Dopo anni di “stretta” sul Wi-Fi libero (si pensi alle limitazioni che il Decreto Pisanu imponeva fino a poco tempo fa), adesso la tendenza sembra essere quella di procedere in una direzione diametralmente opposta. E da Roma arriva la notizia di una proposta di legge che vorrebbe addirittura imporre l’obbligo di dotarsi di una connessione Wi-Fi, da condividere con clienti e altri utenti, a tutti i negozianti e gli esercizi commerciali.
“Entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge, al fine di facilitare l’accesso alla rete internet, tutti gli esercizi commerciali, le associazioni culturali aperte al pubblico, i taxi, gli esercenti attività di noleggio con conducente, i bus privati, i treni e gli aerei registrati in Italia hanno l’obbligo di dotarsi di collegamento alla rete internet e renderla disponibile tramite tecnologia wireless basata sulle specifiche dello standard IEEE 802.11 (wifi), consentendo l’accesso a tutti a titolo gratuito e senza necessità di utilizzare credenziali di accesso e password“.
Non solo. Chi non metterà a disposizione del pubblico un collegamento Wi-Fi incorrerà addirittura una sanzione molto salata. Chiamati ad effettuare le verifiche sono i Comuni che potranno punire i soggetti inadempienti applicando una multa fino a euro 5.000.
Esclusi da qualunque genere di sanzione saranno i titolari di attività per il trasporto di persone mentre il provvedimento, per come è stato formulato nell’attuale versione, non trova applicazione nel caso degli esercizi commerciali con una superficie sotto i 100 metri quadrati e un numero di dipendenti inferiore a due.
Autori della proposta di legge “Disposizioni per la diffusione dell’accesso alla rete internet mediante connessione senza fili” (A.C. 2528 – XVII Legislatura) sono Sergio Boccadutri, Enza Bruno Bossio, Ernesto Carbone, Alberto Losacco e Gennaro Migliore che hanno poi potuto già contare sull’appoggio di ulteriori 106 parlamentari.
La normativa, così come formulata, non cozza contro le attuali disposizioni in materia di Wi-Fi pubblico. Come spiegato negli articoli Aumentare la copertura della rete WiFi e Creare un hotspot WiFi con DD-WRT o Zerotruth, se l’impresa o l’esercizio commerciale che mette a disposizione l’accesso wireless ai suoi clienti non ha come attività principale la fornitura di servizi di telecomunicazione, secondo quanto disposto dall’art. 10 del D.L. 69/2013 (cosiddetto “Decreto Fare“) convertito con legge 9 agosto 2013, n. 98, l’offerta di accesso alla rete Internet al pubblico tramite tecnologia WiFi non richiede alcuna autorizzazione e non prevede l’identificazione dell’utilizzatore.
A proposito di quest’ultimo punto, ci si chiede – in caso di eventuali contestazioni – come sia possibile dimostrare che un reato (nella remota situazione in cui ciò accadesse) sia stato commesso da parte di un utente terzo usando la Wi-Fi messa a disposizione della clientela (per trattare brillantemente questo aspetto abbiamo a suo tempo presentato ZeroTruth: Creare un hotspot WiFi con DD-WRT o Zerotruth).
Tornando alla proposta dei cinque parlamentari, sebbene possa sicuramente aiutare a diffondere rapidamente la disponibilità di connessioni Wi-Fi, essa non può non essere esente da critiche. Appare infatti assolutamente fuori luogo imporre per legge l’installazione di una Wi-Fi pubblica da parte di tutti gli esercenti che dovrebbero comunque farsi carico, almeno per ora, di tutti i costi.
Lo Stato potrebbe mettere sul piatto circa 3 milioni di euro nel triennio (2017-2019) per sostenere la diffusione di apparecchiature Wi-Fi ed ulteriori 2 milioni di euro per stimolare l’installazione di sistemi di collegamento ad Internet sui mezzi pubblici. Le modalità per la destinazione dei fondi, tuttavia, sono ancora tutte da verificare.