Scatta da quest’oggi l’obbligo della fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione. I fornitori degli enti pubblici, per vedersi saldare le fatture, sono d’ora in avanti tenuti ad inviare le fatture solo ed esclusivamente per via telematica appoggiandosi alla piattaforma informatica messa a punto dall’Agenzia delle Entrate in collaborazione con SOGEI.
Negli articoli Fatturazione elettronica verso la PA dal 31 marzo e Cos’è la fattura elettronica per l’Agenzia delle Entrate abbiamo spiegato che cos’è la fattura elettronica e come è possibile produrla.
In breve, la fattura elettronica (“FatturaPA“, così come intesa dalla pubblica amministrazione) altro non è che un file XML che i creditori di enti pubblici debbono inviare all’apposito Sistema di interscambio (SDI).
Il Sistema di interscambio, gestito dalla SOGEI, società incaricata di seguirne lo sviluppo tecnico, una volta ricevuta la fattura elettronica provvede a verificarne la struttura, la correttezza formale e ad inoltrarla all’ente debitore indicato nello stesso documento.
Ogni amministrazione, infatti, è univocamente identificata da un breve codice alfanumerico che il creditore deve indicare nella fattura.
Uno dei vantaggi di SDI è che il sistema fornisce sempre un’indicazione del “luogo” dove si trova la fattura.
La fattura, trasmessa come file XML, dovrà comunque essere firmata digitalmente utilizzando il certificato personale acquisito dal professionista o dell’azienda presso uno dei fornitori accreditati dall’AGID (Agenzia per l’Italia Digitale, ex DigitPA, ex CNIPA).
L’apposizione della firma digitale viene richiesta a garanzia della provenienza della stessa (per attestare l’identità di chi la presenta) oltre che per garantire che il documento non venga in alcun modo modificato durante il tragitto fino a destinazione.
Ancora non è chiaro come il sistema italiano verrà armonizzato a livello europeo. L’adozione della fattura elettronica da parte della PA, così come altri processi di digitalizzazione, è stata prevista in un più ampio contesto che prevede la necessità di definire uno stardard europeo.
Allo stato attuale, l’errore più comune nell’invio delle fatture elettroniche al Sistema di interscambio sembra nella spedizione ripetuta degli stessi documenti. Il sistema, va detto, prende comunque in considerazione il primio invio scartando automaticamente quelli successivi.
Con il preciso obiettivo di semplificare le cose e snellire le procedure di trasmissione delle fatture al Sistema di interscambio, sono nati numerosi intermediari, previsti dalla normativa vigente, che si occupano della composizione delle fatture, dell’apposizione della firma digitale, dell’invio dei documenti e della loro conservazione. Maggiori informazioni, a tal proposito, nell’articolo Fatturazione elettronica verso la PA dal 31 marzo.