La scorsa settimana Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, aveva pubblicato sul “social network” un messaggio rivolto a tutti gli utenti, giunti ormai alla soglia dei 350 milioni. Zuckerberg anticipò qualche dettaglio sul lancio di nuovi strumenti per la regolazione delle preferenze legate alla privacy. L’utente “potrà impostare in modo più semplice i contenuti da rendere visibili solamente ad amici, agli amici di amici o a tutti”.
Con una nota resa pubblica, Facebook ha evidenziato quattro punti principali: l’aggiunta di un meccanismo di controllo per ciascun elemento caricato online, impostazioni privacy semplificate, un sistema per aiutare l’utente nella scelta delle impostazioni, una guida corredata da dati informativi sulla privacy.
Tutte le regolazioni, legate all’aspetto privacy, possono essere effettuate facendo riferimento a questa sezione del sito. Il “social network” richiderà se mantenere le vecchie regolazioni oppure se adottare i nuovi suggerimenti privacy.
Le reazioni alle novità introdotte da Facebook sono contrastanti. Kevin Bankston (EFF, Electronic Frontier Foundation), pur apprezzando complessivamente le scelte operate, ritiene che il “social network” abbia rimosso alcuni controlli relativi al tema privacy che avrebbero dovuto essere conservati. Il giudizio di Ari Schwartz (Center for Democracy and Technology) non si discosta molto: è certamente positivo l’aver messo nelle mani degli utenti un meccanismo per stabilire quali persone possono visualizzare il singolo post; le nuove impostazioni, però, finirebbero col rendere di pubblico dominio un maggior numero di informazioni. In una nota pubblicata sul blog di EFF, Bankston è stato ancora più esplicito: “con queste impostazioni l’utente è chiaramente spinto a condividere un maggior numero di dati rispetto a prima”.
Secondo le stastistiche recentemente diffuse, solamente il 15-20% degli utenti di Facebook porrebbe attenzione nel regolare le impostazioni legate alla privacy. Con le modifiche appena apportate, tuttavia, tutti dovranno rivederle. Ma è proprio questa, secondo alcuni esperti la radice del problema: chi non ha mai modificato le proprie impostazioni sulla privacy potrebbe rendersi completamente visibile a tutti e comparire addirittura nelle SERP di Google, come ha osservato Schwartz. Va comunque sottolineato come Facebook metta a disposizione uno strumento per evitare la comparsa di informazioni personali sui motori di ricerca (menù Impostazioni, Impostazioni sulla privacy, Ricerca): solo gli utenti collegati al “social network” possano visualizzarle.