Con un aggiornamento alla piattaforma software alla base del funzionamento di Facebook, i tecnici del social network hanno introdotto una brutta falla di sicurezza che sino a qualche ora fa poteva essere utilizzata per visualizzare foto “private”. L’autore della scoperta ha spiegato di essere riuscito a mettere le mani su una serie di foto estrapolate dagli album privati del fondatore del social network in blu, Mark Zuckerberg. Lo scopritore della lacuna di sicurezza è riuscito ad impossessarsi delle immagini altrui facendo leva su un bug presente nella funzionalità di Facebook che può essere utilizzata per segnalare la pubblicazione di foto sconvenienti. Spuntando la casella “nudità o pornografia“, Facebook visualizzava un messaggio col quale s’invitava l’utente a selezionare ulteriori immagini da allegare alla segnalazione. Qui si verificava il comportamento anomalo: il social network presentava anche le foto private dell’utente scelto.
I tecnici di Facebook si sono affrettati a chiarire che la vulnerabilità è rimasta sfruttabile solo per un limitato periodo di tempo e che non tutti i contenuti fotografici degli utenti erano accessibili da parte dei non autorizzati bensì una ristretta cerchia di foto. “Dopo l’individuazione del bug, abbiamo immediatamente disabilitato il meccanismo; provvederemo a riattivarlo solo dopo aver risolto il problema“, si era aggiunto da Facebook.
Con un successivo comunicato, Facebook ha poi confermato di aver sanato la vulnerabilità sottolineando il suo immutato impegno nella protezione della privacy degli utenti. L’incidente, comunque, ha gettato ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche che si sono susseguite nelle scorse settimane. L’autore della scoperta, da parte sua, ha aspramente criticato Facebook per aver gestito con troppa superficialità una funzionalità potenzialmente in grado di esporre al pubblico le proprie foto personali. E le foto estratte dall’album di Zuckerberg, che ritraggono il CEO di Facebook nella sua casa, tra polli e patatine fritte, restano “di pubblico dominio”.