Il Federal Bureau of Investigation (FBI) vuol tenere sotto controllo i principali social network. E’ quanto emerge dalla lettura di una nota pubblicata sul sito web dell’ente investigativo di polizia federale statunitense. L’FBI è interessata ad individuare un pool di tecnici competenti che possano offrire il loro aiuto per lo sviluppo di un’applicazione in grado di analizzare in tempo reale le attività espletate sui network sociali quali Facebook e Twitter. L’applicazione dovrebbe essere sufficientemente intelligente da estrarre dal flusso continuo di informazioni pubblicate online i post facenti riferimento ad attività sospette, sulle quali potrebbe essere opportuno svolgere delle indagini. L’idea è quella di avere un riscontro immediato su ciò che sta accadendo cosicché gli agenti dell’FBI possano essere tempestivamente informati su eventuali emergenze, attacchi terroristici od altre circostanze che necessitano di un intervento immediato.
Ed è già polemica. Jennifer Lynch, membro della Electronic Frontier Foundation, ha già fatto sentire la sua voce criticando l’iniziativa dell’FBI e dichiarandosi molto preoccupata delle conseguenze che potrebbe avere sulla libertà di parola negli States. Secondo la Lynch, i dati raccolti dell’agenzia governativa potrebbero restare nei loro server per molto tempo andando a comporre veri e propri profili dei singoli utenti, in ispregio della privacy.
Per rincarare la dose, viene anche citata l’azione esercitata dalla stessa FBI nei giorni scorsi quando ordinò la chiusura di Megaupload, popolarissimo sito web per l’hosting di file, insieme con Megavideo. La tesi della difesa è che Megaupload fungerebbe da “intermediario” rivestendo il medesimo ruolo, ad esempio, di un sito web qual è YouTube. Perché chiudere un sito web penalizzando gli utenti che ne hanno fatto uso per il caricamento di contenuti assolutamente legittimi?
Secondo quanto riportano fonti d’Oltreoceano, gruppi di utenti sarebbero pronti a far causa alle autorità statunitensi chiedendo un risarcimento per il danno subìto in seguito alla chiusura di Megaupload. “Il danno così vasto che è stato provocato a seguito della chiusura di Megaupload è ingiustificato ed è sproporzionato visto l’obiettivo che s’intendeva perseguire“, si commenta dal gruppo Pirates of Catalonia.
Non è però chiaro su quali basi possa essere eventualmente avviata un’azione legale anche perché Megaupload, come molti altri fornitori, indicava nelle condizioni d’uso del servizio che l’upload dei file avveniva sotto la responsabilità ed a rischio del singolo utente.