Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, dopo la scoperta di tante applicazioni che nel corso del tempo hanno rastrellato i dati degli utenti iscritti a Facebook (Facebook e Cambridge Analytica: cosa ha insegnato lo scandalo in tema di tutela della privacy), l’azienda di Mark Zuckerberg ha comunicato di aver eliminato più di 400 app che evidenziavano un comportamento non permesso dalle linee guida del social network e potenzialmente lesivo della privacy.
Meglio tardi che mai, direbbe qualcuno. Facebook ha infatti finalmente rimosso anche myPersonality, un’altra app che ha composto profili degli utenti registrati sul social network senza averne titolo e addirittura ponendo alla mercé di chiunque i dati raccolti: myPersonality, un’altra app Faceboook, ha rastrellato i dati di oltre 3 milioni di iscritti.
myPersonality, come spiega Facebook, ha tra l’altro rifiutato di sottostare all’attività di verifica proposta dall’azienda di Zuckerberg, evidente segno di malafede. Il social network informerà quindi i 4 milioni di utenti che in passato hanno usato myPersonality che parte dei loro dati potrebbe essere stata trasferita a terzi nonché utilizzata per finalità poco trasparenti.
Facebook precisa di aver analizzato da marzo migliaia di app: oltre 400 di esse sono state sospese.
Il social network ricorda anche che nessuna informazione degli utenti sarà più condivisa con quelle applicazioni non utilizzate da 90 giorni o più.
A testimonianza della maggiore attenzione, almeno di facciata, che le aziende di più grandi dimensioni stanno riservando ai dati personali degli utenti, Apple ha chiesto a Facebook di rimuovere spontaneamente l’app Onavo VPN dal suo App Store.
Onavo VPN, infatti, ha raccolto i dati degli utenti per comporre profili, pratica espressamente vietata dalle nuove policy Apple.