Sebbene WhatsApp si sia affrettata a chiarire l’impatto delle modifiche alla privacy policy per gli utenti europei (vedere Avviso privacy WhatsApp: cosa cambia davvero e cosa non viene detto) cercando di gettare acqua sul fuoco, tanti utenti hanno comunque deciso di attivarsi per migrare ad applicazioni di messaggistica alternative come Telegram e Signal.
Di entrambe abbiamo già parlato più volte: vedere Telegram compie sette anni e lancia le videochiamate e Signal, l’app di messaggistica che avrebbe consigliato anche la Commissione Europea.
L’impatto dei cambiamenti annunciati da WhatsApp ha avuto come risultato un esodo verso piattaforme come Telegram e Signal, cresciute in questi giorni a un ritmo mai osservato in precedenza.
Telegram ha superato i 500 milioni di utenti attivi: non è una grande sorpresa dato che già qualche settimana fa l’app di messaggistica ideata da Pavel Durov si stava avvicinando all’importante traguardo. Ciò che colpisce è che nelle ultime 72 ore si sono aggiunti più di 25 milioni di nuovi utenti. Se consideriamo che nell’aprile 2020 la società ha dichiarato di aver raggiunto i 400 milioni, la crescita di questi giorni è stata esponenziale e riconducibile proprio alle novità di WhatsApp. Sembra inoltre che gli inviti a usare Telegram trasmessi dagli utenti che usano già la piattaforma siano stati un fattore di crescita fondamentale.
Per quanto riguarda Signal i download dell’applicazione sono cresciuti del 4.200% da quando Whatsapp ha mostrato il nuovo avviso sulla privacy all’avvio dell’applicazione. Con una quota di utenti molto più modesta, anche rispetto a Telegram, Signal è da tempo il servizio di messaggistica istantanea preferito dagli utenti più attenti alla privacy. Nell’articolo L’etichetta sulla privacy di Apple mostra quali e quanti dati vengono raccolti da WhatsApp abbiamo visto come Signal registri il solo numero di telefono dell’utente senza acquisire nessun’altra informazione.
Il tempo dirà se gli utenti che hanno installato anche Telegram e/o Signal hanno in programma di lasciare definitivamente WhatsApp.
I vertici di Facebook, dal canto loro, potrebbero anche rivedere la policy sulla privacy, almeno per ciò che riguarda l’utilizzo delle informazioni raccolte da WhatsApp nei Paesi al di fuori dell’Unione Europea da parte delle aziende partner. Non sarebbe certo la prima “inversione a U” nella storia della società fondata da Mark Zuckerberg.