Con tutti gli sforzi che Facebook sta conducendo sull’intelligenza artificiale e sul machine learning, non potevano mancare alcune indiscrezioni che svelano quale strada verrà imboccata nel prossimo futuro.
Allineandosi ai piani di sviluppo di altre società, Facebook starebbe allestendo un team di ingegneri che si occuperanno di progettare chip per l’intelligenza artificiale in-house.
Con l’evidente preciso intento di ridurre la sua dipendenza da società come Qualcomm e Intel, Facebook progetterà e realizzerà autonomamente i semiconduttori usati per le elaborazioni più complesse ma, allo stesso tempo, più specifiche.
La società di Mark Zuckerberg non svilupperà insomma processori general purpose ma si concentrerà su SoC/ASIC deputati a risolvere compiti molto specifici.
La conferma arriva anche attraverso una pagina per la ricerca di nuovo personale che Facebook ha appena aggiornato.
Una mossa simile fu posta in campo da Apple nel 2010, con le conseguenze che tutti conosciamo (la Mela realizza oggi alcuni processori in maniera totalmente autonoma) e Google consta di una divisione che si occupa esclusivamente dei chip per l’intelligenza artificiale.
I responsabili di Facebook, ovviamente, hanno preferito non rilasciare alcun commento sul tema ma è lecito ipotizzare che il social network vorrà usare i suoi chip sia all’interno di dispositivi hardware che per governare il funzionamento di software e server nei suoi data center.
Il mese prossimo, ad esempio, Facebook lancerà Oculus Go, un visore per la realtà virtuale del tutto indipendente (costerà 200 dollari) che poggia il suo funzionamento su un processore Qualcomm. L’azienda di Zuckerberg sta poi lavorando su una serie di altoparlanti intelligenti.
Riuscendo a progettare e produrre in proprio i suoi chip, Facebook potrebbe realizzare in futuro dispositivi indossabili e nuovi device smart che migliorano e rendono più coinvolgente l’esperienza degli utenti sul social network: mettere in relazione utenti remoti con un visore per la realtà virtuale è da sempre “il pallino” di Zuckerberg.
Per non parlare dell’utilità, anche per scopi pubblicitari, di hardware dedicato capace di scandagliare in maniera più efficace l’enorme mole di informazioni gestite dal social network per stabilire correlazioni e costruire informazione.