Lo scorso giugno Facebook ha presentato la sua crittovaluta Libra (Facebook presenta la sua crittovaluta: Libra. Presto il borsellino elettronico Calibra) preannunciando il diretto coinvolgimento nel progetto di partner finanziari del calibro di Visa e Mastercard.
Dopo le pesanti pressioni ricevute dai governi e dagli istituti di credito statunitensi ed europei, quelle stesse società starebbero riconsiderando la loro posizione e potrebbero presto uscire di scena. Almeno stando quanto riferiscono fonti vicine ai soggetti interessati.
Facebook ha fatto presente che Libra potrebbe cambiare l’intero sistema finanziario mettendo nelle mani dei consumatori un nuovo modo di trasferire denaro in ambito nazionale e oltre confine. I sostenitori del progetto hanno visto in Libra un’eccellente opportunità di profitto dal momento che Libra potrebbe divenire il sistema di pagamento preferito dai 2,4 miliardi di utenti attivi mensilmente su Facebook.
Le defezioni, se confermate, potrebbero però far scricchiolare l’intero impianto: senza una rete di partner finanziari che si occupano del cambio delle valute supportando i negozianti ad accettare Libra come forma di pagamento, il tentativo di Facebook di persuadere i consumatori a sostituire l’uso della loro moneta nazionale con una moneta digitale per pagare beni e servizi su Internet potrebbe fallire miseramente.
Nell’annunciare il progetto, la società di Mark Zuckerberg aveva manifestato l’intento di erogare servizi finanziari di base in tutto il mondo, anche a coloro che non hanno conti bancari e consentire, tra le altre cose, un risparmio di 25 miliardi di dollari per coloro che si muovono da un Paese all’altro e devono sostenere tasse e commissioni.
Funzionari governativi e amministratori delle banche centrali hanno puntato i piedi sollevando problemi sul tema della privacy dei consumatori e sull’eventuale possibilità di abusare del sistema per il riciclaggio del denaro.
A questo proposito, Dante Disparte, responsabile delle comunicazioni della Libra Association, ha fatto presente che sono stati tenuti degli incontri con le autorità di regolamentazione e i responsabili politici al fine di discutere la conformità della crittovaluta alle leggi antiriciclaggio e la prevenzione del finanziamento del terrorismo.
David Marcus, ex di PayPal che ha lavorato attivamente sullo sviluppo del progetto Libra, ha dichiarato: “posso dirvi che stiamo lavorando con molta calma e con fiducia per superare le legittime preoccupazioni che Libra ha sollevato portando in primo piano il valore delle valute digitali“.
Finora i membri dell’associazione Libra hanno firmato soltanto lettere d’intenti non vincolanti e non hanno ancora versato i 10 milioni di dollari che Facebook ha chiesto a ciascun membro per finanziare la creazione della moneta digitale e costruire la rete di pagamenti. Non è quindi affatto chiaro quanti dei membri iniziali alla fine si impegneranno effettivamente.