Il meccanismo di “tagging” delle foto è ora proprietà esclusiva di Facebook. L’ufficio brevetti statunitense (USPTO) ha espresso parere favorevole alla domanda inoltrata dal social network nel mese di ottobre 2006. Il documento pubblicato a questo indirizzo, illustra le principali peculiarità del brevetto numero 7945653, da poco concesso a Facebook.
Il sommario descrive ciò che gli utenti registrati al social network fondato da Mark Zuckerberg fanno ogni giorno spiegando che il brevetto riguarda “un metodo che permette di taggare media digitali. Tale metodo include la selezione di un file digitale e la definizione di un’area specifica all’interno dello stesso. Il meccanismo prevede che una persona od una entità possano essere associate all’area selezionata e l’invio di una notifica agli interessati“.
Siti web che utilizzeranno sistemi simili a quelli da tempo sfruttati da Facebook per consentire agli utenti di scegliere, ad esempio, una porzione di una fotografia digitale ed associarvi il nome di una persona o di un evento, dovranno molto probabilmente chiedere l’autorizzazione al social network per implementare tale funzionalità e, presumibilmente, versare una royalty.
Va osservato che in un’indagine del 2007 pubblicata dalla “Pew Internet & American Life Project“, organizzazione statunitense che traccia un quadro aggiornato delle abitudini degli utenti e delle tendenze più in voga, viene affrontato il fenomeno del “tagging” dei contenuti (ved. questo file PDF). Mentre vengono citati siti quali Delicious, Flickr, YouTube e Technorati non viene fatta menzione alcuna di Facebook. Gli osservatori ritengono che la richiesta sia stata comunque accordata a Facebook in forza dei continui interventi di ottimizzazione che l’azienda ha apportato al suo sistema di tagging.