Facebook ha richiesto la registrazione di un suo brevetto che aprirebbe le porte al cosiddetto “image fingerprinting“. Utilizzando la tecnologia descritta nel testo del brevetto, l’azienda di Mark Zuckerberg diverrebbe in grado di stabilire univocamente con quale fotocamera è stata scattata una foto. E potrebbe anche porre in diretta correlazione le foto acquisite usando una determinata fotocamera con uno specifico utente del social network.
L’analisi tecnica delle foto caricate online permetterebbe di scoprire l’identità di un utente, anche quando avesse creato differenti account su Facebook e stabilire collegamenti diretti fra utenti, eventi, gruppi e pagine.
Facebook non si limita a leggere i metadati delle immagini, spesso presenti nelle foto caricate sul social network, ma può analizzare le caratteristiche e le specificità di ogni singola immagine. L’esame degli attributi fisici di una serie di foto, diretta conseguenza del sensore della fotocamera e delle peculiarità delle lenti, consentono di ottenere informazioni univoche. La presenza di graffi sulle lenti, polvere, artefatti sull’immagine, pixel anomali, porta alla generazione di foto digitali che sono “uniche”.
Si tratta di parametri sui quali l’utente non ha il controllo e che potrebbero essere utilizzati da Facebook come una sorta di “filigrana” che suggerisce con quale macchina (o dispositivo mobile) è stata scattata una foto e, con buona approssimazione, da quale individuo.
La tecnologia messa a punto da Facebook potrebbe risultare utile per accertare, in maniera inoppugnabile, la paternità di un’immagine.