Al giorno d’oggi siamo abituati a vedere, su siti o applicazioni, dei “consigli” che vengono forniti agli utenti per direzionare gli stessi verso un contenuto o un prodotto in linea con le sue esigenze.
A generare queste risposte sono dei complessi algoritmi che, a quanto pare, non sono però così precisi come si potrebbe pensare. Secondo la saggista Maris Kreizman, infatti, quando si tratta di consigliare libri, l’opinione di un essere umano è ancora più attendibile.
Maris Kreizman, infatti, ciò che un lettore vuole da un libro è il suo contenuto. Questo, di fatto, non può essere pienamente valutato da un algoritmo, per quanto complesso possa essere. I sistemi automatici, infatti, possono prendere in considerazione parametri come il genere, l’autore o i metadati, non potendo valutare però, per esempio, lo stile di scrittura. Il tutto senza poi tenere conto di un’enorme incognita, ovvero i gusti personali.
La saggista ha spiegato come, per esempio, la definizione di “avvincente” è difficile da valutare per un algoritmo o un’Intelligenza Artificiale (perlomeno nel 2024).
Quando si parla di consigliare un libro, l’essere umano vince sempre sugli algoritmi
In questo senso, però, va considerato che gli algoritmi sono spesso molto più semplici di quanto si possa pensare. I consigli forniti in automatico, infatti, si basano su parametri basilari, come autore o genere.
Per Kreizman, oggi e nel prossimo futuro, in consiglio di un essere umano resta impossibile da sostituire. Che si tratti dell’opinione di un influencer, di un amico o di un familiare, l’opinione di un essere umano resta ancora preziosa in fase di scelta.
Tutto ciò, tra l’altro, non vale solo per i libri. Altri contenuti, come film e musica ma anche canali YouTube e non solo, seguono una logica pressoché identica.