Proprio a poche ore dai tweet infuocati di Elon Musk contro la decisione di Apple di integrare ChatGPT nel proprio ecosistema, l’imprenditore di origini sudafricane sorprende tutti facendo marcia indietro per quanto riguarda la causa contro OpenAI.
L’accusa di Musk riguardava la violazione del contratto originale alle basi della startup, nel quale si specificava la sua missione di creare tecnologia IA a beneficio dell’umanità. La causa, secondo la CNBC è stata archiviata andando dunque a decadere.
La procedura, avviata lo scorso mese di febbraio, arriva a un giorno prima dell’udienza da parte del giudice. Dando uno sguardo da vicino all’accusa, nel documento si legge come OpenAI avesse in origine come obiettivo quello di mantenersi un’organizzazione no-profit, mantenendo la tecnologia creata entro i confini della filosofia open source.
OpenAI, Elon Musk e il presunto Atto costitutivo della startup: la causa è stata archiviata
Secondo la difesa, quello che viene definito da Musk come “Accordo costitutivo”, o meglio non si tratterebbe di un documento ufficiale.
Dal canto suo OpenAI, oltre a negare le accuse, è passata all’attacco accusando l’imprenditore di voler ottenere il controllo sulla startup, fondendola con Tesla. I contrasti tra Elon Musk e OpenAI hanno originato xAI, società che ha originato il chatbot Grok AI legata al social network X e di recente diventata open source.
Per OpenAI non è di certo un momento semplice nei tribunali. Se questa causa è stata archiviata, la situazione non è così semplice per la procedura legale intentata dal New York Times a fine 2023. Allo stesso tempo, anche diversi scrittori si sono uniti per contrastare OpenAI e chatbot, con l’accusa secondo cui l’IA avrebbe attinto dalle loro opere per fornire risposte ai prompt degli utenti.