I più superstiziosi faranno sicuramente qualche gesto scaramantico. Eppure, come disse Benjamin Franklin, “al mondo di sicuro ci sono solo la morte e le tasse“.
Il tema dell’eredità digitale è un argomento sul quale in molti non hanno mai riflettuto ma che, nell’era del “tutto online”, riveste un’importanza a dir poco fondamentale.
Che fine fanno i dati che una persona ha pubblicato su Facebook, su Twitter, su YouTube, su Instragram o su altri servizi online una volta che dovesse venire a mancare?
Le politiche seguite dai vari servizi sono diverse ma, in generale, chi evidentemente non dispone delle credenziali d’accesso all’account del legittimo proprietario non potrà applicare modifiche né chiederne la cancellazione.
Facebook ha recentemente attivato anche in Italia il cosiddetto contatto erede. Si tratta di una nuova funzionalità accessibile dalle impostazioni del proprio profilo cliccando quindi su Protezione.
Qui si potrà indicare il nominativo di un’altra persona autorizzata ad effettuare alcune operazioni in nome e per conto della persona che non c’è più.
Di default Facebook rende commemorativi gli account appartenente alle persone non più in vita: tutte le informazioni in proposito sono pubblicate in questa pagina. Solamente il contatto erede avrà la possibilità di intervenire su alcuni aspetti dell’account.
Il testamento digitale con BoxTomorrow
L’italiana DefConTwelve, sviluppatrice di servizi come Whooming, PhoneFunky e Sbizzy, ha presentato quest’oggi un interessante servizio chiamato BoxTomorrow.
Si tratta di una sorta di scatola digitale contenente il testamento dell’utente. Sostanzialmente è un raccoglitore delle credenziali d’accesso ai vari servizi online che le persone definite dall’utente possono usare per gestire in maniera adeguata l’identità digitale del caro estinto.
L’accesso alla scatola digitale potrà avvenire solamente nel momento in cui i beneficiari proveranno ad utilizzare, contemporaneamente, le rispettive chiavi.
Le varie chiavi, in realtà, costituiscono vari frammenti di un’unica chiave che permetterà di aprire la scatola solo dopo la morte del proprietario e soltanto una volta che sono trascorsi i giorni da questi indicati.
Da DefConTwelve si spiega che né l’azienda né il servizio BoxTomorrow possono accedere al contenuto di qualunque scatola. Il codice di cifratura è scritto in JavaScript: è quindi aperto ed ispezionabile da parte di chiunque. Le informazioni personali dell’utente, quindi, non lasciano mai il browser “in chiaro” ma vengono prima cifrate usando l’algoritmo AES.
La “master key” né le chiavi dei beneficiari vengono conservate sui server di BoxTomorrow che si limita esclusivamente a memorizzare un hash SHA3 a 512 bit delle varie chiavi.
BoxTomorrow è accessibile a questo indirizzo mentre qui sono raccolte tutte le risposte ad alcune domande frequenti.
Certo, BoxTomorrow – così come tutti i servizi “neonati” – dovrà guadagnarsi la fiducia dell’utenza ma la soluzione proposta al problema dell’eredità digitale è sicuramente molto valida.
Anche perché, come spiegano gli sviluppatori, aiutano a gestire situazioni talvolta davvero tristi come quella raccontata a questo indirizzo.
Le policy di Facebook, come accennato in precedenza, non consentono a terzi – in nessun caso – di richiedere la cancellazione di un account.