Il debutto del Games Store per iPhone sembrava ormai dietro l’angolo, ma qualcosa non starebbe andando per il verso giusto. Ed è di nuovo Epic Games contro Apple: la prima ha accusato il gigante di Cupertino di aver deliberatamente ritardato il tentativo di lancio del suo store di terze parti per iOS e, per questo motivo, ha presentato denuncia formale all’antitrust UE.
In base a quanto scritto nell’esposto dall’azienda nota per Fortnite ma anche per il motore grafico Unreal Engine, Apple ha rifiutato la versione del Games Store inviata per un motivo in particolare: i pulsanti e le etichette “Installa” e “Acquisti in-app” sarebbero fin troppo simili a quelli usati nell’App Store. Per Epic Games, ovviamente, queste non sono anche che scuse volte a ritardare la manovra che porterebbe, tra le altre cose, al ritorno del popolarissimo Battle Royale su iPhone. Che sia questa una sorta di dispetto per quanto accaduto in passato?
Epic Games si difende spiegando di “utilizzare le stesse convenzioni di denominazione utilizzate negli app store più diffusi su più piattaforme” e di seguire “convenzioni standard per i pulsanti nelle app iOS“. Alla luce di ciò, l’azienda è arrivata alla sua conclusione:
Il rifiuto di Apple è intenzionale, ostruttivo e viola il DMA. Abbiamo condiviso le nostre preoccupazioni con la Commissione Europea. Salvo ulteriori ostacoli da parte di Apple, rimaniamo pronti al lancio di Epic Games Store e di Fortnite su iOS nell’UE nei prossimi due mesi.
Epic Games vs Apple: la situazione negli USA
Questo è solo l’ultimo di numerosi capitoli della battaglia tra le due aziende. Negli Stati Uniti, un giudice ha stabilito che Apple non gestisce alcun monopolio e che non è obbligata ad aprire iOS a negozi di app alternativi, ma deve consentire il completamento di acquisti in-app al di fuori di App Store.
La società californiana ha risposto che lo avrebbe fatto, ma addebitando una commissione del 27% per gli sviluppatori (per i developer più piccoli invece la commissione si ferma al 12%). Epic è quindi tornata in tribunale per contestare quella che sarebbe una strategia contraria alla decisione del giudice. Quest’ultimo a giugno ha quindi richiesto di vedere tutta la documentazione interna di Apple relativa alla decisione sulla commissione del 27%.