Ex dipendente OpenAI: la compagnia sta distruggendo Internet

Accuse a OpenAI anche per quanto riguarda la violazione del copyright: ecco le dichiarazioni di Suchir Balaji riguardo la sua ex compagnia.
Ex dipendente OpenAI: la compagnia sta distruggendo Internet

Un ex ricercatore di OpenAI ha voluto esprimersi rispetto le politiche adottate dalla compagnia. Attraverso blog personale e alcune interviste, il professionista ha puntato il dito contro l’azienda, accusando la stessa di non rispettare le leggi americane sul copyright.

Stiamo parlando di Suchir Balaji, un venticinquenne che è entrato in OpenAI 2020 e ha partecipato attivamente a creare GPT-4. Balaji ha sostenuto che è stato sin da subito attratto da questa tecnologia, che considerava potenzialmente capace di curare malattie o fermare l’invecchiamento. La realtà si è però rivelata ben diversa.

L’esperto, intervistato dal Times ha descritto un’Intelligenza Artificiale ben diversa da quella dei suoi sogni, uno strumento sfruttato per “Distruggere la redditività commerciale degli individui, delle aziende e i servizi Internet“. Non solo: sul già citato blog personale, Balaji ha voluto porre l’attenzione sulle già citate leggi riguardanti i diritti d’autore.

Nei suoi post, lo stesso cerca di dimostrare come gli output di ChatGPT siano distanti dagli standard determinati dalla legge statunitense, chiedendo poi maggiore chiarezza e regolamentazione da parte delle autorità.

L’accusa di Balaji si aggiunge alle tante cause già intentate nei confronti di OpenAI

Le accuse di Balaji non sembrano frutto del semplice rancore di un ex dipendente. Basti pensare alla causa in fase di svolgimento che vede il New York Times accusare OpenAI di aver sfruttato il suo materiale coperto da copyright.

La nota testata giornalistica è però decisamente in buona compagnia: sono svariate le celebrità, gli autori e gli artisti che hanno segnalato potenziali abusi da parte della compagnia. Nonostante le critiche, OpenIA e il settore dell’IA non sembrano volersi fermare, con una crescita costante di mese in mese.

Al di là dell’effetto novità, di fatto, questo settore sembra risultare ancora poco gestibile, con evidenti lacune a livello di regolamentazione. Proprio per questo motivo, nel medio-lungo termine, dai tribunali potrebbero arrivare sentenze epocali.

Fonte: gizmodo.com

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