Da gennaio 2021 debutteranno le cosiddette “etichette sulla privacy”: esse avranno il compito di rendere più chiaro agli utenti come le app per i dispositivi iOS usano i loro dati. La novità è stata annunciata da Apple in occasione della WWDC 2020 ma tanti sviluppatori hanno espresso dubbi e manifestato riserve.
Tra le critiche può sferzanti si sono registrate quelle provenienti da WhatsApp: l’azienda di proprietà di Facebook ha contestato ad Apple che le etichette sulla privacy non sembrano valere per le applicazioni della Mela. La società guidata da Tim Cook è stata accusata di usare due pesi e due misure introducendo una serie di nuovi obblighi per tutte le app di terze parti dispensando invece le proprie. Tanto che WhatsApp ha parlato di un “ingiusto vantaggio competitivo” di cui potrebbe beneficiare ad esempio Apple iMessage.
Le nuove etichette sulla privacy di Apple prendono in prestito il concetto delle informazioni nutrizionali per gli alimenti ma si concentrano sui dati che le applicazioni per i dispositivi mobili raccolgono. La loro esposizione sarà obbligatoria da gennaio prossimo per ogni sviluppatore che voglia pubblicare sull’App Store.
Le etichette suddividono i diversi tipi di raccolta dati in categorie: contatti, informazioni finanziarie, dati di utilizzo e ubicazione.
Apple ha provato a bilanciare la necessità di dettagliare le raccolte di dati poste in essere con la generale riluttanza degli utenti a leggere lunghe e noiose liste. Anche questa scelta ha sollevato non pochi punti interrogativi.
Nel caso di WhatsApp, ad esempio, la sua etichetta sulla privacy include dettagli su come l’applicazione utilizza i numeri di telefono per inviare messaggi, su come raccoglie le informazioni bancarie o le informazioni sulla carta se si abilitano i pagamenti e su come raccoglie i dati utili per le finalità di geolocalizzazione, indirizzi IP compresi.
Accogliendo le critiche sollevate da WhatsApp, Apple ha comunicato che anche le sue applicazioni, ad esempio quelle preinstallate sugli smartphone iOS, dovranno riportare l’etichetta sulla privacy esattamente come richiesto agli sviluppatori. Software come iMessage avranno quindi la loro etichetta che sarà pubblicata sul sito ufficiale di Apple.