A un anno di distanza dalla citazione in giudizio di Bright Data, Meta ha visto il giudice federale respingere la sua denuncia di violazione dei contratti.
L’azienda israeliana che si occupa di raccogliere dati da vari siti Web, azione nota come data-scraping, avrebbe sì ottenuto dati riguardanti da Facebook e Instagram, ma non risulta perseguibile, in quanto gli stessi erano pubblici.
Questa sentenza può essere epocale, in quanto determina come e quanto le società di data-scarping possono attingere dai social network e da piattaforme simili senza infrangere regole.
Facebook contro Bright Data: per il giudice distrettuale i dati raccolti sono pubblici
Secondo il giudice distrettuale Edward Chen, attraverso la sentenza emessa nei giorni scorsi “Bright Data ammette di essere vincolato ai termini di Meta mentre aveva account Facebook e Instagram e di vendere i dati raccolti da Facebook e Instagram, Tuttavia anche considerando le prove nella luce più favorevole alla parte non in movimento (Meta)… i Termini di Facebook e Instagram non impediscono lo scraping di dati pubblici da parte di persone disconnesse; necessariamente non vietano la vendita di tali dati pubblici dati. Pertanto, i Termini non possono impedire le attività di scraping di Bright Data“.
Meta ha avviato la procedura legale sostenendo che la società avesse violato le politiche di Facebook e Instagram sviluppando e utilizzando software automatizzato per estrarre dati dalle suddette piattaforme. Tra di esse figurano informazioni sui profili, follower e post condivisi dagli utenti.
Di fatto, per Bright Data sono cadute tutte le accuse tranne una, ovvero quella relativa all’interferenza illecita con il contratto. A tal proposito, la procedura legale riprenderà dal prossimo 5 marzo. Nonostante ciò, quanto accaduto, si può considerare a pieno titolo una debacle per Meta.
Allo stesso tempo, ciò dimostra come le informazioni personali sui social network siano potenzialmente facile preda di data broker e altre aziende simili, come sottolineato anche da recenti studi.
Di cosa si occupa Bright Data?
I servizi proposti dalla società israeliana includono un servizio di rete proxy che consente ai clienti di navigare in modo anonimo.
A questo si affianca uno strumento noto come Web Unlocker, progettato per impedire agli operatori di siti Web come Meta di sfruttare tecniche per inserire utenti in black list.
Bright Data vende anche un ambiente di sviluppo progettato per aiutare i programmatori a condurre ricerche automatizzate e, a tal proposito, vende set di dati personalizzati in base alle necessità specifiche da parte dei clienti.