L’epilogo era già nell’aria da tempo, almeno da dicembre scorso, ma adesso i giochi sono compiuti. Enel esce da Open Fiber vendendo le sue quote societarie per il 40% alla banca d’investimenti australiana Macquarie Asset Management e per il restante 10% a Cdp Equity.
Cassa Depositi e Prestiti, istituzione finanziaria italiana controllata per circa l’83% da parte del Ministero dell’economia e delle finanze, era già azionista al 50% di Open Fiber diventando adesso socio di maggioranza.
Macquarie verserà nelle casse di Enel più di 2,1 miliardi di euro mentre Cassa Depositi e Prestiti vi farà confluire 530 milioni, importi che saranno aumentati degli interessi fino alla chiusura dell’operazione attesa entro la fine dell’anno.
Il closing sarà comunque possibile soltanto dopo aver ottemperato a una serie di adempimenti: le banche finanziatrici di Open Fiber devono ottenere le autorizzazioni per trasferire i denari dall’intermediario finanziario estero, sono necessarie una serie di approvazioni amministrative per il trasferimento dell’intera partecipazione di Enel ai nuovi acquirenti con particolare riferimento allo strumento del golden power in capo alla Presidenza del Consiglio e ovviamente deve arrivare il via libera da parte dell’Antitrust europea.
Il cambio di assetto all’interno di Open Fiber è molto importante in un momento in cui l’azienda che opera nel mercato dei servizi di connettività wholesale (non vende in proprio la connessione a banda ultralarga agli utenti finali) è impegnata nel completamento del progetto BUL per la realizzazione della rete delle aree bianche del Paese e contemporaneamente sta estendendo la copertura nelle zone (271 città di grandi e medie dimensioni) in cui la società sta investendo con il suo piano industriale.
Con il nuovo progetto Italia a 1 Giga l’idea del Governo è quella di fare in modo che lo Stato intervenga adesso sull’ammodernamento della rete nelle zone grigie e nere con un modello di investimento basato sugli incentivi anziché sul finanziamento delle opere in favore del concessionario, come fatto nel caso di Open Fiber per le aree bianche.
Intesa ancora più importante quella tra Enel e Macquarie-Cdp se si tiene in considerazione che il progetto di rete unica del quale tanto si era parlato (con il possibile ingresso di Open Fiber in FiberCop o meglio in AccessCo) potrebbe essere tramontato.
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) non parla più, infatti, di “rete unica” ma genericamente di “reti” di telecomunicazioni. Non è una presa di posizione definitiva ma il viaggio verso la rete unica italiana sembra essersi arrestato.