In tema di “servizio universale”, le connessioni a banda larga non possono essere equiparate alla fonia. Lo ha deciso la Commissione Europea che spiega di aver raggiunto la decisione finale dopo una consultazione pubblica avviata nel mese di marzo 2010. Nel documento, firmato da Neelie Kroes, commissario europeo per l’agenda digitale, si fa presente che non è apparso opportuno, almeno allo stato attuale, fissare una velocità di connessione che deve essere garantita a tutti i cittadini del “vecchio continente”. Si rischierebbe di toccare un nervo molto sensibile e di distorcere il mercato: “lo sviluppo delle reti nei vari Paesi europei si trova ad un livello molto diverso“, si legge. “Gli oneri che l’industria dovrebbe affrontare e l’impatto sui prezzi al consumatore sarebbe molto elevato in quelle nazioni ove la penetrazione della banda larga è più ridotta“. Ai singoli stati europei viene accordata la facoltà di scegliere se considerare la fornitura di un collegamento broadband nel “servizio universale” ma ciò può avvenire solo nei Paesi ove la banda larga è già piuttosto diffusa.
“Allo stato attuale“, riporta il documento di Bruxelles, “Finlandia, Malta e Spagna indicano una velocità minima da garantire per legge ai cittadini“.
La Commissione Europea, attraverso le parole della Kroes, insomma, chiarisce che la diffusione della banda larga è uno degli aspetti sui quali tutti i Paesi dell’Unione dovranno puntare ma al momento estendere il concetto di “servizio universale” al broadband implicherebbe oneri sproporzionati.
Tra le prime voci assai critiche, si registra la posizione di Adiconsum che, attraverso un comunicato ufficiale, si dichiara “fortemente delusa” per la decisione presa dalla Commissione. Il segretario della nota associazione per la difesa dei consumatori, Pietro Giordano, osserva: “Adiconsum sperava nella scelta europea di includere Internet nel servizio universale per far fare un salto di qualità all’Italia. Ora diventa indispensabile rivedere le norme che regolano il nostro servizio universale per garantire almeno nel diritto nazionale, come hanno fatto altri paesi europei, una velocità minima di banda larga“. Al momento, infatti, è garantito un collegamento a 56 Kbit/s, soluzione che Adiconsum definisce “anacronistica e soprattutto responsabile di esclusione sociale“.