A distanza di poche ore dalla conclusione dello storico evento “World IPv6 Day“, Facebook traccia un primo bilancio e riferisce di aver rilevato particolari difficoltà. Secondo Donn Lee, uno degli ingegneri del social network che più si è impegnato nel predisporre l’infrastruttura di rete di Facebook in vista del test di IPv6, tutto sarebbe andato per il meglio: “come ci auguravamo e così come speravamo accadesse, si è trattato – almeno dal punto di vista prettamente tecnico – di un non-evento“, ha dichiarato.
Contemporaneamente, nella giornata di ieri, circa 400 grandi aziende partecipanti al test hanno attivato la modalità dual stack: ciò significa che le reti delle società protagoniste del “World IPv6 Day“, tra le quali Facebook, Google e Yahoo!, hanno iniziato a supportare simultaneamente sia IPv4 che il nuovo IPv6. Qualunque sistema remoto in grado di connettersi via IPv6 è stato quindi in grado di farlo. A tutti i client che invece non supportavano la nuova versione del protocollo, è stata invece comunque permessa la conessione via IPv4 (il cosiddetto fall back).
Stando a quanto dichiarato da Lee, Facebook non avrebbe ricevuto particolari lamentele da parte degli uetnti e circa 1 milione di persone, sui 500-600 milioni che usano il social network, avrebbero effettuato dei collegamenti, con successo, in modalità IPv6.
Non è chiaro in quanti possano aver sperimentato dei problemi in fase di collegamento a Facebook ma Lee prevede che possano essere circa lo 0,03% del totale.
Anche Google conferma il successo dell’iniziativa rilevando di aver notato un aumento pari al 65% del traffico IPv6 diretto ai siti ed ai servizi della società. Anche i tecnici del colosso di Mountain View non avrebbero evidenziato alcun problema e non c’è stato il bisogno, in nessun caso, di disattivare il supporto IPv6.
Google aveva stimato che solamente lo 0,05% degli utenti avrebbe sperimentato delle difficoltà (mancata attivazione del fall back su IPv4 collegandosi ai servizi della società, a Facebook, a Yahoo! od a Bing). “Tale situazione potrebbe verificarsi solo nel caso di errate configurati o comportamenti inadeguati da parte dei dispositivi di rete installati in ambiente domestico (ad esempio, alcuni router home)“, aveva dichiarato Lorenzo Colitti, ingegnere di rete di Google ed “IPv6 Samurai“. “In tali situazioni, una macchina potrebbe ritenere di avere la possibilità di connettersi via IPv6 quando, in realtà, ciò non è possibile“.
Akamai ed Arbor Networks hanno costantemente monitorato la giornata appena trascorsa pubblicando sul web statistiche e dati aggiornati.
“Il World IPv6 Day è solo l’inizio di un percorso di transizione pluriennale; grazie ai dati raccolti da ATLAS (sistema per il monitoraggio del traffico, n.d.r.) abbiamo una base di confronto per la misurazione dei progressi che si registreranno“, ha affermato Jennifer Pigg, vice presidente di Yankee Group, facendo riferimento al materiale reso pubblico da Arbor (ved. questa pagina).
I grafici aggiornati di Akamai sono invece consultabili facendo riferimento a questo sito.
Altre informazioni sul passaggio ad IPv6 sono reperibili in questo nostro articolo.