La Biblioteca Apostolica Vaticana si accinge a rendere disponibi online, per la pubblica consultazione, ben 80.000 manoscritti storici di incommensurabile valore. Il lavoro di digitalizzazione delle 40 milioni di pagine che compongono i documenti vaticani sarà reso possibile grazie all’infrastruttura tecnico-informatica messa a disposizione da EMC, famosissima multinazionale statunitense che offre soluzioni per l’IT, lo storage, la business intelligence e la virtualizzazione.
EMC si è impegnata a fornire le risorse di storage necessarie per memorizzare circa 2,8 petabyte di dati (un gigabyte è pari a 109 bytes; un petabyte a 1015 bytes): è questo il quantitativo di spazio necessario per trovare posto alle versioni digitalizzate dei codici manoscritti conservati nella biblioteca vaticana.
Il processo di digitalizzazione sarà piuttosto lungo ed impegnativo: si stima che possa richiedere nove anni di lavoro. I documenti trasformati in digitale, tuttavia, dovrebbero via a via essere resi disponibili online (sul sito web della Biblioteca Apostolica si trovano già i primi esempi di manoscritti).
Tra i codici che saranno oggetto dell’importante intervento vi sono il Sifra, uno dei testi ebraici più vecchi, databile tra l’anno 800 ed il 1000; tutta una serie di libri di origine greca riferibili ad Omero, Sofocle, Platone ed Ippocrate; il “Codice B”, uno dei più antichi manoscritti in lingua greca, databile intorno al quarto secolo, ad oggi ritenuta la copia più completa della Bibbia. C’è poi la Bibbia in latino a 42 linee di Gutemberg, il primo libro stampato a caratteri mobili tra il 1451 ed il 1455.