Risalgono alla scorsa settimana le nuove rivelazioni pubblicate dal “The Washington Post” secondo le quali la NSA (National Security Agency), agenzia governativa che insieme con FBI e CIA si occupa della sicurezza nazionale statunitense, avrebbe spiato il traffico dati veicolato da e verso i data center di Google e Yahoo.
La documentazione resa pubblica nelle scorse ore evidenzia alcune peculiarità relative al funzionamento dei servizi di Google e Yahoo che nessuno avrebbe potuto conoscere senza effettuare un’approfondita analisi sul funzionamento delle reti private delle due società.
Nel caso di Google, ad esempio, viene presentato un protocollo proprietario sviluppato dai tecnici dell’azienda di Mountain View che viene adottato per verificare l’identità di un server. Rese note anche alcune informazioni su Gaia, il sistema di autenticazione “universale” messo a punto sempre da Google.
In un altro documento apparso online, vengono descritte le modalità per decomprimere gli archivi trasmessi sulla rete privata di Yahoo utilizzando il formato proprietario “NArchive“.
La reazione di Google non si è fatta attendere. A prendere la parola è stato il presidente esecutivo Eric Schmidt che nel corso di un’intervista rilasciata al Wall Street Journal ha utilizzato parole forti nei confronti della NSA. “La NSA avrebbe raccolto i tabulati telefonici relativi a 320 milioni di persone per monitorarne solo 300. È una condotta assolutamente pessima e molto probabilmente illegale“, ha dichiarato Schmidt. “Ci sono sicuramente dei soggetti pericolosi che debbono essere controllati ma non è possibile violare la privacy di ogni singolo cittadino per scovare pochi individui“.
Schmidt non ha fornito commenti sulle ultime novità che riguardano direttamente la sua azienda ma ha parlato di un atto gravissimo se dovesse essere confermato. Anche perché, aggiungiamo noi, se la NSA utilizzasse pratiche simili a quelle dipinte in queste settimane, il business di Google così come quello di altre società d’Oltreoceano potrebbe davvero risentirne negativamente.
Germania e Svizzera stanno iniziando a pensare a servizi di rete “nazionali” che permettano di proteggere cittadini ed imprese dalla lunga mano della NSA. Il caso PRISM potrebbe quindi avere conseguendo negative sul cloud di Google spronando gli europei a migrare verso analoghi servizi offerti dai provider operativi nei rispettivi Paesi.