sui dispositivi delle vittime.

A quanto pare, le VPN coinvolte nella creazione della botnet 911 S5 sono:

  • MaskVPN;
  • DewVPN;
  • PaladinVPN;
  • ProxyGate;
  • ShieldVPN;
  • ShineVPN.

In tutti questi anno YunHe è riuscito ad accumulare i già citati 19 milioni di indirizzi IP di cui più di 613.000 relativi al territorio statunitense.

Stando alle stime delle forze dell’ordine, la botnet 911 S5 rendeva al suo creatore circa 90 milioni di dollari all’anno, visto che questa veniva “noleggiata” ad altri criminali informatici. Questi poi, utilizzavano l’infrastruttura su larga scala per diverse attività illegali, dalle frodi al contrabbando.

Per il cybercriminale, però, ora sono guai seri: YunHe è accusato di svariate accuse, che spaziano dalla frode al riciclaggio di denaro, rischiando fino a 65 anni di carcere.

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