A distanza di appena un mese dall’allontamento di “Siri” dalla struttura aziendale di IBM, anche F-Secure lancia l’allerta e sconsiglia di utilizzare in ambito aziendale l’assistente digitale di Apple introdotto per la prima volta con il lancio dell’iPhone 4S.
I motivi delle preoccupazioni di IBM e di F-Secure? Apple Siri (in norvegese Siri significa “bella donna che ti porta alla vittoria“) è capace di scandagliare la lista dei propri contatti, attingere alle informazioni annotate sull’agenda, conoscere la data di compleanno di familiari ed amici e, probabilmente, raccogliere informazioni sui segreti aziendali.
Maria Nordgren, vice presidente di F-Secure, in occasione di una conferenza stampa tenutasi ad Helsinki, ha spiegato che il comportamento di Siri cozza con le politiche aziendali per la sicurezza dei dati. “Quattro utenti su dieci non si preoccupano di una corretta gestione dei dati aziendali“, ha spiegato la Nordgren. “Prendete Siri, si tratta di una funzionalità che raccoglie il mio gradimento. Le informazioni elaborate da Siri, però, non restano memorizzate localmente sul telefono ma sono convogliate tutte verso un centro di elaborazione dati situato nell’Oregon“, ha aggiunto.
La voce dell’utente, infatti, viene registrata e trasmessa ad un server remoto di proprietà di Apple. È tale sistema che si occupa di effettuare il riconoscimento vocale vero e proprio rispedendo la domanda in forma testuale allo smartphone. Si tratta di una procedura che viene svolta in pochi istanti, a seconda della velocità di connessione. La Nordgren teme quindi che attraverso Siri possano sfuggire al controllo degli utenti e delle aziende informazioni che dovrebbero restare private.
IBM, proibendo l’utilizzo dell’assistente vocale Siri all’interno della sua rete aziendale, aveva già espresso una posizione simile a quella di F-Secure. “Big Blue” teme che alcuni dei suoi segreti industriali possano uscire dalle sue maglie e finire nei server di Apple. I dubbi che accomunano F-Secure ed IBM trovano terreno fertile anche perché Apple non ha chiarito, in modo esplicito, chi possa accedere ai dati gestiti da Siri, per quanto tempo essi vengono conservati sui server della società e se i dipendenti della Mela possano visionare i dati elaborati.