Dopo le pressioni delle autorità americane e dell’UE, Apple ha annunciato una svolta alle politiche di App Store rispetto agli emulatori per il retrogaming.
Questi software, a quanto pare, saranno consentiti sulla piattaforma, sebbene con alcune nuove regole con cui gli utenti dovranno fare i conti. Le policy di App Store, infatti ora presentano una voce secondo cui gli sviluppatori sono responsabili di tutto il software all’interno agli emulatori, inclusi eventuali videogiochi coperti da copyright.
Da anni, la questione degli emulatori rappresenta una sorta di “zona grigia”, dove i limiti tra legale e illegale non sono sempre così chiari. In teoria, l’utente dovrebbe acquistare un gioco prima di poterne usufruire. La legge, però, sotto questo punto di vista offre diversi spiragli difficili da valutare per l’utente comune.
Emulatori per retrogaming e non solo: come cambiano le policy di App Store
Le nuove politiche dell’App Store potrebbero rappresentare una piccola svolta per questo mercato. Colossi del settore, come Microsoft, Sony e Nintendo, infatti, potrebbero presto muoversi con app di emulazione per i propri ecosistemi.
Queste nuove politiche, però, non vanno solo ad interessare gli emulatori di retrogaming. Per esempio, anche WeChat, app di messaggistica che offre una serie di mini-app interne, sarà interessata da tali normative.
In occasione di questa modifica alle regole, Apple ha ritoccato anche altre voci. Questi cambiamenti andranno a consentire alle app di streaming musicale di dirigere l’utenza verso siti Web esterni per acquistare prodotti e servizi esterni all’App Store.A differenza della precedente introduzione, però, questa sarà attiva solo all’interno dell’UE.
Queste mosse da parte del colosso di Cupertino sono solo le ultime nel contesto della lunga diatriba tra l’azienda e l’UE. Poco più di un mese fa, Apple ha dovuto fare i conti con una salatissima multa da 1,8 miliardi di euro inflitta proprio dalla Commissione Europea.